Ci segnalano il seguente articolo, dal titolo Sopracciglia tatuate ammissibili a detrazione.
Chi lo avesse fatto, avrebbe notato un hyperlink alla circolare 2016/18/E dell’Agenzia delle Entrate, commentata in tal modo
La spesa per il tatuaggio effettuato per la cura o l’alleviamento della condizione di disagio fisico derivante dall’assenza di ciglia e sopracciglia, derivante da un’eventuale alopecia o da altra malattia con i medesimi effetti, può essere detratta dalle tasse secondo la normativa relativa alla detrazione delle spese mediche (dunque per un 19% della spesa portata in detrazione, con un importo che per tutte le spese mediche deve almeno superare i 129,11 euro).
L’agenzia ha difatti effettuato uno specifico quesito al Ministero della Salute, richiedendo chiarimenti sul valore medico di tale intervento. Il Ministero ha sottolineato come “L’intervento di dermopigmentazione, anche se non eseguito per finalità di cura, è volto a correggere almeno in parte una condizione secondaria alla malattia e ad alleggerire il suo impatto psicologico.”. L’intervento in esame può essere ricondotto ad un intervento medico-sanitario “a condizione che sia eseguito da personale medico presso strutture sanitarie provviste della regolare autorizzazione.”.
Non si parla quindi dell’intervento estetico in sé, ma di un intervento di chirurgia estetica riparativa atta a curare il disagio psicofisico cagionato da specifiche malattie deturpanti.
Il che, dato il concetto di danno estetico come alla vita di relazione è completamente possibile: se un soggetto si ammala di una malattia che lo deturpa nel corpo, la qualità della sua vita crolla, e diviene necessario fornire delle cure che lo Stato ritiene di potersi prendere in carico parzialmente.
Non si tratta quindi di chirurgia elettiva, qualcosa che può essere fatto a scelta del paziente per migliorare un aspetto fisico già degno della vita di relazione, ma di chirurgia tesa a riparare i danni di una condizione medica certificata, in una idonea struttura medico-sanitaria.
I più curiosi tra voi, seguendo il link alla circolare citata troveranno un piccolo elenco di casi altrettanto dubbi che, con alterni risultati, l’Agenzia si è peritata di risolvere, perlopiù relativi alle spese scolastiche, alla conservazione degli embrioni in caso di cure per la fertilità, agli interventi in edilizia ed al c.d. Bonus Renzi (IRPEF), del quale noi stessi ci eravamo occupati in una guida utile e che ora la stessa Agenzia delle Entrate ritiene materia da esaminare.
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