NOTIZIA VERA Ruba per sfamare figlio di 4 anni: 6 mesi di carcere. Niente sconti per un padre di famiglia
Ci segnalano un articolo pubblicato il 26 novembre 2017 su Made in Italys:
Accade in un supermercato di Milano. L’uomo fermato con una fetta d’arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d’olio.
Ruba per sfamare il figlio di 4 anni. Il giudice lo condanna a 6 mesi di carcere. Niente sconti per un padre di famiglia!Accade in un supermercato di Milano. L’uomo fermato con una fetta d’arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d’olio.
Cari amici, la storia di Filippo, 34enne, disoccupato e padre di un bambino di 4 anni, è la storia di tanti altri padri di famiglia che, come lui, tentano di sopravvivere come possono.
Filippo, però, dovrà scontare sei mesi di carcere per essersi infilato dentro le tasche e sotto i vestiti una fetta d’arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d’olio.
“Ho rubato perché a casa mi aspettava un figlio di 4 anni affamato. Ho chiesto aiuto a tutti. Sono andato anche in Comune chiedendo un posto di lavoro per la grave situazione ma nessuno mi ha aiutato. È vero, ho rubato… ma non sono un ladro. Sono solo un padre di famiglia disperato che per sfamare mio figlio mi sono ridotto a rubare un pezzo di carne ed una fetta di formaggio.”
In verità, Filippo era già stato fermato e denunciato – due settimane prima – per aver sottratto pane, latte e una confezione di prosciutto dagli scaffali di un supermercato. Aveva arraffato quello che bastava per sfamare la sua famiglia, giusto per mettere qualcosa nel frigorifero di casa, e per dare da mangiare alla moglie e al figlio di quattro anni.
Processato con rito direttissimo, Filippo era stato condannato a cinque mesi con la condizionale, e liberato con l’obbligo di firma.
Qualche giorni fa, però, l’uomo è stato sorpreso di nuovo mentre tentava di uscire da un supermercato in Viale Padova, Milano. Il direttore del supermercato, una volta accortosi del furto ha chiamato i carabinieri. Giunti sul posto i militari lo hanno arrestato con l’accusa di furto aggravato.
Vedete, amici, non voglio giustificare chi ruba, ma permettetemi di spezzare una lancia a favore di tutta quella gente disperata che a causa della crisi economica non ha letteralmente cosa mettere in tavola. Quella gente a cui non manca la voglia di lavorare e guadagnarsi da vivere, ma a cui manca la possibilità di farlo.
Il gesto di Filippo è solo il simbolo di una parte dell’Italia che è ridotta veramente in situazioni economiche drammatiche, in totale dissonanza con il denaro pubblico sprecato e male usato, denaro pubblico che potrebbe essere messo a disposizione di quelle povere persone che non hanno cosa mangiare all’ora dei pasti.
Il fatto è realmente accaduto nel 2013. Come scrive Il Giornale in un articolo del 26 maggio 2013, Filippo P. era stato sorpreso dai vigilantes del supermercato Conad di Corso Francia, mentre rubava dell’arrosto sottovuoto, una bottiglia di olio e un pezzo di formaggio. I vigilantes hanno chiamato i Carabinieri che lo hanno arrestato per furto aggravato.
Come scrive anche Fanpage in un articolo sempre del 26 maggio 2013, il giudice Fabio Mostarda, nonostante comprendesse la drammatica situazione dell’uomo, ha disposto per lui la custodia nel carcere di Regina Coeli, dopo aver patteggiato una condanna a 6 mesi. L’avvocato Gianluca Arrighi, che lo difendeva, aveva dichiarato:
Ho assunto gratuitamente la difesa perché ritengo che vi siano dei casi umani che noi penalisti non possiamo esimerci dall’accettare. Purtroppo negli ultimi anni i casi di persone che commettono furti di generi alimentari è aumentato in modo esponenziale. È ovvio che nulla giustifica la commissione di reati ma una cosa è rubare per arricchirsi e una cosa è rubare per mangiare.
Due settimane prima dell’episodio, il 34enne disoccupato era già stato condannato a 5 mesi per lo stesso reato. Per lui era stata disposta la condizionale, poi era stato liberato con l’obbligo di firma.
Made in Italys riporta dunque una notizia di 4 anni fa, considerando che l’uomo avrà di sicuro già scontato la pena. In più l’autore parla di Milano, ma se l’uomo ha scontato la sua pena al carcere di Regina Coeli è facile intuire che si tratti di Roma.
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