Ci avete segnalato un articolo del 9 Agosto 2016, dal blog di Francesco Vozza:
Il gruppo parlamentare della Lega ha presentato alla Camera un disegno di legge che prevede la reintroduzione del Crocifisso nei luoghi pubblici ed una multa da 500 a 1000 euro per “chiunque rimuove in odio ad esso l’emblema della Croce e del Croficisso dal pubbico ufficio […] o lo vilipende”. La proposta choc degli uomini di Matteo Salvini è stata spiegata con queste parole: “Risulterebbe inaccettabile per la storia e per la tradizione dei nostri popoli, se la decantata laicità della Costituzione repubblicana fosse malamente interpretata nel senso di introdurre un obbligo giacobino di rimozione del Crocifisso; esso, al contrario, rimane per migliaia di cittadini, famiglie e lavoratori il simbolo della storia condivisa da un intero popolo.”.
La fonte è Il Giornale, che espone maggiori dettagli sulla proposta firmata in primis da Roberto Simonetti e, a seguire, da altri esponenti della Lega Nord di Matteo Salvini. La premessa parla di tradizione, di patrimonio storico indissolubilmente legato all’Italia. La sanzione esposta nel disegno di legge è vera: ammenda da 500 a 1000 euro per quanti non dispongano l’esposizione di una Croce o di un Crocifisso nei pubblici uffici. La proposta di legge è consultabile a questo indirizzo della Camera dei Deputati e corrisponde in ogni parte a quanto riportato sia dal blog di Francesco Vozza e sia dal quotidiano Il Giornale. Al centro dell’iniziativa vi è l’idea di una laicità dello Stato che non rischia lesione alcuna, con l’esposizione di un simbolo religioso posto come apice della patrimonio culturale italiano. Non poteva mancare, infine, il riferimento alla situazione migranti, anche se inserita in punta di piedi:
Rispettare le minoranze non vuole dire rinunciare, delegittimare o cambiare i simboli e i valori che sono parte integrante della nostra storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.
Pur prendendo atto dell’odierna aconfessionalità e neutralità religiosa dello Stato, nonché della libertà e della volontarietà dei comportamenti individuali, i fatti da ultimo registrati evidenziano come si renda necessaria l’emanazione di un provvedimento che assicuri che non vengano messi in discussione i simboli e i valori fondanti della nostra comunità.
Riepilogando: è vera la proposta di legge e sono vere le pene previste. Nessun allarme, però: la Camera deve ancora approvare.
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