La notizia che i Repubblicani avrebbero approvato un emendamento a una legge che consentirebbe alle agenzie di adozione federali di discriminare le famiglie LGBTQ è vera. L’emendamento, in Commissione alla Camera, vorrebbe vietare le adozioni per le famiglie LGBTQ negandone i servizi.
A lanciare l’allarme è la comunità LGBTQ. Ha rilasciato le notizie secondo cui i Repubblicani nel Congresso degli Stati Uniti avevano votato per rendere legale il divieto alle famiglie gay e lesbiche di adottare.
Non è un buon periodo per gli attivisti LGBTQ. Il 2 luglio, la Corte Suprema del 2 luglio aveva dato ragione a un fornaio del Colorado, denunciato per aver violato la legge antidiscriminazione, rifiutando, per motivi religiosi, una torta nuziale per una coppia gay.
Ora il voto sull’adozione dei gay durante l’esame di una proposta di finanziamento per il dipartimento dei servizi umani e dell’istruzione, l’11 luglio 2018.
Tra gli emendamenti si trova quello del rappresentante dell’Alabama, Robert Aderholt. L’emendamento vieta agli enti statali finanziati di agire contro chi rifiuta di fornire servizi, per motivi religiosi o morali.
Il disegno di legge deve ora passare sia alla Camera che al Senato, per poi essere firmato dal Presidente prima che possa diventare legge, in un linguaggio quasi identico a quello del Child Welfare Provider Inclusion Act, una legge introdotta dai Repubblicani nel Senato degli Stati Uniti nell’aprile 2017.
I primi due paragrafi dell’emendamento contengono i principi di divieto. L’emendamento vuole impedire di discriminare i fornitori di assistenza ai minori che rifiutano di fornire un servizio. Questo se sono in conflitto con le proprie convinzioni religiose o convinzioni morali.
Definendola una “licenza per discriminare”, la Campagna per i diritti umani (HRC) ha affermato che l’emendamento avrebbe «un impatto devastante e dannoso sui servizi di assistenza ai minori, consentendo discriminazioni contro le persone LGBTQ, le coppie omosessuali, le coppie interreligiose, i genitori single, sposati et cetera».
Il leader delle minoranze della Camera, Nancy Pelosi, ha definito l’emendamento «profondamente immorale e profondamente offensivo» e ha detto che i democratici combatteranno contro di esso «con tutte le nostre forze».
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