Un perverso bias di conferma introdotto dai viralizzatori di professione che ci porta ad essere inondati ogni giorno di lettori quantomeno disattenti pronti ad “indinnarsi a comando” perché il Corriere del Culo gli ha descritto le mirabolanti gesta di Grisù, metalupo part-time, condannato a morte dai giudici cattivi per aver straziato con le sue enormi mascelle le carni di un “ladro straniero” lasciando il suo cadavere mutilato a marcire in una pozza di sangue e bile e, allo stesso tempo, a fare le pulci alla stampa.
Blasting News, aggregatore di notizie varie, quest’oggi ha deciso di riesumare questa vecchia storia
Compie 84 anni questo 27 settembre Lina Medina, quella che risulta essere la mamma più giovane della storia. L’incredibile vicenda si svolse in Perù, in un remoto villaggio nelle vicinanze della città di Paurange, distretto di Ticapro. Lina Medina Vasquez quando partorì non aveva ancora compiuto i 6 anni di età, era il 1939.
Abitando lontano dalle cliniche ospedaliere la madre, che aveva notato una anomalo gonfiore dell’addome della figlia, fece vedere la piccola allo sciamano del villaggio. L’intervento del santone non ebbe successo.
Preoccupata che l’anomalia potesse essere un tumore addominale si convinse di farla visitare da un vero dottore e affrontato un viaggio di alcuni giorni, giunsero alla clinica di Pisco.
Una volta visitata la diagnosi lascio tutti di stucco, medici compresi, la piccola Lina non era ammalata, era incinta di ben sette mesi.
Fu scelto di trasferire la giovanissima futura mamma presso una struttura più attrezzata e venne trasferita all’ospedale della capitale Lima. Qui il 14 Maggio 1939, dopo un mese e mezzo di ricovero, diede alla luce il suo primo figlio. Il piccolo godeva di piena salute, pesava 2,7 chili e gli fu dato il nome di Grardo Alejandro. Il parto [VIDEO] non fu naturale, vista l’ età della paziente fu eseguito un cesareo.
Lina, ad oggi, risulta la piu’ giovane madre al mondo il cui caso clinico sia scientificamente documentato. La sua storia clinica, infatti, fu ampiamente studiata vista l’eccezionalità dell’evento.La piccola ebbe uno sviluppo precoce.
Dai rapporti medici di allora che sono giunti fino a noi, il primo ciclo mestruale le venne datato tra gli otto mesi e i due anni e mezzo di vita. A quattro anni comunque era già nel pieno della pubertà. Questa precocità era molto probabilmente dovuto ad un disturbo ormonale. Oggi sappiamo che la pubertà anticipata prima degli 8 anni ha un incidenza di 1 bambino ogni 10.0000 e solo 1 su 10 riguarda i maschi.
Ci furono molte illazioni sul fatto che la storia fosse stata creata solamente per riempire le pagine dei giornali. La documentazione medica però dimostro fin da subito che non si trattava di una legenda inventata ma le radiografie, analisi del sangue e fotografie che ritraevano Lina col pancione (messe a disposizione di tutti gli studiosi), ne dimostravano l’assoluta realtà. I genitori, in oltre, non vollero mai, nonostante le numerose richieste, rilasciare interviste e non specularono sulla vicenda per proteggere la piccola.
Gerardo fu convinto fino all’età di dieci anni che Lina fosse sua sorella maggiore, fino a quando la vicenda non gli fu raccontata da alcuni compagni di scuola.
Morì a 40 anni a causa di una malattia del midollo osseo.
Lina, lavorò come segretaria nella clinica dei medici che l’avevano aiutata nel parto [VIDEO]. Si sposo nel 1970 ed ebbe un secondo figlio nel 1972. Rifiutò qualsiasi contatto con la stampa, anche nel 2002 quando la Reuters le propose di raccontare la sua vicenda. Non volle mai rivelare l’identità del padre di suo figlio. Inizialmente furono anche accusati il padre e il fratello maggiore di Lina, ma venero scagionati per mancanze di prove. Secondo alcuni studi, nei villaggi del Peru, venivano praticati dei riti pagani che si concludevano con dei rapporti sessuali di gruppo nei quali erano coinvolti anche i bambini. Molto probabilmente nemmeno Lina è mai venuta a conoscenza di chi fosse il padre di Gerardo. Il museo delle cere di New York, recentemente, ha dedicato una statua in suo onore
Ma come ricordano testate come il Corriere della Sera, la notizia è assolutamente vera, ed è tornata in auge per il genetliaco della puerpera.
Già all’epoca, negli anni ’30, si fece avanti il sospetto della bufala, placato solo con una serie di esami medici effettuati sull’allora bambina Lina Medina e l’invio di un medico-ispettore del Servizio di Pubblica Sanità Statunitense, nonché i referti dello psicologo che ebbe in cura Lina Medina.
I risultati delle analisi dimostrarono che un probabile difetto della ghiandola pituitaria aveva causato un maggiore influsso ormonale, accelerando quindi la maturazione dei tratti sessuali della bambina, raro ma possibile (un caso simile si era verificato in Russia, con una bambina dimostratasi fertile a sei anni e mezzo), e che dal punto di vista psicologico la bambina riuscì a superare la bizzarra situazione, ma continuò a lungo a pensare al figlio come ad un fratellino minore, accudito insieme alla madre/nonna ed al padre/nonno.
L’identità del padre biologico del defunto Gerardo è, ad oggi, sconosciuta.
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