Ci segnalano un articolo pubblicato da Secolo d’Italia il 7 giugno 2017:
Un mese fa la trasmissione di Italia 1, “Le Iene”, mandava in onda un servizio di Matteo Viviani che delineava uno scenario inquietante: la diffusione, ancche in Italia, del fenomeno del “gioco del suicidio”, il cosiddetto Blue Whale, che dalla Russia, dopo aver seminato morti tra i giovani, sarebbe arrivato fino in Italia, mettendo a rischio la vita dei nostri ragazzi. Oggi, dopo diverse inchieste di siti specializzati, che avevano svelato la fragilità di quel servizio che aveva sconvolto il pubblico de “Le Iene” (video) nella puntata del 14 maggio, l’autore Matteo Viviani, in un’intervista al Fatto Quotidiano, a Selvaggia Lucarelli, ammette che i video in cui si mostravano adolescenti che si lanciano dai palazzi erano falsi. «Me li ha girati una tv russa su una chiavetta e ammetto la leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche, ma erano comunque esplicativi di quello di cui parlava il servizio», dice Viviani alla Lucarelli che gli fa notare che comunque quei video erano falsi. «Era solo il puto di partenza, cambiava qualcosa se mettere una voice over di 4 secondi in cui dicevo che quei video no erano collegati al Blue Whale?». La Lucarelli, giustamente, gli risponde di sì, sarebbe cambiato molto.
Viviani, comunque, difende sul suo lavoro, sostiene che grazie al suo servizio si è aperto un dibattito anche in Italia su un fenomeno, quello del gioco della “balena triste”, che nessuno conosceva. «Ieri sono andato in una classe e ho chiesto quanti conoscessero il Blue Whale prima del mio servizio, la metà degli alunni ha alzato la mano…». E insiste: «Non posso praticare l’età su un argomenti e se ho contribuito a salvare anche una sola persona, il mio è stato un lavoro prezioso». A parte qualche piccola bufala.
La notizia è vera, ma è nostro dovere ricostruire un percorso a ritroso.
Il 14 maggio 2017 la trasmissione televisiva Le Iene trasmetteva un servizio dell’inviato Matteo Viviani sul fenomeno della Blue Whale, il gioco del suicidio oggetto di controverse teorie. Dal minuto 01:03 al minuto 02:07 una serie di filmati mostrava delle persone lanciarsi nel vuoto, filmate – secondo Viviani – dagli stessi partecipanti della Blue Whale nel compimento della regola del 50° giorno.
Nei giorni successivi il pubblico si è diviso in tre distinti gruppi: il primo, quello più allarmato, condivideva compulsivamente il servizio trasferendo il panico in tutti i contesti della propria quotidianità; il secondo, quello indifferente, ignorava; il terzo, mosso da un senso di curiosità, tentava di approfondire.
Nel frattempo, sempre Matteo Viviani aveva preparato un secondo servizio mandato in onda il 21 Maggio. A parlare era Elisabetta Mancini, Primo Dirigente della Polizia di Stato nella Direzione Anticrimine che parlava di numerose segnalazioni giunte in seguito al primo servizio trasmesso da Le Iene. La Mancini citava diversi esempi di adolescenti italiani. «Il vero pericolo è affermare che il pericolo che non esiste», affermava, riferendosi principalmente alla necessità di intercettare il disagio degli adolescenti da parte dei genitori.
Al terzo gruppo di persone appartiene il canale YouTube Alici Come Prima. In un video pubblicato il 30 maggio vengono presi in analisi gli stessi filmati inseriti nel primo servizio di Matteo Viviani:
L’autore del video, Andrea Rossi, ci fa notare che i filmati inseriti nel servizio de Le Iene e presentati come autentici, girati in Russia e che ritraggono le vittime della Blue Whale Challenge, in realtà sono stati prelevati dal portale Live Leak. Per facilitarvi la consultazione vi rimandiamo ai video originali, evitando di incorporarli per non urtare la vostra sensibilità. Prima di cliccare sui link è bene farvi sapere che le immagini contenute sono molto violente e disturbanti.
Nella descrizione leggiamo:
Suicide in Vladikavkaz, Russia.
A second year student in the Faculty of Economics of Agrarian University climbed atop an unfinished building. He was chased by guards and when one of them got to him he told him he’ll jump. firefighters and psychologists were called the scene and got there in less than 10 minutes.
Unfortunately the young man jumped before they could engage him.
Classmates and teachers still can not believe what happened. They say that Anton was a sociable and friendly student. Good student, fond of politics and attending driving school. Gudieva Marina, a student at the Faculty of Economics GGAU: he had no conflicts with anyone, nothing. And he was well liked by students and teachers alike. He communicated well with all.
La descrizione riporta semplicemente che un uomo si getta da un edificio. Ciò che il video di Alici Come Prima ci fa notare è che Le Iene hanno tagliato il filmato dal momento in cui l’uomo incontra il suolo. Da quel momento, infatti, le riprese si spostano sulla folla stretta attorno al corpo senza vita, coperto da un lenzuolo e con la presenza dei sanitari:
Lo screenshot che vi riportiamo è in bassa qualità, ma visionando l’intero video si può facilmente notare che le persone inquadrate siano di nazionalità cinese. In descrizione, infatti, leggiamo che il video è stato girato in Cina e caricato il 6 marzo 2017. Anche in questo caso non compaiono riferimenti alla Blue Whale Challenge.
In descrizione leggiamo che si tratta di un ragazzo di 25 anni travolto da un matrimonio ormai al capolinea, senza alcun riferimento alla Blue Whale. Nel video è udibile la voce fuori campo dell’autore delle riprese, e si può facilmente riconoscere il timbro di un uomo adulto. Una volta raggiunto il suolo, sul posto accorrono in pochi secondi alcuni agenti della polizia e un’ambulanza:
Siamo dunque ben lontani dallo scenario descritto da Matteo Viviani, il quale sostiene che gli autori delle riprese fossero adolescenti complici del gioco della Blue Whale. Ai piedi dell’edificio era presente un certo numero di persone. Il video è stato caricato il 6 dicembre 2010.
Nella descrizione leggiamo che il video riguarda una coppia di tossicodipendenti. Infatti, nei primi fotogrammi vediamo il corpo senza vita della ragazza in un’aiuola ai piedi dell’edificio. Il ragazzo parla da una finestra tra le urla dei passanti che tentano un dialogo. Poco dopo, l’uomo si getta nel vuoto. Il video è stato caricato il 25 febbraio 2016 ed è stato girato in Russia, ma anche in questo caso non vi sono riferimenti alla Blue Whale.
Alici Come Prima lo definisce come “Il video che fa più accapponare la pelle”. Il filmato ritrae tre ragazzine in cima ad un edificio due delle quali, al minuto 1:09, si lanciano nel vuoto. Sul tetto restano solamente la terza adolescente e la persona intenta a riprendere col telefonino. Alici Come Prima ci fa notare che al minuto 00:41 è presente un taglio dovuto al montaggio. Poco dopo l’inquadratura si sposta verso il basso, sui corpi inermi delle ragazzine. Il video è stato caricato il 13 luglio 2013 e, seppur si sia constatato che si tratti di un fake montato ad hoc, non compaiono riferimenti alla Blue Whale.
L’indagine condotta minuziosamente da Alici Come Prima ha fatto il giro del web, tanto da portare Matteo Viviani a confessarsi al Fatto Quotidiano in merito all’utilizzo dei video di Live Leak:
Me li ha girati una tv russa su una chiavetta e ammetto la leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche, ma erano comunque esplicativi di quello di cui parlava il servizio.
La notizia è rimbalzata, dunque, anche su Repubblica, Il Giornale, Secolo d’Italia, Il Messaggero e La Stampa. È dunque vero che Matteo Viviani abbia riconosciuto la falsità dei filmati inseriti all’interno del servizio del 14 maggio. Per difendersi, l’inviato de Le Iene racconta di aver fatto visita alla classe di una scuola e di aver domandato quanti di loro avessero sentito parlare della Blue Whale prima del suo servizio: «Metà degli alunni ha alzato la mano». Ancora, Viviani sostiene:
Non posso praticare l’omertà su un argomento e se ho contribuito a salvare anche una sola persona, il mio è stato un lavoro prezioso.
Deve essere chiaro, però, che il video di Andrea Rossi e il nostro articolo non si rivolgono al fenomeno della Blue Whale in sé, bensì intendono fare chiarezza sul servizio mandato in onda. Matteo Viviani ha dunque ammesso la sua leggerezza.
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