Le cryptotruffe uniscono il fascino della cryptovaluta al fascino vintage del phishing antico di Totò in Tototruffa che vende la Fontana di Trevi
Sono una serie di varianti, di cui ne abbiamo viste alcune, in cui il truffatore ingolosisce con avidità i truffati promettendo grandi guadagni per poi scappare con la cassa, compito reso più facile dalla stessa natura immateriale delle cryptovalute.
Una variante che abbiamo visto più volte è la “truffa del famoso”: finti articoli di finti giornali dove si magnificano finte apparizioni televisive di VIP che promettono enormi guadagni per investimenti inesistenti. Spesso la truffa gioca sull’avidità e un generico sentimento “antikasta” inventando scenari grotteschi come “Bankitalia querela la Littizzetto e Saviano per aver rilevato al popolo italiano come fare soldi dal nulla”.
Ovviamente, in questo caso la truffa si regge su un miscuglio mefitico di ignoranza, avidità e velleità “notutto”: il truffato viene stimolato a conferire tutti i suoi soldi a ignoti per “punire la kasta” e perché legge il nome di un famoso di grido sulle pagine dei giornali.
Famoso che, ovviamente non c’entra niente con la truffa.
Altro tipo di truffa del crypto è quella del “miliardario distratto”. Un soggetto questa volta anonimo vi manda i dati di un conto corrente e/o di un wallet stracarichi di soldi. Ovviamente inesistenti, ma a questo punto conta sul fatto che non lo sappiate.
Dopo un po’ vi manda un messaggio per “scusarsi” dicendo che stava mandando i dati ad altri miliardari come lui diventati ricchissimi con le cryptovalute e vi chiede di ignorarlo.
Dopo un altro po’ comincerà a dimostrarsi insolitamente ciarliero ed amichevole, e contando sul fatto di avervi ingolositi con la sua ricchezza, vi proporrà di entrare in affari con lui versando una piccola “tassa di iscrizione” per partecipare ai suoi investimenti promettendovi una quota dei suoi averi.
Quota che non arriverà mai, perché tutto quello che il truffatore possiede sono i soldi che ha spillato a sprovveduti come quelli che avete dimostrato di essere.
Tizio crea una nuova Cryptovaluta, ad esempio come nel caso dello “Squid”, basato sulla serie “Squid Game”.
Approfittando della pubblicità che circonda “La cosa nuova del momento” raccolgono fondi e investimenti, cosa che fa salire il valore della cryptovaluta alle stelle. Nel momento in cui gli investitori dovrebbero cominciare a guadagnare, gli sviluppatori chiudono tutto e “scappano con la cassa”.
Questo si chiama “rug pull”, “tirare il tappeto sotto i piedi” degli investitori rendendo la loro nuova valuta priva di alcun valore.
Un altro modo è promuovere lo sviluppo di app, non ufficiali, che promettono di mostrare a chi le installa nuovi mezzi di investimento inserendo in esse dati personali.
Ovviamente, fornire i dati del proprio wallet a sconosciuti è come fornire nome, cognome e indirizzo più un conto corrente valido ad uno sconosciuto appena incontrato che vi promette grandi investimenti: non è mai una cosa saggia.
Anche le app vanno sempre verificate, installate dagli store ufficiali e prestando grande attenzione a recensioni e provenienza delle stesse.
Falliti i tentativi di blandizie, il truffatore del Crypto cercherà di mettere mano sui vostri soldi con estorsioni e truffe più o meno grossolane o palesi. Ad esempio la truffa del “truffatore moralista” che giura di avervi “spiato tramite un pixel” mentre guardavate porno chiedendo soldi in Cryptovalute per non fare la spia con amici e parenti.
O la truffa del “capo della mafia”, stravagante personaggio che con grande educazione dichiara di volervi ammazzare se non gli consegnate immediatamente soldi in cryptovalute, e lo fa con sgrammaticati messaggi su WhatsApp ben poco dignitosi.
O quella del presunto “capo della polizia” che vi accusa di detenzione di materiale pedopornografico con messaggi non meno grammaticalmente inesatti salvo una dazione economica.
In ogni caso esiste un modo sicuro per evitare di essere truffati: ignorare i messaggi.
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