Ne è stata presentata una riproduzione in scala “1:500” nel 2011 alla Galleria della Scienza di Dublino in un evento dedicato al futuro della specie umana. Lo riporta anche il portale inglese di Wired. Ci dispiace per tutti i potenziali tendenti al suicidio che stanno leggendo: purtroppo si tratta solo di un progetto, mai realizzato. Praliamo delle Montagne Russe dell’Eutanasia.
Il suo inventore, Julijonas Urbonas , novello Guillottin (che, per la precisione, non inventò la Ghigliottina, ma ne fu il proncipale sostenitore) è riuscito ad escogitare un metodo «eleganza ed euforico» per fare fuori tutte quelle fastidiose famiglie che si aggirano per i parchi giochi. Quel ch’è interessante sono i principi fisici e fisiologici che ne permetterebbero, almeno in teoria, il funzionamento. Se venissero realmente realizzate sarebbero lunghe 7,5km (Sic!) con un picco massimo di altezza pari a mezzo chilometro; queste proporzioni sono necessarie per indurre sul corpo del malcapitato turista una forza G tale da privarlo di coscienza accompagnandolo dolcemente alla morte, che sopraggiungerebbe per anossia cerebrale, ovvero, mediante mancanza di ossigeno al cervello.
Tanto per intenderci Samantha Cristoforetti ha dovuto sopportare fino a 3,5 G per lasciare la Terra. Stando alle specifiche del progetto, l’Euthanasia Coaster provocherebbe 10 G nell’arco di 60 secondi agli sventurati passeggeri. Una persona “normale” può arrivare a sopportare accelerazioni di gravità attorno ai 5 G positivi e i 3 G negativi. Per G negativo si intende una accelerazione di senso inverso. I G positivi fanno defluire il sangue dalla testa ai piedi e viceversa per i negativi. Così spiegano due esperti di medicina applicata al volo, sia nell’ambito dell’aeronautica che dell’astronautica Pierandrea Trivelloni e Umberto Berrettini in questo studio.
In realtà quello che conta sono anche i tempi entro i quali si viene esposti alla accelerazione di gravità, inoltre con una preparazione adeguata ed appositi accorgimenti si possono raggiungere capacità di resistenza davvero notevoli. Potete farvene un’idea spulciandovi la pagina della Wikipedia inglese dedicata a John Stapp, una leggenda nella storia del volo, che studiò sulla propria pelle gli effetti della accelerazione e decelerazione. “Urgerebbe” un esperimento pratico, insomma, per accertare il reale funzionamento di questa bizzarra idea di eutanasia. Con buona pace del buon gusto.
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