Lavorare di meno, produrre di più, vivere meglio: manca solo il classico “e vissero tutti felici e contenti” e avremmo un perfetto finale hollywoodiano. O scandinavo, in questo caso. La formula magica che consente l’inverosimile quadratura del cerchio della vita moderna proviene dalla Svezia, dove un numero crescente di aziende, imbeccate da qualche amministrazione locale illuminata, sta riducendo l’orario di lavoro dalle classiche otto ore a sei per favorire il benessere fisico e mentale dei propri dipendenti, e al contempo aumentare la produttività.
Il principio, in fondo, è semplice e ce lo spiega Linus Felds, amministratore delegato di Filimundus, società che sviluppa app per smartphone: “Restare concentrati per otto ore consecutive è molto difficile, e per farlo siamo costretti a intervallare spesso con delle pause e mescolare con altre attività per rendere tollerabile la giornata. Le otto ore, dunque, non sono mai davvero effettive. E ti complicano la gestione della tua vita al di fuori dell’ufficio“. In altre parole: non si lavora mai otto ore effettive, e dunque è più utile scremare il tempo che si trascorre in azienda dalle pause, consentendo ai dipendenti di godere di più tempo libero, e ottenere in cambio una maggiore intensità produttiva durante l’orario di ufficio. La Toyota di Goteborg ci è arrivata molto tempo prima, all’inizio del nuovo millennio, e i risultati sono stati straordinari: dipendenti più felici, basso tasso di avvicendamento e profitti in crescita del 25%.
Alla stessa conclusione è giunta una casa di cura di Goteborg, il centro Svartedalens, che ha ridotto l’orario di lavoro di infermieri e personale medico, migliorando non solo la loro esistenza ma anche quella dei pazienti. Certo, per coprire le esigenze degli anziani clienti della struttura è stato necessario assumere 14 persone in più e non tutte le aziende sono in grado di permettersi questo tipo di contromisura.
Quello che è stato definito “il grande esperimento sociale svedese” è partito nell’aprile 2014, con l’annuncio da parte del governo cittadino di Goteborg di voler diminuire l’orario di lavoro nel settore pubblico, con l’obiettivo ambizioso di aumentare la produttività, tagliare i costi e migliorare la qualità della vita dei lavoratori. L’esperimento è stato un pieno successo. Sorpresa? Non più di tanto. In fondo, già negli anni Trenta del secolo scorso il grande Bertrand Russell, nel suo “Elogio dell’ozio”, aveva pronosticato che il progresso tecnologico avrebbe ridotto l’orario di lavoro fino a un massimo di 20 ore alla settimana.
NOTIZIA VERA PRECISAZIONI Svezia: si lavora sei ore per produrre di più e vivere meglio – bufale.net
Ci segnalano la seguente notizia, tratta da Leonardo:
-
Anche in questo caso la notizia è vera, ancorché va posta una piccola ma doverosa precisazione.
- Non si parla di una effettiva riduzione dell’orario di lavoro, ma di una riduzione del tempo in azienda ottenuta mediante ottimizzazione delle risorse.
Sostanzialmente, la Toyota di Goteborg è stata pioniera di un nuovo modo di gestire il tempo libero: anziché trattenere gli operai in azienda per otto ore, intervallate da brevi pause, mensa in azienda e riposi, ha riprogettato gli orari in modo che il personale potesse gestire sei ore di lavoro nette e consecutive per poi tornare a casa a godere del riposo e del tempo libero ritrovato.
L’esperimento è stato anche traslato in una casa di riposo di Svartedalens: il sistema ha richiesto l’assunzione di 14 nuovi addetti (con inevitabile ricaduta di costi sull’amministrazione), ma ha ottenuto il favore sia dei degenti che del personale: i primi si sentono accuditi meglio ed in modo più razionale, esendo il personale soddisfatto e non essendoci pause interruttive; i secondi trovano più utile spendere il proprio tempo con un turno ininterrotto di lavoro seguito da 18 ore da spendere coi propri cari e nel riposo.
Cita comunque il Guardian come il sistema delle sei ore sia ancora lontano dal diventare la norma: il punto debole dei costi aumentati per l’amministrazione ha portato la città mineraria di Kiruna a provare, ed abbandonare, il sistema delle sei ore per le maestre degli asili locali: ma l’esperimento di Svartedalens continuerà almeno per tutto il 2016, e saranno tratte migliori conclusioni.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.