Novax gioscono per la sindrome di Muller-Weiss di Nadal, ma ne ignorano le cause: questo potrebbe essere un catalogo della spesso crudele partigianeria novax.
Quella che, al pari di ogni forma di complottismo, nasce dal tentativo di porre sotto il proprio controllo l’imponderabile. Nel mondo complottista-novax c’è sempre una causa per tutto, c’è sempre una sorta di divinità benevola e immanente, da invocare in modo inverso assai blasfemo per punire chi non fa parte del “collettivo novax”.
C’è che invoca un Putin trasfigurato nel “Dio Imperatore dell’Universo” della saga videoludica di Warhammer, invocandolo come un benevolo tiranno senza gioia pronto a schiacciare i “vaccinisti” sotto il suo tallone per l’eternità e c’è chi gioisce nel vedere Nadal lamentarsi dei suoi problemi di salute, invocando il vaccino come causa.
Mentiremmo se dicessimo che ci dispiace smentire tali professioni di fede, spesso da profili istoriati con simboli relativi all’appartenenza accennata nel precedente paragrafo.
Ci dispiace solo per Nadal, costretto ad affrontare un’aggravamento della sindrome di Muller-Weiss che lo affligge da lungo tempo nell’odio dei novax, che ne hanno fatto feticcio del loro livore per la colpa di aver critica di aver criticato il loro idolo di turno. Tale Djokovic.
La Sindrome di Muller-Weiss è infatti una displasia dello Scafoide Tarsiale, la deformità di un osso del piede, degenerativa, che limita progressivamente le capacità di movimento.
Nadal soffre di una forma della sindrome particolarmente rara: di solito, come ha chiarito il dottor Umberto Alfieri Montrasio, tale deformità si manifesta in maniera asintomatica in età adulta.
Nadal ne ha sofferto sin dai diciotto anni in modo particolarmente doloroso.
Non esiste una vera e propria ragione nota per la sindrome di Muller-Weiss: si sospetta una deformità congenita o traumatica, o l’esistenza di un trauma che limiti l’afflusso di sangue dell’osso scafoide che così viene a crescere deformato o necrotizzarsi con danno per tutta la struttura del piede.
Nadal ne ha avuto sintomi da quando aveva diciotto anni: vale a dire in età ben pre-Covid, e allo scopo di coronare i suoi sogni atletici ha sempre privilegiato trattamenti conservativi finché ha potuto.
Una soluzione chirurgica infatti prevede la rimozione dell’osso malato con la sostituzione mediante strutture prelevate da tessuti vicini: vale a dire che non si riesce mai a recuperare la piena capacità di correre alla stessa velocità e con la stessa agilità di prima.
Il che per un atleta significa semplicemente non riuscire a garantire le prestazioni necessarie per una gara, dove spesso pochi centimetri tra il corpo e la palla fanno tutta la differenza del mondo.
Le prime avvisaglie sportive hanno colpito Nadal nel 2005, quando il suo scafoide indebolito si è spezzato, risaldandosi con un callo osseo che ha fatto precipitare la situazione.
Da allora Nadal utilizza plantari ortopedici e terapie per il dolore che la sindrome di Muller-Weiss gli procura.
Dolore tale da spingerlo a continuare finché non riuscirà a sostenerlo e che, nelle parole del dottor Montrasio
«Pur non avendo radiografie, se Nadal soffre di Muller-Weiss e vince ancora tornei non possiamo che inchinarci a superman»
Sostanzialmente, Nadal ha vinto per anni nonostante una imperfezione fisica che gli rende tale vittoria uno sforzo doloroso. Crediamo quindi potrà sopravvivere alla rabbia furiosa dei novax.
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