Il fastidioso, un “blog che vuole dare fastidio alla casta” il 24 ottobre ha pubblicato un articolo su un processo contro alcuni soldati francesi per le accuse di pedofilia risalenti al 2013-2014. Le accuse di violenza sessuale su minori sono una notizia vera, ma veniamo a capire meglio il motivo per cui sia arrivata la decisione a non procedere.
Il fastidioso ha fatto copia-incolla da un articolo pubblicato su La Stampa il 15 gennaio 2018, che in apertura riporta quanto segue:
Nessun processo perché «le uniche testimonianze che si hanno sono i racconti dei bambini, senza altre prove indipendenti». È questa la motivazione data dai magistrati l’Oltralpe che hanno respinto una causa contro almeno 13 soldati francesi in missione di pace nella Repubblica Centrafricana, accusati di abusi sessuali nei confronti di minori africani, «ripagati» con razioni di cibo e beni di prima necessità.
Il 29 aprile 2015 The Guardian riportava che Anders Kompass, funzionario delle Nazioni Unite, era stato sospeso per aver consegnato alle autorità francesi un rapporto su alcuni abusi sessuali perpetrati dall’esercito francese ai danni di alcuni minori nella Repubblica Centrale Africana.
Alcune fonti rivelavano che Kompass avesse preso la decisione in seguito all’immobilità delle Nazioni Unite, che non intervenivano per fermare gli abusi. La redazione del Guardian aveva ricevuto quel documento da
Paula Donovan, co-direttrice di AIDS Free World, e all’interno vi aveva trovato – ogni pagina era siglata come “Confidential” – un rapporto su dei casi di abuso su minori poveri e affamati a Bangui, nella Repubblica Centrale Africana, più precisamente in un campo profughi vicino all’aeroporto di M’Poko.
Nei mesi successivi vennero interrogati quattro ufficiali, per un totale di 14 indagati. Tra maggio e giugno del 2014 alcuni bambini svelarono gli abusi subiti agli investigatori delle Nazioni Unite. Nel mese di luglio venne informato il ministro della difesa francese e partirono le indagini da parte dei procuratori. Tutto rimase segreto fino al primo articolo del Guardian.
Le truppe francesi si trovavano a Bangui per proteggere i civili (nell’operazione Sangaris) di un centro profughi vicino all’aeroporto tra il dicembre 2013 e giugno 2014 e – secondo i racconti dei bambini riportati nel rapporto – avevano abusato di ragazzini dai 9 ai 15 anni in cambio di cibo e bottiglie d’acqua. I peacekeeper francesi avrebbero inflitto sodomia in cambio di cibo e denaro, da quanto emerge nel rapporto intitolato “Sexual abuse on children by international armed forces”.
L’allora presidente Hollande aveva promesso tolleranza zero e il portavoce del ministero della Difesa, Pierre Bayle, aveva dichiarato che la verifica della veridicità dei fatti era in corso.
Con grande imbarazzo per le Nazioni Unite e l’opinione pubblica, nel gennaio del 2018 un gruppo di giudici archiviò il caso. Il New York Times aveva intervistato telefonicamente Agnès Thibault-Lecuivre, portavoce dell’ufficio del procuratore, la quale aveva riferito che vi erano continui problemi con l’identificazione dei soldati e, soprattutto, le testimonianze erano inconsistenti e confuse, con l’impossibilità di confermare i fatti. Pur non potendo escludere la presenza di abusi – scrive Reuters – i procuratori avevano archiviato il caso. Nel 2017 Internazionale aveva pubblicato una lunga inchiesta sul caso.
È dunque vero che si è deciso di non procedere sul caso degli abusi sessuali dei soldati francesi ai danni di 6 bambini del campo profughi di M’Poko, con la motivazione di essere di fronte a testimonianze incoerenti e di non poter identificare i responsabili.
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