Cateno de Luca, sindaco di Messina, è balzato all’attenzione della stampa e dei social network per quanto affermato all’Adnkronos negli ultimi giorni. Le sue affermazioni sono diventate un meme virale:
I migranti? Metto a disposizione le baracche, quelle dove attualmente vivono 10mila messinesi tra amianto, fogne a cielo aperto e sporcizia. Qualcuno mi accuserà di razzismo? Prima, però, dovrà spiegarmi perché in quelle strutture fatiscenti può viverci un italiano, ma un migrante no.
Sindaco di Messina Cateno De Luca
Cateno De Luca ha realmente manifestato il suo disappunto in un post pubblicato ieri, 27 agosto, sulla sua pagina Facebook:
BUONGIORNO SINDACO CHE NE PENSA DEI 137 MIGRANTI TRASFERITI DALLA NAVE DICIOTTI ALL’HOTSPOT DI MESSINA ?
ho ricevuto qualche minuto fa questa telefonata da una giornalista dell’agenzia adnKronos.
ED IO RISPONDO: “Non ne so nulla ma lei è sicura ? Nessuno mi ha avvertito !”
E la giornalista replica: “scusi sindaco ma lei veramente non è stato preventivante avvertito ?”
ED IO RIBATTO: “No ! Vuol dire che i sindaci sono buoni solo per prendersi le denunzie per le scuole prive di verifica sistemica e prive delle elementari norme antincendio mentre sulle politiche di ammasso dei migranti non hanno alcun diritto di parola”.
Mi chiedo: Un sindaco che non viene avvertito di una situazione del genere cosa conta ?
Mi chiedo e vi chiedo: perché oltre 10 mila persone possono continuare a stare nelle baracche sotto l’amianto con bambini che giocano tra le fogne ed i ratti ed i migranti possono stare in strutture migliori ivi incluso gli alberghi ?
Posso fare una proposta ?
Mandiamo i baraccati negli alberghi ed i migranti nelle baracche ?
NON È GIUSTO DOPO 110 GARANTIRE UN TETTO DIGNITOSO AI MESSINESI E TENERE PER QUALCHE ANNO I MIGRANTI NELLE BARACCHE ?
una cosa del genere farebbe indignare tutto il mondo ed i benpensanti ma dei messinesi nelle baracche il mondo ed i moralisti a senso alternato se ne fregano altamente perché non fa notizia !
Nell’intervista riportata dall’Adnkronos si parla di provocazione, e De Luca – come nel post – lamenta in primis il mancato avvertimento, avendo appreso esclusivamente dai giornali dell’arrivo dei migranti della Diciotti all’hotspot di Messina:
A mandare su tutte le furie il sindaco è la scelta di Messina per la realizzazione di un hotspot. Messo su in “una delle zone più delicate della città, quella in cui c’è ancora gente che vive nelle baracche e a cui non riesco a spiegare perché per certe cose si trovano i soldi e per loro no. Così si continua a gettare benzina sul fuoco” avverte, spiegando che a rischio c’è l’ordine pubblico.
[…]
Io ho 10mila persone nelle baracche da 110 anni, 2.500 nuclei familiari che vivono tra i topi, sotto l’amianto, senza rete fognaria. Queste baracche sono lì dal terremoto del 1908, ecco perché dico che Messina era la città meno adatta in cui fare l’hotspot, per questa sua specificità, unica in Italia, che forse il Paese non conosce”.
Per gli abitanti delle baracche, De Luca ha disposto lo sgombero entro il 31 ottobre, con l’assegnazione degli alloggi alle famiglie che le occupavano e lo smaltimento del materiale inquinante. In merito a tale disposizione, dunque, ha proposto all’Adnkronos di spostare i migranti nelle baracche e le famiglie negli alberghi.
Precisiamo, però, che De Luca ha dichiarato quanto riportato sopra come provocazione, ma si tratta di un’affermazione forte e che ha attirato l’attenzione sui principali organi di stampa locale e nazionale. In queste ore De Luca, come scrive su Facebook allegando le foto dei documenti, è impegnato a verificare la regolarità dell’hotspot di Messina, e la risposta arriverà in cinque giorni.
È dunque vero che il sindaco di Messina ha proposto di spostare i migranti nelle baracche e gli occupanti di queste negli alberghi, ma lo ha detto con fare provocatorio.
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