Ci segnalano i nostri contatti la seguente notizia, riguardante un brutale attacco a Sara Manfuso e l’associazione #Iocosì
ROMA – Mi hanno augurato la fine di Desirée solo perchè in tv ho invitato ad abbandonare l’odio razziale e cercare una soluzione nella buona politica. È questo il concetto espresso da Sara Manfuso, presidente dell’associazione #Iocosì.
Manfuso denuncia l’attacco subito diffondendo il messaggio audio ricevuto e anche gli sms.
“L’odio sui social non fa meno danni della violenza fisica”
Questa la nota integrale di denuncia di Sara Manfuso: “Ho un profilo civico, mi occupo di donne e – in quanto tale – mi capita di essere ospite in televisione. Dinanzi alla morte di Desirèe al rispettoso silenzio può solo accompagnarsi un’analisi attenta che trovi nella buona politica una risposta. L’invito all’odio razziale alimenta la tensione già alta nel Paese e ci fa precipitare nel medioevo culturale da cui faticosamente, con anni di battaglie, siamo usciti”.
E prosegue: “Per aver sostenuto questa posizione a Mattino 5, ospite di Francesco Vecchi, sui social mi è stata augurata, insieme alla Boldrini e ad altri, la stessa fine di Desirée. Con la differenza che a me lo stupro sarebbe piaciuto. Mi muoverò nelle sedi preposte, perché l’odio sui social non arreca meno danni della violenza fisica”. Lo scrive in una nota Sara Manfuso, presidente dell’associazione #Iocosì.
Ed è vero, è tutto vero.
Abbiamo l’audio di un ragazzo, molto giovane, si riconosce dalla voce acuta ma impastata, dalla forte cadenza vernacolare, lo sentiamo fomentarsi, partire da un tono sommesso per poi far crescere la rabbia come una versione moderna della Nasty Sciura nemica di Rocco Tanica e Elio e le Storie Tese
Sai cos’è Sara? Il problema grosso in Italia è che c’è gente come te! Voi sciete il problema più grosso del mon-do! (sic!) Ti voglio far sentire anche la mia voce, per farti capire che io non sono un delinquente o un barbone (sic!) Capito?!?!?
Continuando, da un esordio in cui già il nostro bravo Italiano si presenta benissimo definendo i senza tetto al pari dei delinquenti, in un crescendo sempre più censurabile e deprecabile in cui pare evidente che il nostro anonimo Italiano dalla voce Italiana si sia dimenticato di non essere più su Facebook ma nella vita vera
Pe-roooò? Ci sono scinque milioni di italiani discoccupati (sic!) cara Saretta, e i ne*retti che difendi te so’ tutti spacciatori di mmmmmmmer*da, di mmorte (sic!) di morte, eroina, cocaina, hashish e marjuana, dimmer*da! Lo vend…falla vendere a cinque milioni di italiani! Hai capito? No che il giudice rilascia i neg*i che vendono la droga perché non hanno altra fonte di sostentamento (Nota di Shadow: l’anonimo giovine qui si riferisce ad una bufala nota da noi affrontata in passato, che io stesso esaminai…), perchè anch’io Itallliano (sic!) se rimango senza lavoro mi piacerebbe vender l’ecstasy ai ragazzini farli morire! E guadagnare milioni di oro, milioni di euro ma non lo faccio! Perché ho un’etica!
Ok, il nostro anonimo ha un’etica. Vediamo il resto della registrazione per capire dove lo porta, quest’etica…
Hai capito? Ho un’etica! Sai cos’è l’etica dell’italiano! Te sei una mer*a, sei una mer*a che difende quei nigeriani spacciatori bastardi. Spero che inculino te al posto di Desirèe! Uh!
Abbiamo capito che l’etica dell’Italiano prevede quindi alzare la cornetta per augurare coraggiosamente a donne a caso di essere stuprate dopo aver dichiarato che i senza tetto e gli stranieri sono spacciatori per natura.
A questo punto interrompiamo brevemente la discussione per mostrarvi una didascalia dell’etica dell’Italiano
Taceremo sui profili legali, noti a chiunque abbia superato le scuole medie con profitto, che sconsigliano di telefonare a persone che non conosci augurando loro violenza sessuale, anche facendo l’accento Svedese in un imbuto
Ma torniamo all’articolo di DIRE. Leggetelo fino in fondo, andate sul loro sito www.dire.it, peraltro linkato e citato ad inizio articolo: ha anche un elenco di persone che su Internet ci sono, e ritenendo di essere protette da un anonimato che di fatto non esiste, specie se il tuo account comprende nome e cognome.
L’unica colpa di Sara Manfuso? Essere presidentessa dell’associazione #iocosì, contro le discriminazioni di ogni tipo.
Ed a giudicare dalla presenza di chi, al calduccio della sua comoda dimora, considera i senza tetto, quindi meno fortunati di lui, delinquenti per natura e meritevoli di miseria e chi descrive lo stupro come “punizione” da ammanire, possiamo affermare che c’è al mondo molto più bisogno di Sara Manfuso che degli haters.
Haters, che, ricordiamo, patiranno le conseguenze legali delle loro azioni.
Ben venga: accadrà anche da noi.
Nel frattempo, chi avesse invece buona volontà, potrà approfondire la lotta e le campagne di #iocosì, usando il suo tempo in modo più conferente e giudizioso.
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