Editoriale

ONU: Boris Bondarev, diplomatico Russo, si dimette: “Non mi sono mai vergognato così tanto del mio paese come il 24 Febbraio”

Boris Bondarev, segnatevi questo nome. Una carriera illustre, un “diplomatico di medio rango” ma mandato su campi difficili. Giovane per un mestiere così complesso: 41 anni, i suoi esordi nel 2002. Ha prestato servizio in sedi difficili come Mongolia e Cambogia per poi approdare a Ginevra dove si è occupato di dossier legati al disarmo.

Ed ora, in un momento difficile chiude il suo incarico a Ginevra non con un sussurro, ma col botto. Una lettera, un atto di accusa mandato a tutti i suoi colleghi. Ed una lettera per niente “diplomatica”, scusateci il gioco di parole

Una lettera che vale la pena di tradurre per intero.

La lettera di Boris Bondarev

La lettera, tradotta, suona così.

Il mio nome è Boris Bondarev, sono nel corpo diplomatico Russo dal 2002, dal 2019 ad oggi sono stato consigliere dell’Ambasciata Russa all’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra.

Per venti anni di carriera diplomatica ho assistito a diverse evoluzioni della nostra politica estera, ma non mi sono mai vergognato così tanto della mia nazione come il giorno 24 Febbraio di quest’anno. La guerra di aggressione scatenata da Putin contro l’Ucraina, di fatto contro tutto il mondo Occidentale, non è solo un crimine contro il popolo Ucraino, ma anche, probabilmente, il più grande crimine contro il popolo Russo, con una grande Z a cancellare ogni speranza e prospettiva per una futura società prospera e libera nel nostro paese.

Coloro che hanno concepito questa guerra vogliono solo una cosa – rimanere per sempre al potere, vivere in pomposi palazzi di dubbio gusto, navigare in yacht dal costo e dalla mole dell’intera Marina Russa, godendo di potere illimitato e impunità assoluta. Per ottenere tutto questo sono pronti a sacrificare tutte le vite che gli servono. Migliaia di Russi e Ucraini sono morti solo per questo.

Mi duole ammettere che durante questi venti anni il livello delle bugie e della mancanza di professionalità nel lavoro del Ministero degli Esteri è solo aumentato. Ma negli ultimi anni tutto tutto ciò è arrivato a livelli catastrofici. Al posto di informazione senza distorsioni, analisi imparziali e sobre previsioni, abbiamo cliché di propaganda degni dei giornali Sovietici del 1930. È stato eretto un sistema che si inganna da solo.

Il Ministro Lavrov è un buon esempio della degradazione del sistema. In diciotto anni è passato dall’essere un intellettuale professionale e colto, che molti dei miei colleghi avevano in grande stima, ad essere una persona che diffonde frasi contraddittorie e minaccia il mondo (che comprende anche la Russia!) con le armi nucleari!

Oggi il Ministero degli Affari Esteri non è più diplomazia. È tutto basato sull’essere guerrafondai, sulla menzogna e sull’odio. Serve per servire l’interesse di pochi, quelle pochissime persone che così contribuiscono all’isolamento e alla degradazoone del mio paese. La Russia non ha più alleati, non c’è nessuno da incolpare se non questa testarda e sciocca politica.

Ho studiato da diplomatico, sono stato un diplomatico per vent’anni. Il Ministero è stato la mia casa e la mia famiglia, ma non posso più condividere questa ignominia sciocca, sanguinaria e assolutamente inutile.

Vi offriamo le sue parole, senza alcun filtro. Eco di una Russia la cui TV di Stato annuncia trionfante il sogno di un olocausto nucleare che bruci e arda lo stesso popolo russo, incitando cittadini festanti a perire tra le fiamme per rinascere nel “paradiso di Putin”, improbabili terroristi nazisti gay stregoni in combutta con la NATO e tutto quello che abbiamo imparato a conoscere in tre mesi di guerra che sembrano riportarci indietro di decenni.

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