Una brutta, brutta storia ci viene segnalata: novax rubano il volto di una ragazzina per la propaganda.
Che la propaganda Novax sia spesso una morbosa caccia al cadavere per attribuire morti sospette (che poi vengono dimostrate essere scollegate dal vaccino) lo sapevamo. Purtroppo.
Tutti i novax militanti sui Social, si dice, hanno almeno un bot vittima del vaccino. Nel senso di qualcuno che non è mai realmente esistito, ma di post in post capita che qualche novax militante millanti interi nuclei familiari sterminati dalla campagna vaccinale.
Oppure improbabili decessi contrari alle leggi della fisica ancora prima che alla realtà fattuale, a base di ragazze con teste esplose come in un “anime” giapponese e defunti ripresi surrettiziamente dagli ospedali per aggiungere tracce audio ed effetti visivi da “Corto Maltese scontornato male” per spacciarli per vittime di vaccino.
Caso, il secondo, che presenta affinità con quello che vedremo ora. Anche in quel caso i parenti della vittima hanno chiesto pubblicamente ai novax rettifica e ritrattazione della falsità. Anche in quel caso hanno ricevuto un trattamento assai rude e immeritato.
Cosa successa ad un padre di Lendinara (Rovigo).
La storia è molto triste di suo. La giovane Valentina (cognome rimosso per rispetto alla privacy) aveva fissato regolare appuntamento per il vaccino il 4 Settembre.
Appuntamento resosi necessario il prima possibile, compatibilmente con l’apertura delle vaccinazioni per la sua fascia di età, da una salute cagionevole. E dalla responsabilità di chi comprende di doversene prendere cura.
Purtroppo è morta il 28 Agosto, per cause non collegate al COVID che con senso civico superiore agli adulti che ora ne insudiciano e lordano la memoria con crudeltà, lasciando molto dolore in chi la conosceva.
Una ragazzina solare, buona, studiosa e di senso civico.
Ma il feticismo novax per i necrologi da esibire ed espropriare, di cui appropriarsi per trasformarli in feticci da mostrare, ha colpito anche quel volto.
Volto finito in chiaro su un cartellone portato ad una manifestazione novax e nopass, come quelle che siamo abituati a vedere in questi giorni di violenza.
E passato dalle rumorose e vocianti ancorché sparute manifestazioni di piazza alla gogna social, ad uno degli infiniti gruppi dove di novax si riuniscono.
Lì il padre ha provato la via del dialogo. Invano. Ha scritto così ai novax il seguente messaggio
Cari No-Vax smettete di far circolare questa foto nei vostri gruppi dedicati: pur rispettando e non entrando nel merito delle vostre convinzioni, non approvo affatto l’uso che fate della foto di nostra figlia Valentina. Il ‘cartello ignorante’ che avete slealmente e consapevolmente preparato lo esponete pure nelle vostre piazze di manifestazione: mi piacerebbe sapere con quale coraggio fate tutto questo. Mi preme chiarirvi che Valentina non aveva ancora fatto la prima dose di vaccino, il suo turno era programmato ad inizio settembre, ma purtroppo il suo cuore ha smesso di battere prima. Pertanto, cari No-Vax questa volta siete in malafede, molto in malafede. Imparate a rispettare il dolore altrui, della mia famiglia e dei miei cari ed anche delle altre persone che avete raffigurato nel vostro manifesto (per rispetto loro ho volutamente omesso i volti
Risultato? Il padre affranto è stato censurato, i novax, sempre celeri a chiedere spesso anche con azioni non proprio pacifiche e commendevoli un loro presunto di replica e dibattito hanno negato al padre la possibilità di esprimersi e continuato a sfruttare quella foto.
Oltre il danno la beffa: al padre è stato chiesto di ripetere le sua semplice richiesta, per censurargliela di nuovo.
Una turpe umiliazione descritta alla stampa locale. E che dice molto di tutta questa vicenda.
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