NOTIZIA VERA Camaiore: Caccia all’immigrato ma il rapimento è falso – bufale.net

Ci segnalano una notizia… purtroppo, anche in questo, indubitabilmente vera. E tristemente vera. Come detto più volte, anche quando a nostro vedere, ed a vedere di chiunque aderisca ai dettami del #ioverifico, una notizia sembra evidentemente chiara e trasparente, in seguito a numerose segnalazioni interveniamo comunque per dirimere la confusione e spiegare a chi ha errato nella verifica come migliorare se stesso e la sua fruizione della risorsa Internet.

In questo caso abbiamo un ulteriore motivo per intervenire: perché proprio la storia che ci avete chiesto di asseverare spiega cosa accade quando si vuole credere nelle bufale.

Siamo a Camaiore, nella lucchesia, ci spiega Toscanamedianews.

CAMAIORE — Momenti di grande concitazione, forze dell’ordine sul posto, controlli incrociati fino all’esito finale: era tutta una messinscena la ronda serale messa in atto da un gruppo di ragazzini lungo via Vittorio Emanuele e altre strade del centro. La versione ufficiale era ricercare due stranieri accusati del fantomatico rapimento di una bimba scomparsa. Ma in realtà nè il rapimento nè tantomeno la caccia all’immigrato con intenti punitivi avevano alcun fondamento.

Questa mattina è stato il sindaco Del Dotto a chiarire l’equivoco. “Alcuni cittadini hanno avvertito le forze dell’ordine che alcuni adolescenti perlustravano via Vittorio Emanuele parlando del presunto rapimento di una bambina – ha spiegato il sindaco – Carabinieri e polizia municipale hanno pattiugliato il centro fino alle due di notte ma non hanno trovato alcun riscontro al racconto: nessun genitore aveva denunciato la scomparsa della figlia”. L’allarme è quindi rientrato.

Il copione è quello che abbiamo visto mille altre volte: una o più persone, per celia o per errore non ci è dato di sapere, denunciano un crimine sospettosamente simile a tanti altri comparsi nelle bufale.

Le autorità intervengono per per asseverare il fatto, la stampa attende riscontri: ma la gente, il “popolo della rete” non ha pazienza.

Vuole sapere, dicono loro. Ma in realtà non vuole sapere, vuole che la sua particolare visione del mondo sia rinforzata e confermata.

Vuole vivere in un mondo in cui ricchi sceicchi a caso molestano virginee fanciulle italiane e vengono brutalizzati dalla maschia e virile potenza del “padre di famiglia Italiano DOC”, in cui novelli Lucrezi Borgi avvelenatori propinano improbabili beveroni a immigrati stupratori perché “La giustizia non provvede”, in cui i nomadi rapiscono bambini e gonfiano gatti e gang di stupratori kung-fu di colore vengono picchiati da italici virgulti sospettosamente asiatici nelle loro fattezze.

Ha bisogno di avere prova delle sue certezze, quindi non aspetta.

Condivide sui social, condivide per le strade le “prove” del rapimento, o, piuttosto, urla che il rapimento esiste, che le prove sono nascoste.

Quante volte, noi stessi, di fronte all’eterno ritorno della stessa bufala del rapimento gitano da noi indicato abbiamo chiesto a commentatori poco inclini al dibattito ma molto inclini a giurare di aver visto loro stessi simili fantasiosi accadimenti di produrre prove?

E quante volte siamo stati accolti da frasi tipo “nessuno ha denunciato perché l’autorità non interviene”, “è vero, mi ha detto mio cugino che sono stati tutti rinchiusi dentro il supermercato mentre gli zingari rapivano il bambino, che poi è apparso e gli zingari sono scomparsi”, “sì, è vero che c’era lo sceicco molestatore, anche mio zio ne ha visto uno, dubiti di mio zio? Mio zio è la certezza del diritto”?

Troppe volte.

Ma questa volta noi siamo arrivati tardi. E quando siamo arrivati, quelle frasi erano concretate in cortei di giovani con mazze, spranghe e bastoni, ed un aggravamento tangibile delle già condizioni precarie di convivenza nel piccolo centro.

Un tam tam su Facebook, descrive il portale TgRegione, che ha portato al fondato e prossimo rischio di veri e propri scontri urbani con rissanti armati di contundenti improvvisati:

“Una notizia falsa che gira di bocca in bocca che vede come protagonisti, sempre negativi, dei rom, dei clandestini, dei profughi. Se ne sentono tante, si leggono sui social network, su alcuni siti e organi di stampa. Vengono rilanciate nei bar, nei mercati, nei vicinati, davanti alle scuole. Sono il sintomo di una paura ancestrale verso il diverso. Una paura che si cura con il coraggio del confronto e della conoscenza. Con il coraggio di restare umani. Ma c’è chi, da questa paura pensa di ricavare un vantaggio elettorale e per questo la alimenta. A causa anche dell’avvicinarsi della campagna elettorale, sono settimane che a Camaiore non si parla d’altro che di immigrati. Confondere le acque, creare una corrispondenza tra criminalità e immigrazione, come se fossero sinonimi, questo hanno scelto di fare, in assenza di argomenti veri, alcune forze politiche che si preparano a sfidare l’amministrazione di centrosinistra alle prossime elezioni. Era una di queste storie assurde che ieri sera si è diffusa tra i ragazzi: “Due nordafricani hanno preso una bambina e l’hanno portata via in un sacco.” Chissà se qualcuno ha pensato davvero di aver visto qualcosa o ha semplicemente voluto fare uno scherzo. Per fortuna non è successo niente, ma ci auguriamo che il brutto episodio della scorsa notte faccia riflettere sulle conseguenze che alimentare certe paure e certi pregiudizi, può avere”.

Riporta l’amministrazione locale.

Ci sono molti motivi per soffiare sulle fiamme: per riscontro elettorale, per un pugno di click, per gonfiare il numero di iscritti ad una pagina e poi rivenderla in blocco.

Ma c’è una sola conseguenza: qualcuno pagherà sempre il prezzo delle bufale che voi diffondete o che non sapete riconoscere.

A volte, anche con la vita.

 

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