Novax minacciano Cartabellotta, e ancora una volta Draghi: sì, lo rifanno.
Ricordate che nelle scorse puntate avevamo già parlato della mania settara novax: puoi dimostrare di essere un Guerriero con un test di “cultura novax”. Ma puoi salire di rango cimentandoti in azioni che vanno dalla molestia alla violenza, filmandole e documentandole per il gruppo.
Azioni di cui abbiamo visto gli effetti: testate sferrate in faccia a dottoresse e giornaliste, medici inseguiti da persone con cattive intenzioni, una vera e propria escalation.
Anzi, più di una escalation. Un autentico indotto completamente militarizzato in gruppi social e di messaggeria che si comportano come compartimenti e reggimenti.
«I no vax sanno sfruttare la rete a meraviglia. Si comportano come un esercito. Promuovono le fake news e specifici sottogruppi le rilanciano in modo marziale. Sono gerarchici, si distribuiscono a grappolo. La loro è una comunicazione internazionale pervasiva ed efficiente». Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina e Bioetica, all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano che ha analizzato sul quotidiano Avvenire le strategie dei no vax. Chi non ha fiducia nei vaccini, secondo lo storico della medicina si suddivide in due categorie: «Gli “esitanti” che, in periodo non pandemico, sono il 10-15 per cento della popolazione e oggi il 20-30 per cento, non si immunizzano ma sono aperti al dialogo. E poi», continua Grignolio, «i no vax che in periodo non pandemico si stimano nel 3-5 per cento e oggi sono tra il 7 e il 10 per cento: sono inconvincibili, fanno dell’antivaccinismo una marca identitaria. Pochi ma si fanno sentire e sono in grado di attirare l’attenzione e di sedurre gli esitanti molto più della grande maggioranza di chi crede nella scienza».
Vi avevamo parlato dei montaggi a tema Draghi con l’invito a condividere il luogo di dimora del Presidente del Consiglio allo scopo di minacciarlo e intimidirlo provando così la “fede guerriera”.
Vi avevamo detto che era purtroppo ormai una periodica consuetudine e ci sarebbero state conseguenze.
Sono cominciati gli accertamenti della Polizia Postale, anzi non sono venuti mai meno, e questa volta non basterà ai “Guerrieri” darsi ad una incerimoniosa fuga dall’universo Social nel tentativo di far sparire le tracce che hanno essi stessi disseminato.
Ma non solo Draghi nel mirino dei novax militanti.
Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE, faro di informazione e cultura in questi periodi, ha ricevuto le moleste attenzioni dei “Guerrieri”, come ha avuto modo di comprovare esibendole su Twitter.
Un po’ come molti, abbiamo visto.
Il movimento novax ha un enorme problema: non solo una consistenza numerica molto bassa, a giudicare dal numero di vaccinati in Italia che costituisce prova di un vittorioso plebiscito della scienza (9-1, come ricorda Mattarella).
Ma ha anche un problema con una frangia violenta e incline ad azioni che senza alcuna incertezza le autorità hanno bollato come terrorismo, dalla quale dovrà prima o poi dissociarsi con forza per non essere screditato in eterno come probabile interlocutore.
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