Franz ci segnala un articolo pubblicato il 20 gennaio 2015 da Panorama dal titolo “Isis: uccisi 13 bambini. Guardavano una partita di calcio“.
L’articolo riporta che il 12 gennaio 2015 alcuni ragazzini (bambini?) iracheni sarebbero stati uccisi dal gruppo ISIS a colpi di mitragliatrice perché stavano guardando la partita di Coppa d’Asia tra Iraq e Giordania.
Il fatto è avvenuto nel quartiere di al-Yarmuk, a Mosul, e secondo quanto riportato da Panorama sarebbero stati uccisi dai terroristi perché guardando la partita avrebbero violato la Shari’a.
La notizia è vera ed è già nota ai media internazionali da diversi giorni. Il caso fu citato dal Mirror.co.uk il 19 gennaio 2015, ma in medioriente la notizia comparve il giorno dopo l’accaduto attraverso il sito Al-iraqnews.net, con un articolo del 13 gennaio 2015 alle ore 6:14.
A differenza dell’articolo pubblicato da Panorama, i siti in lingua inglese e lingua araba che raccontano l’accaduto non citano l’esatta età delle vittime, definendoli “fans“, “giovani“, “giovani uomini“, “teen boys“, “teenage boys“, “teenage fans“, al contrario di Panorama che li definisce “bambini“.
In merito alle motivazioni del gesto riportate da Panorama, dalla fonte originale si denota che le vittime non sarebbero state uccise perché avrebbero violato la Shari’a, bensì perché i membri ISIS ritengono che il calcio sia un’idea proveniente dall’Occidente.
Bisogna precisare cosa si intende per Shari’a. Il suo significato letterale è “strada battuta”, ma viene intesa come “legge“, che può essere metafisica (“legge di Dio“) e pragmatica (interpretazione secondo la “legge di Dio”). Secondo il Corano lo sport non è vietato, al contrario viene raccomandato e ad entrambi i sessi.
Il calcio non avrebbe nessuna restrizione da parte del Corano. Secondo quanto riportato nel volume “Le religioni e lo sport“, alla voce “Islam e Sport“, il professor Abdullah Manaz, della Facoltà di Teologia di Ankara, dice:
Secondo l’Islam, gli esseri umani sono formati da corpo e da spirito. Il corpo è qualcosa che è affidato all’uomo da Dio. Dovrebbe quindi essere ben protetto e si dovrebbe evitare cattive abitudini. Lo sport è uno dei modi migliori per proteggere il corpo umano. Saremo in errore se dicessimo che nel Corano è presente un’idea di sport. Lo sport è legato al corpo e ci sono nel Corano molte tesi interessanti legate al corpo umano. Ciò che Dio dice a proposito della creazione è: “Abbiamo creato l’uomo nella forma più bella!”. Il corpo, che è stato creato nel modo migliore, dovrebbe quindi essere ben protetto, e il modo migliore per proteggerlo è praticare sport. Alcuni tipi tra le differenti pratiche sportive erano contemplate nella religione islamica durante il periodo iniziale. La lotta, la corsa, il tiro con l’arco, la corsa coi cavalli o cammelli erano attività praticate da Progeta Maometto e consigliate a tutti i Musulmani del mondo. Durante il periodo del Profeta Maometto era importante non solo fare sport, ma anche essere spettatore e celebrare i vincitori.
La questione è delicata, visto che bisognerebbe capire che corrente religiosa praticano i terroristi ISIS che hanno compiuto l’omicidio di queste 13 vittime. Se si tratta di una questione religiosa riguardante essere spettatori e celebrare i vincitori, i colpevoli potrebbero essere wahhabiti, una corrente della religione islamica estremista in contrasto con tutte le altre correnti musulmane, anche perché non considerano Maometto.
La Shari’a, in merito allo sport, pone alcuni limiti per quanto riguarda le parti del corpo scoperte, nude ed esposte al pubblico. Sono già noti i limiti per le donne, mentre per gli uomini è posto il divieto di far vedere l’area tra le ginocchia e l’ombelico.
La motivazione plausibile potrebbe essere quella riportata dalla fonte originale, siccome lo show business in stile Occidentale non è molto gradito dagli estremisti islamici (una questione più politica, piuttosto che religiosa).
Un articolo di repubblica, pubblicato oggi 20 gennaio 2015, dal titolo “Iraq, fonti dell’opposizione: 13 bambini uccisi per la partita in tv“, riporta quando segue:
La notizia, drammatica, si è diffusa rapidamente nelle ultime 24 ore: un gruppo di 13 ragazzini sarebbe stato trucidato il 12 gennaio a Mosul, in Iraq, dai miliziani islamisti dell’Is per aver guardato in televisione la partita di calcio della nazionale irachena contro la Giordania. Ma le circostanze della diffusione della notizia lasciano ancora ampi margini di dubbio sulla sua autenticità. La denuncia è partita dal gruppo di attivisti siriani “Raqqa is being slaughtered silently” (Raqqa viene macellata in silenzio), che cita l’agenzia l’agenzia giordana Petra News, che a sua volta si appoggia a un lancio di un’agenzia irachena di alcuni giorni fa. Il sito britannico investigativo International Business Times sostiene che il gruppo conferma l’informazione dopo averla “corroborata con fonti locali”.
L’articolo denuncia del “Raqqa is being slaughtered silently” è del 18 gennaio 2015. Probabilmente l’autore dell’articolo di Repubblica nutre dei dubbi in merito all’autenticità dei fatti riportati da un sito politicamente schierato.
Nel nostro articolo, invece, abbiamo riportato quello che potrebbe essere considerato come fonte originale, ossia l’articolo pubblicato dal sito Al-iraqnews.net del 13 gennaio 2015 alle ore 6:14 (la mattina successiva alla partita Iraq-Giordania).
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