NOTIZIA VERA e PRECISAZIONI L'Italia ha ceduto ai francesi i mari al Nord della Sardegna? – Bufale.net


In questi giorni i siti sardi hanno largamente diffuso la notizia secondo cui il Governo avrebbe ceduto ai francesi i mari al Nord della Sardegna. A denunciare il tutto, di recente, è stato il deputato del gruppo Misto Mauro Pili, come riportato da Sassarinotizie.com il 12 febbraio 2016:

I mari a nord della Sardegna diventano francesi. Con un blitz senza precedenti il governo Renzi ha ceduto alla Francia le acque più pescose al Nord della Sardegna. Un’operazione scattata nei giorni scorsi quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero e raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato. Il messaggio è stato chiaro: fermatevi state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese. Le autorità francesi non ci hanno pensato due volte a fermare l’imbarcazione sarda. E’ solo così che tra ieri e oggi si è scoperto che un accordo internazionale siglato dal Ministro degli esteri francese Fabius e quello italiano Gentiloni aveva ceduto porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda.

Pili pubblica via Facebook i vari documenti. Di seguito quelli italiani:

Di seguito quelli francesi:

Ecco le foto dell’accordo siglato il 21 marzo 2015:


Lo stesso Pili spiega un problema evidente, ossia che l’accordo non è stato tutt’ora ratificato dal Parlamento italiano, ma solo da quello francese:

L’accordo siglato a Caen il 21 marzo del 2015 è stato fatto scattare nei giorni scorsi in modo unilaterale dalla Francia, considerato che lo ha già fatto ratificare al proprio parlamento. Non altrettanto ha fatto il governo italiano che lo ha tenuto nascosto e non lo ha mai sottoposto al parlamento. […] Un’operazione gravissima – ha detto Pili – sia sul piano economico che giuridica. L’alt della Guardia Costiera francese alle imbarcazioni sarde è un atto grave e senza precedenti che deve essere immediatamente risolto con la revoca di quell’accordo bilaterale Italia e Francia del 21 marzo 2015 dove sono stati rivisti i confini marittimi delle due nazioni. E’ un accordo che non ha nessun valore proprio perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano

L’intervento di Pili segue il sequestro del peschereccio “Mina”, ma di questo fatto ne parlò già in precedenza la senatrice Albano del PD annunciando un’interrogazione parlamentare rivolta proprio al governo per chiedere spiegazioni sull’accaduto. Un’interrogazione venne però presentata il 27 gennaio 2016 anche dai senatori del Movimento 5 Stelle. La risposta del Ministero, per voce del “Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e coop. inter.le” Benedetto Dalla Vedova, arrivò il 9 febbraio 2016 in Commissione Affari esteri. Di seguito il resoconto sommario della risposta, in cui il governo italiano avrebbe avuto dalle autorità francesi l’ammissione di un “deprecabile errore”:

Il sottosegretario DELLA VEDOVA risponde quindi all’interrogazione n. 3-02526 presentata dal senatore Lucidi ed altri, evidenziando che la Farnesina si è immediatamente attivata a seguito del sequestro del peschereccio “Mina”, sia attraverso le competenti Rappresentanze all’estero sia a livello centrale. Non appena ottenuta conferma da parte del Comando Generale delle capitanerie di porto e della Marina militare, il Ministro Gentiloni ha disposto che fosse sollevata formalmente nei confronti della Francia la questione della giurisdizione marittima sul punto di fermo e sequestro (essendo avvenuto in una zona di pesca italiana), ottenendo per le vie ufficiali dalle Autorità francesi l’ammissione di un “deprecabile errore” di competenza territoriale e le loro scuse formali.
Quanto all’Accordo sulla delimitazione delle aree marittime di rispettiva giurisdizione tra la Francia e l’Italia, firmato il 21 marzo 2015 a Caen, esso non è ancora in vigore e non è quindi applicabile nel caso in questione. L’unico strumento pattizio rilevante nel caso di specie è la Convenzione tra Italia e Francia per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, che ha tra l’altro valore esclusivamente consuetudinario, in quanto è sempre stata applicata, pur non essendo mai stata ratificata.
L’accordo firmato a Caen, frutto di un negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, risponde alla necessità di stabilire dei confini certi alla crescente proiezione di entrambi i Paesi sulle porzioni di mare ad essi prospicenti e alla luce delle sopravvenute norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. L’accordo colmerebbe quindi un significativo vuoto giuridico, avendo portata generale e riguardando “i mari territoriali, la piattaforma continentale e le acque sotto la giurisdizione” delle Parti.
Al momento sono in corso approfondimenti da parte delle Amministrazioni competenti, al termine dei quali sarà effettuata una valutazione globale sull’accordo del 2015, anche ai fini dell’eventuale avvio della procedura di ratifica parlamentare.

Dal resoconto sommario leggiamo la risposta al Sottosegretario del senatore del Movimento 5 Stelle Lucidi, il quale si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, ma rileva tuttavia che l’episodio in questione è stato originato anche dalla scarsa conoscenza, da parte delle autorità coinvolte, degli accordi internazionali sottoscritti tra Italia e Francia.
Dal sito Nicematin.com, in un articolo del primo febbraio 2016, si apprende che la Francia ha effettivamente ammesso l’errore, tanto che il capitano del peschereccio avrebbe preso in considerazione di far richiesta di risarcimento.
Tornando alla dichiarazione di Pili sul “blitz” del Governo, l’accordo sarebbe il risultato di un dialogo partito dal 2006 e terminato nel 2012, inoltre non è l’unico accordo fatto dalla Francia con un Paese confinante da ciò che si apprende dal sito Shom.fr, il quale cita il caso franco-olandese:

D’autres accords ou avancées marquantes pour la fixation des limites des zones de juridiction maritimes françaises sont à noter récemment entre la France et ses voisins. C’est le cas par exemple des Pays-Bas avec lesquels la France a délimité de nouvelles frontières les 26 et 27 mars 2015. Les rencontres des délégations franco-néerlandaises à Philipsburg sur l’île de Saint-Martin aux Antilles ont en effet permis d’aboutir au tracé de délimitations entre les deux Etats au Sud-Ouest et au Sud-Est de cette île franco-néerlandaise. Avec le Suriname également, les 7 et 8 avril, à Cayenne, la session de négociation a établi des avancées notables pour le tracé de la ligne de délimitation à partir de l’embouchure du fleuve Maroni.

Da cosa nasce questa necessità di “negoziare” i confini marittimi? Si tratterebbe di una questione legata alle conformità del diritto internazionale:

En effet, la France revendique, conformément au droit de la mer international, une mer territoriale de 12 milles de largeur mesurée à partir des lignes de base, une zone contiguë de 24 milles de largeur, une zone économique exclusive de 200 milles de largeur, et un plateau continental. Le SHOM détermine les lignes de base, réalise les calculs géodésiques de définition de ces limites et les publie sur les cartes marines.
[…]
Le droit de la mer international permet également aux Etats côtiers de prétendre à un plateau continental se prolongeant au-delà de 200 milles, en déposant  un dossier de demande à l’ONU.


Lo stesso Ministero degli Affari Esteri precisa la questione in questo documento (pubblicato in un articolo di NextQuotidiano):


L’accordo firmato a Caen, frutto di un negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, risponde alla necessità di stabilire confini certi alla crescente proiezione di entrambi i Paesi sulle porzioni di mare ad essi prospicienti e alla luce delle sopravvenute norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS, 1982). Se si esclude la citata Convenzione del 1892, l’accordo del 2015 colmerebbe un significativo vuoto giuridico, avendo portata generale e riguardando ‘i mari territoriali, la piattaforma continentale e le acque sotto la giurisdizione’ delle parti.

AGGIORNAMENTO 4 marzo 2016 ore 2:20

Trovando un attimo di tempo posso finalmente rispondere alle critiche di un utente che in pagina aveva scritto quanto segue:

non è vero che ci fosse un vuoto normativo, almeno per quanto riguarda le zone a Nord della Sardegna. Esisteva una convenzione firmata a Parigi il 18 giugno 1986 firmata per parte italiana da Andreotti, che stabiliva i confini tra Corsica e Sardegna. Convenzione abrogata con l’accordo di caen firmato da gentiloni.
Faccio prima a mettere qui il link: https://treaties.un.org/doc/publication/unts/volume%201549/volume-1549-i-26933-french.pdf

L’utente in questione è stato parzialmente attento. È corretto far notare che c’è stato un accordo precedente nel 1986, ma questo non ha nulla a che vedere con l’attuale firmato da Gentiloni siccome riguardano confini totalmente diversi: mentre l’accordo del 1986 (del 28 novembre, non 18 giugno) riguarda per la precisione lo Stretto di Bonifacio, l’ultimo riguarda altre zone marittime al di fuori dello stesso Stretto. Bastava fare un semplicissimo riscontro tra le coordinate citate nell’accordo:

Attraverso appositi siti internet che permettono di individuare i punti citati, attraverso latitudine e longitudine, delimitiamo la zona coinvolta dall’accordo. Nell’immagine successiva il punto 1 ed il punto 6 dell’accordo:

Sono tutt’altre rispetto a quelle dell’accordo di Caen:

Ecco un’immagine sintetica relativa all’accordo di Caen riportata da Nextquotidiano:

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