Nutriscore: come l’Europa penalizza le eccellenze alimentari! L’Europa boicotta i prodotti Italiani!
In tempo di campagna elettorale, tutto fa brodo. È una legge di natura, esiste da quando l’Uomo è diventato l’animale sociale per eccellenza, colui che ha bisogno di far comunità per vivere. E farla in modo attivo.
Ma anche da quando la campagna elettorale è diventata sovente occasione di contrapposizione e scontro: non si usa più fare campagna elettorale per, ma contro.
Contro l’Europa o contro chi è contro l’Europa. Contro la comunità internazionale o contro forme di collettività diverse da quelle descritte da chi fa campagna. In questo caso contro l’Europa.
Con una mistura esplosiva: l’Europa è cattiva perché boicotta il buon cibo.
Un lungo video che ci è stato sottoposto dove la narrazione mostra una serie di prodotti alimentari venduti nei negozi europei, lamentando che l’Europa boicotta i Prodotti Italiani perché alcuni prodotti hanno un Nutriscore elevato, ed altri un Nutriscore ridotto.
Con migliaia di condivisioni ci sentiamo tipo il leggendario profeta che predica nel deserto, San Giovanni Battista.
Perché del Nutriscore abbiamo già parlato qui e qui, e sarebbe cosa gradita se ora vi fermaste e leggeste i nostri precedenti articoli. In un mondo ideale tanto basterebbe a dichiarare chiuso il nostro fact checking.
Invece, il mondo reale è imperfetto e non esiste davvero una legge che sia in grado di spiegare tutto quanto. E quindi ci tocca ripetere ancora ed ancora le stesse cose, finché le stesse cose sranno da altre persone ripetute ancora ed ancora.
Il Nutriscore e i prodotti italiani
Era Disinformazione allora. Lo è adesso. Lo è ancora, lo sarà sempre.
Partiamo da un concetto: cos’è il Nutriscore.
Il Nutri-Score è un sistema di classificazione degli alimenti sulla base del valore nutrizionale, un dato ben preciso che non intacca la qualità del prodotto bensì il suo impatto con l’organismo e dunque il suo ruolo nell’alimentazione.
Avete presente quando in Vite al Limite, il famoso reality su Real Time il Dottor Younan Nowzaradan, valente esperto di chirurgia bariatrica spiega con fare stupito e a tratti sconvolto ad una giunonica matrona o a un corpulento ometto che no, sarà anche vero che una bistecca condita da un contorno di fagiolini è un piatto sano, ma se subito dopo ti mangi un altrettanto salutare teglia di Parmigiana, una gustosa forma di caciotta da 5 chili annaffiata da due litri di succo di frutta alla pera come a casa della nonna poi ti sale l’obesità?
Come spiega Next Quotidiano, riportando la spiegazione pubblicata da Il Giornale e ripresa anche dal sito ufficiale del Confartigianato:
Si tratta di un’etichettatura stampata sul fronte della confezione che semplifica il giudizio su ogni alimento assegnandogli un colore e una lettera sulla scala: verde (A), verdino (B), giallo (C), arancio (D), rosso arancio (E). Verde indica maggior contenuto di nutrienti giudicati positivamente: fibre, proteine, frutta, verdura, leguminose e oleaginose. Il rosso è l’allarme per nutrienti da limitare: calorie, grassi saturi, zuccheri e sale.
Bollino rosso su prosciutto e parmigiano: il problema è l’apporto calorico
Adnkronos ci spiega che questo sistema di etichettatura è stato studiato da un gruppo di ricercatori francesi e le cinque categorie sono calcolate in base alla quantità di nutrienti contenuti nell’alimento cui si riferiscono. Il bollino rosso vieta la vendita/consumazione del prodotto? No, mai e poi mai. Il bollino rosso indica l’impatto sulla dieta, che in questo caso potrebbe essere negativo specie se il prodotto viene consumato da persone che devono mantenere un certo equilibrio calorico. Perché sì, si parla in sostanza di apporto calorico e non si può negare che prosciutto, gorgonzola, parmigiano reggiano rappresentino un significativo apporto calorico nell’alimentazione degli italiani.
Quindi, ovviamente cercando in un supermercato è ovvio che su una pizzetta vegetariana troverai un Nutriscore più “positivo” che su una mozzarella di Bufala, su un tramezzino con due fette di pane ed un po’ di verdurine e poca salsa tonnata troverai un nutriscore “favorevole” rispetto ad una teglia di parmigiana e simili.
Perché solamente un utente male informato, dovendo mantenere una dieta da un certo numero di calore, potrebbe pensare che, a parità di salute, una teglia di parmigiana e due tramezzini anemici si equivalgano.
Un utente poco informato, o qualcuno che vuole sfidare l’ira del Dottor Nowzdaran.
Oppure solo con una cattiva informazione si potrebbe, a prescindere dalla salute, decidere che una bevanda light abbia un apporto calorico superiore ad un dolcetto casalingo.
Del resto fu lo stesso Serge Hecberg, tra i ricercatori francesi del Nutri-Score, a contestare fortemente l’indignazione degli italiani. Lo fece in un articolo in cui spiegava chiaramente: “Il problema non è la qualità ineccepibile degli ingredienti, ma le quantità con cui essi sono contenuti negli alimenti”. Soprattutto, Hecberg scriveva:
Mentre (certi alimenti) possono far parte di una dieta sana, non dovrebbero essere consumati all’eccesso. Avvertire i consumatori sulla composizione nutrizionale degli alimenti tradizionali non compromette la loro inclusione in una data cultura alimentare. Etichettare la loro qualità nutrizionale permette semplicemente ai consumatori di pensare circa la frequenza e la quantità di cibo che consumano.
Perché Coca Cola Zero, Red Bull sugar free e Pepsi Light sono considerate buone?
Ovviamente non parliamo delle versioni classiche delle note bevande, ma delle loro versioni light, dunque, con una presenza di calorie vicina allo zero, un valore approssimativo che tuttavia troviamo enunciato nei portali ufficiali.
- La Coca Cola Zero ha 0,2/0,3 kcal per 100 grammi (fonte)
- La Red Bull sugar free ha 5 kcal per 100 grammi (fonte)
- La Pepsi Light ha 0,4 kcal per 100 grammi (fonte)
Il Parmigiano Reggiano, invece, come dichiarato sul sito ufficiale contiene 402 kcal per 100 grammi mentre il Prosciutto San Daniele contiene 272 kcal per 100 grammi. Le differenze sono notevoli.
Perché parliamo di disinformazione?
Gridare allo scandalo e al complotto sul Nutri-Score significa non aver appreso il suo significato: il sistema a semaforo non categorizza alcuni cibi italiani (certo è che l’esempio viene preso da Salvini e correlati sui cibi più ricchi di grassi saturi e di grassi in generale) come pericolosi o invendibili. Il senso è quello di informare il consumatore su ciò che andrà a inserire nella sua dieta, per favorirne un consumo sensato e scongiurare un eccesso che potrebbe dare noie alla salute. Nient’altro. Soprattutto, niente è stato deciso.
Infatti nei nostri articoli abbiamo rilevato che molti produttori a tutt’oggi rifiutano il Nutri-Score, probabilmente ritenendolo un potenziale deterrente all’acquisto.
Fosse per noi, sostituiremmo il Nutriscore con foto del dottor Nowzdaran che ti guarda con l’aria corrucciata lanciandoti oscure e tetre minacce.
Ma pare non si possa fare..
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