ROMA «Lei è italiano, siciliano o napoletano?». Questa richiesta della burocrazia di Sua Maestà ha fatto storcere il naso a molti connazionali che vivono oltre Manica. E in tanti, dopo l’estemporanea iniziativa degli uffici pubblici inglesi del dopo Brexit, ancora si chiedono se si tratta di una forma di sondaggio voluto proprio per evitare che vi siano discriminazioni o una paurosa gaffe etnica.
L’articolo intero è liberamente riscontrabile nelle edizioni cartacee del noto quotidiano , giornata odierna (8 ottobre 2016), e riporta come diversi italiani in Inghilterra, al momento di iscrivere i propri figli alla scuola pubblica abbiano riscontrato una curiosa variazione nei moduli (solo online), che se un tempo distinguevano tra britannico bianco, scozzese, irlandese, gallese, bianco europeo e “altre nazionalità” ora sembrano aver diviso la categoria “miscellanei” in una complicata babele che distingue gli stessi italiani tra “generici”, napoletani e siciliani.
Il Gazzettino riporta la notizia con screen, nonché la testimonianza di due ricercatori:
«Anche a me è capitata la stessa cosa – testimonia Matteo Cadeddu, giovane fisico ora all’Istituto nazionale di astrofisica di Cagliari-, addirittura, dopo che mi avevano chiesto se ero sardo mi hanno pure domandato se mi sentissi più tedesco che italiano e, a dire il vero, la cosa un po’ mi ha infastidito. Mi hanno poi spiegato che è una forma di sondaggio voluto proprio per evitare che vi siano discriminazioni. Le istituzioni inglesi sono obbligate a farlo e i dati vengono utilizzati da un ente esterno che verifica che statisticamente non sia stato rifiutato nessuno per la sua etnia, mah sarà…».
In attesa di saperne di più, Michele La Motta, il docente italiano da 25 anni a Cambridge, sta facendo una sua personale ricerca. Vuole sapere dai suoi amici spagnoli se anche loro sono stati divisi tra galleghi, baschi e catalani.
La motivazione data è quindi un “sondaggio”: le autorità inglesi, preoccupate per il rischio di discriminazioni, vorrebbero quindi ottenere una mappa più dettagliata delle provenienze etniche di scolari, studenti e ricercatori in modo da compilare un sondaggio sulla discriminazione in ambiente scolastico.
Restiamo comunque in attesa del responso di ricercatori come il La Motta, decisi ad andare in profondità su quanto dettagliate, e su quanti stati europei e no, si accingeranno ad essere queste indagini.
Ciò che è certo è che, effettivamente, a fine scientifico-linguistico effettivamente vi è una suddivisione che porta, glottologicamente, i vernacoli campani e siciliani ad avere una certa considerazione.
Restiamo in attesa dei responsi ulteriori degli interessati.
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