NOTIZIA VERA PRECISAZIONI il lato oscuro delle lampade a led

Un recente articolo di “National Geographic” che titola: “Il lato oscuro delle lampade a Led” sta sollevando, secondo alcuni lettori, dubbi sulla sua attendibilità. 

Queste due immagini satellitari di Calgary, in Canada, sono state scattate dalla Stazione Spaziale Internazionale nel 2010 (a sinistra) e nel 2015 (a destra). Molte aree dei sobborghi sono illuminate in maniera nuova rispetto al 2010 e molti quartieri sono passati dalle lampade arancioni al sodio a quelle bianche a Led. Fotografie NASA Earth Observatory/Kyba GFZ

 

L’articolo di National Geographic:

“Secondo uno studio, la riconversione dell’illuminazione dettata da ragioni di efficienza energetica sta aggravando l’inquinamento luminoso; In giro per il mondo l’illuminazione a Led sta sostituendo sempre più spesso quella tradizionale nello sforzo di risparmiare soldi ed energia. Un comportamento virtuoso che potrebbe avere però un pericoloso effetto collaterale. L’inquinamento luminoso è stato un problema crescente per decenni e la recente introduzione dei bulbi a Led (light emitting diode) ha incrementato in maniera considerevole la quantità di luce emessa dalle città.

Uno studio realizzato su base mondiale da Christopher Kyba dell’istituto di ricerca tedesco per le geoscienze GFZ, i cui risultati sono stati pubblicati su Science Advances, ha scoperto che la radianza della quantità di luce in arrivo dalla superficie terrestre di notte è aumentata del 2% l’anno nel corso degli ultimi quattro anni, spinta dal rapido passaggio all’illuminazione Led e dalla crescente urbanizzazione.

Gli scienziati hanno osservato l’inquinamento luminoso montando un radiometro realizzato appositamente per le luci notturne su un satellite della NOAA che è rimasto in orbita attorno alla Terra per quattro anni. In questo modo hanno accertato che l’incremento  

più veloce di luce artificiale è avvenuto nei paesi in via di sviluppo e che la crescita dell’inquinamento luminoso corrisponde alla crescita del Pil globale.

Oltre alla luce misurata, un’ulteriore quota di inquinamento luminoso non è stata rilevata in quanto il sensore utilizzato per lo studio non è in grado di percepire la luce inferiore ai 500 nanometri, compresa quella blu emessa da alcuni bulbi a Led.

L’inquinamento luminoso, in particolare la luce blu emessa dai Led, non rende solo più complicata l’osservazione delle stelle. Può avere anche gravi conseguenze sulla fauna selvatica i cui ritmi biologici ed istinti notturni vengono sconvolti dalla presenza eccessiva di luce artificiale. Negli esseri umani può interferire invece nei ritmi circadiani e rendere più difficile la visibiità quando si guida di notte. E in alcuni casi può persino anticipare l’arrivo della primavera.

I ricercatori coinvolti nello studio sostengono che la possibilità di poter ridurre gli impatti negativi dell’inquinamento luminoso esiste. Lampade a Led ben disegnate possono ridurre in maniera drastica la quantità di luce che va dispersa senza significative differenze per l’utilizzo che ne facciamo. Kyba, che ha coordinato lo studio, è convinto che sia possibile ridurre allo stesso tempo consumi energetici e inquinamento luminoso, a patto che la luce risparmiata non venga aggiunta a quella già esistente.” 

 

In sostanza, l’articolo è vero, seppur meriti delle piccole precisazioni; come spesso accade quando si tratta di argomenti prettamente scientifici si tende a scrivere in un linguaggio più comprensibile e alle volte capita che, anche da testate giornalistiche di rilievo”, vengano omessi dei piccoli dettagli, che riassumo in pochi punti: 

 

  1. Lo studio è stato pubblicato in maniera più che dettagliata ma risulta disponibile solo in inglese, riportato anche dalla CNN.
  2. Science Advances è una rivista scientifica libera, gestita da scienziati, su cui vengono pubblicati i risultati di test e esperimenti in ambito di più dottrine scientifiche diverse; tutto corredato di prove tangibili dei risultati.
  3. Il risultato del test ha misurato un incremento nella radianza (vedi Radianza) nel globo del 2.2% anziché del 2% di National Geographic che comunque riporta come non sia possibile verificare la luce sotto i 500nm con il macchinario usato per il test (vedi VIIRS / Spettro Visibile).
  4. La luce in questione è la cosiddetta “luce fredda”, a cui recentemente sono passate anche alcune grandi città come Berlino, Milano, Oslo e Copenaghen; quindi il risultato del test potrebbe essere leggermente inferiore alla realtà dei fatti, come precisato anche all’interno del test stesso.

  

In ogni caso, e nonostante le precisazioni, la notizia è vera e riportata anche dall’INAF qui, da CieloBuio qui, da GreenMe qui, inoltre, la si ritrova in svariate altre discussioni. 

 

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