Ci segnalano un post pubblicato il 22 ottobre 2017 sulla pagina ufficiale di Rinaldo Sidoli, responsabile del Centro Studi del Movimento Animalista:
Per chi avesse problemi di visualizzazione del post incorporato riportiamo di seguito l’immagine e la didascalia:
Lei si chiamava Gaetana, era una simpatica tartaruga Caretta caretta. Voleva vivere e doveva vivere. Ma ieri è stata legata a un blocco di tufo e uccisa a colpi di remi. La sua unica colpa era quella di contendere il pescato con dei delinquenti che si credono i padroni del Mar Piccolo. Chiediamo all’amministrazione di Taranto di procedere al sequestro di barche e reti per contrastare i pescatori di frodo. La bellezza della vita prevarrà solo con il rispetto delle regole.
Il 22 ottobre Quotidiano.net e Repubblica riportano che Gaetana è stata rinvenuta a Taranto nella mattinata di sabato 21 ottobre. La tartaruga era stata legata a un blocco di tufo dopo essere stata uccisa, per far sì che restasse sul fondale marino. A fare la triste scoperta è stata l’ARPEC Puglia che immediatamente ha avvertito i volontari del WWF di Taranto (Corriere).
Si parla di un vero e proprio atto di bracconaggio.
Una volta segnalato l’accaduto al WWF sono state avvertite le autorità competenti: Carabinieri, Guardia Costiera, ASL e Aeronautica. L’ASL ha dunque interpellato il magistrato di turno, che ha avviato le indagini. Come riporta il WWF in un comunicato, Gaetana era stata recuperata, ferita (Scienze Fanpage), vicino al Parco Cimini di Taranto il 9 gennaio 2017 e presa in cura dai volontari di Policoro. In una dichiarazione Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, ha affermato:
Accanirsi barbaramente contro un’innocua e indifesa tartaruga marina è un gravissimo gesto di inciviltà, un vero e proprio crimine di natura che, purtroppo, il nostro ordinamento ancora non punisce adeguatamente.
In Senato da mesi è fermo il ddl (Cirinna’ – De Petris – Amati) sui reati contro flora e fauna necessario per completare la legge sugli ecoreati, la 68 del 2015 che ad oggi punisce penalmente chi inquina ma non chi uccide specie protette. Cosa aspetta il Legislatore? Forse l’estinzione di specie come la Caretta Caretta, già minacciata da cause accidentali.
Notizia vera, dunque.
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