Viaggi & News riporta la notizia di una 37enne morta in Grecia dopo aver mangiato del pollo crudo. L’articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2018:
Una donna di 37 anni è morta mentre era in vacanza con la famiglia per aver mangiato del pollo crudo.
Natalie Rawansley, 37enne inglese, era partita per le vacanze con la famiglia ed aveva ordinato del pollo, ingnara che questo le sarebbe stato servito crudo. La vacanza in Grecia per la mamma inglese stava procedendo regolarmente quando l’episodio ha distrutto in un attimo la sua vita e quella di tutta la sua famiglia perché non solo il ristorante le aveva servito del pollo crudo ma la 37enne lo aveva mangiato senza accorgersene. Il pollo non essendo cotto aveva mantenuto inalterato lo stato attivo del batterio e-coli che l’ha portata velocemente alla morte. La donna, in realtà, non aveva dato che qualche morso prima che suo marito le suggerisse di lasciare la pietanza, a suo parere troppo cruda. La 37enne, seguendo il consiglio del coniuge, infatti, aveva convenuto di passare ad un’altra portata ma questo non ha impedito al batterio killer di attaccare il suo organismo indissolubilmente.
Il processo sta individuando i responsabili per la morte della 37enne che aveva mangiato del pollo crudo
Secondo quanto riportato dalle testimonianze al processo per individuare i responsabili per il decesso della 37enne, morta per aver mangiato del pollo crudo, sono state individuate più concause. Il marito ha riferito: “Ad un certo punto mi sono accorto che sul suo pollo c’era del sangue, così lo ha sostituito con un altro pezzo. Aveva mangiato comunque qualche boccone dell’altro pezzo”. L’attenzione dell’uomo non ha impedito, però, che anche attraverso quei pochi morsi il batterio attaccasse l’organismo della donna inglese che, infatti, ha iniziato subito ad accusare malessere. Corsa in ospedale assieme alla famiglia la donna ha riferito al medico greco i sintomi, vomito e nausea, attraverso i quali il dottore ha effettuato la sua diagnosi. Diagnosticandole una banale gastointerite il medico ha allertato i congiunti della donna di adottare alcune semplici precauzioni preventive fra cui quella di mantenere una certa distanza con la malata fino a guarigione, per evitare che il batterio fosse contratto anche dagli altri membri della famiglia. Qualche ora dopo, però, il malessere della 37enne si era già tramutato in una corsa contro il tempo per tentare di salvarla: “Verso le 13 del giorno dopo, ho notato che il suo cardiofrequenzimetro si stava indebolendo, così ho urlato per chiamare l’infermiera. Ero con mio cognato. Ci hanno fatto subito uscire dalla stanza, ma dopo circa 5 minuti sono usciti per dirci che non c’era più nulla da fare. Natalie era morta”.
I batterio e-coli che aveva contratto, infatti, ha un’incubazione estremamente veloce e, nei casi più gravi, la velocità di attacco al corpo è talmente forte da non permetterne neanche l’individuazione o la cura prima che sopraggiunga la morte.
La notizia è riportata in questi giorni perché il caso è stato riaperto per istituire un processo e individuare i responsabili.
Nell’agosto 2017 Natalie Rawnsley si trovava a Corfù con il marito Stewart e i due figli. Era la seconda settimana di vacanza e i quattro avevano deciso di cenare presso uno dei ristoranti di cui disponeva l’hotel presso il quale alloggiavano. La cena era servita come buffet. Mentre i bambini e il marito avevano scelto pasta, pane e salsicce, Natalie aveva optato per pollo, verdure, gamberi e insalata.
La donna aveva mangiato il primo boccone di pollo, e Stewart le aveva fatto notare che dalla carne fuoriusciva del sangue, come se fosse ancora cruda. Il marito racconta che Natalie aveva cominciato ad accusare malessere poche ore dopo. Alle 3 del mattino iniziarono dunque degli episodi di emesi. Al mattino successivo arrivò un medico, che in un primo momento le diagnosticò una gastroenterite, ma le condizioni di Natalie – triatleta, 37enne – peggioravano. La donna venne dunque accolta in una struttura sanitaria che si trovava accanto all’hotel, per poi essere trasportata in ambulanza all’ospedale centrale di Corfù, mentre lamentava dolore alle gambe e manifestava delle macchie rosse su tutto il corpo.
All’1 della notte, il marito e il cognato di lui si accorsero che il monitor cardiaco si era indebolito. I due uomini, a quel punto, si erano messi a gridare spaventati, tanto da essere costretti a lasciare la stanza. Pochi minuti dopo, un’infermiera comunicò che Natalie era deceduta.
Nel certificato di morte firmato dal medico legale – la dottoressa Athanasia Vargiamidou – risulta che Natalie sia morta a seguito di un’infezione da Escherichia Coli di cui il pollo crudo sarebbe risultato infetto. Il sangue le si era coagulato in tutto il corpo, fino a bloccare i vasi.
L’infettivologo Sebastien Lucas ha confermato all’Express che l’infezione da Escherichia Coli include un punto critico, durante il quale inizia a prodursi la DIC (disseminated intravascular coagulation). Il nome dell’hotel non viene reso pubblico dai famigliari di Natalie. Il Tribunale di Westminster, in questi giorni, sta seguendo l’inchiesta per individuare i responsabili, ma l’infezione di E-Coli non è ancora una certezza.
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