NOTIZIA VERA Il Corriere pubblica su FB l’Origine du Monde di Courbet, i lettori la scambiano per una foto e s’indignano – bufale.net

L’indinniazione è una brutta bestia. Ed esiste davvero. E un capolavoro come L’Origine del Mondo di Courbet ci ha piombato tutti nel fantastico universo di Ah, ma non è Lercio, nel mondo bizzarro delle Mammine Pancine del Signor Distruggere, dove il Gentismo e l’indinniazione attecchiscono in un femminile rozzo, chiassoso ed ignorante e nella miseria di una nazione incapace di distinguere il vero dal falso.

Solo l’anno scorso l’Italiano medio era intento a telefonare a Rosy Abate, la Regina della Mafia minacciandola di stupro e violenze varie per “salvare l’Italia dal Crimine”, cosa potevate pensare sarebbe accaduto esponendo masse di ignoranti ad un capolavoro della pittura mondiale come ha cercato, invano,  di fare il Corriere della Sera?

La nostra storia comincia il 27 settembre

Quando, in un triste tentativo di educare il pubblico nello stile di trasmissioni datate come Non è mai troppo tardi, il Corriere della Sera si dà il commendevole incarico di spiegare una scoperta: il nudo artistico dipinto da Courbet, l’Origine del Mondo ora ha una modella, tale Constance Quéniaux.

Scoperta stupefacente per gli amanti dell’arte: come imbattersi, da domani, in biografie complete della Gioconda, della Dama dell’Ermellino, della Ragazza dall’Orecchino di Perla ed altre figure femminili del mondo della pittura.

Ma non per gli indinniati speciali, per le Pancine ed altri figuri meno romantici e più tragicomici dell’evo moderno: Finestre sull’arte, testata specialistica prima in Italiana a narrare questo stupefacente risvolto artistico, ci racconta una storia grottesca ad esso legata

La pagina Facebook del Corriere della Sera è stata inondata di centinaia di commenti indignati in seguito alla pubblicazione di un post con link all’articolo che dava la notizia (da noi diffusa in anticipo sugli altri media italiani) della scoperta dell’identità della modella che posò per l’Origine du monde di Gustave Courbet. L’anteprima dell’articolo mostrava l’immagine del celeberrimo dipinto del 1866 oggi custodito al Musée d’Orsay di Parigi: tuttavia molti lettori del Corriere, ignorando cosa sia l’Origine du monde di Courbet, hanno scambiato il quadro per una fotografia inveendo contro il giornale reo, a loro dire, di pubblicare immagini indecenti.

Una pioggia di commenti che hanno peraltro suscitato l’ilarità e il dileggio di quanti conoscono l’opera: chi ha chiesto di coprire l’opera, chi si preoccupava del fatto che potessero vederla i bambini, chi con ironia mal indirizzata proponeva al Corriere l’invio di foto dei propri genitali, chi si è semplicemente limitato a definire “volgare” l’opera di Courbet o a chiedere al Corriere se i redattori non si vergognino a “mettere cose del genere”. Ed è anche interessante notare che nel titolo del post era chiaramente scritto che si tratta di un dipinto. Forse lo step successivo a leggere solo il titolo sarà… guardare solo le figure?

Indimenticabili commenti come

Gli inqualificabili commenti sull’Origine del Mondo

Ma sono foto da pubblicare?
Neache coperte?
Non sono pudica ma c è un limite a tutto.
Con tanti ragazzini e bambini che si trovano sui social è una vera idecenza pubblicare questa foto.
Sono BASITA
DI UNA VOLGARITÀ INAUDITA

Nonché

Gli inqualificabili commenti sull’Origine del Mondo

Dopo questo post tolgo subito il mio like, che schifo di giornale, non sapete più cosa pubblicare

e

Gli inqualificabili commenti sull’Origine del Mondo

Scusatemi..ma una toppa davanti nooo? È uno schifo da vedere almeno x me

Vergati da profili evidentemente femminili con foto di pargoli e scene familiari hanno invaso il Social Network, degradando un capolavoro dell’arte mondiale al rango di “foto porno” da Calendario Pirelli

Abbiamo qui una diapositiva delle orde di novelle Helen Lovejoy, Lisistrate al contrario pronte a difendere l’onore dei bambini che potrebbero rimanere traumatizzati davanti… all’Origine del Mondo di Courbet.

Prossimo passo? Mettere le mutande al David di Michelangelo, temiamo.

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