Molte azioni di protesta possono essere giuste e sacrosante, a patto di mantenere lo stesso RISPETTO che si esige per la natura. Non è questo il caso della protesta di Greenpeace che PER PROTESTARE O FARE SCALPORE ha scelto un sito PATRIMONIO DELL’UNESCO: Le linee di Nazca:
Maria Reiche era una matematica e archeologa tedesca. Ha passato 50 anni della sua vita a curare la zona di Nazca, a documentare con foto aeree e a mantenere l’area con grandissima cura fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 1998. Pochi anni prima era riuscita a far riconoscere Nazca come patrimonio dell’umanità e sito protetto dall’UNESCO.
La foto risale al 1984, nella quale la scienziata, allora 81enne, curava proprio la figura del colibrì.
A lato l’attrezzatura che usano gli archeologi per entrare nel sito per la manutenzione. E’ possibile entrare nel sito di Nazca solo previa autorizzazione ministeriale. Nemmeno il presidente peruviano può entrare senza autorizzazione nella zona. (La foto e il piede sono del geologo Patricio Valderrama)
Le ultime due foto è come hanno lavorato gli “attivisti” di Greenpeace: sono entrati senza autorizzazione alcuna con scarpe da ginnastica e hanno usato strumenti per terra per posare i loro manifesti (Non li hanno “lasciati cadere senza danno alcuno” come ha risposto a certi la pagina di Greenpeace italia). Hanno camminato sopra le fragili rocce del deserto e sopra una delle linee principali di Nazca.
Il problema è sorto per la fragilità del sito e per la non-curanza che hanno dimostrato gli attivisti nelle protesta
Il noto fotografo Andrew Dare fa notare come Greenpeace abbia cercato maldestramente di coprire il danno fatto tramite Photoshop. Ma nel loro stesso video si vedono i segni lasciati dagli sconsiderati attivisti a Nazca.
Le foto si possono reperire sulla pagina dell’associazione Maria Reiche, che si occupa, dalla morte della scienziata di preservare il sito archeologico di Nazca.
Qui trovate anche tutte le altre fotografie e un articolo completo.
Grazie a per aver creato l’immagine ;).
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