Una piacevole gita in un bosco a sud dell’isola di Hokkaido in Giappone, si è trasformata in un incubo per un bambino di 7 anni di cui si sono perse le tracce. Yamato Tanooka, questo il nome del piccolo, aveva lanciato dei sassi in un fiume, i genitori avevano deciso così di punirlo in maniera drastica: è stato abbandonato da solo nel bosco. Quando la mamma e il papà sono tornati per recuperare il piccolo, del bambino non è stata trovata alcuna traccia.
Il bambino è ormai scomparso da due giorni, sono più di 150 le persone impegnate nelle ricerche.
Inizialmente i genitori avevano raccontato di aver semplicemente perso di vista il bambino, poi è però emersa la verità. Non è ancora chiaro quanto tempo sia trascorso dall’abbandono per punizione del piccolo Tanooka al rientro dei genitori sul luogo in cui il bambino è stato lasciato solo. Un dato certo è che il piccolo non ha con sé alcuna provvista di cibo ed è scomparso da più di 24 ore.
La notizia è vera e confermata… fortunatamente dallo stesso protagonista, il piccolo Yamato Tanooka.
Il bambino è stato infatti trovato, e l’Huffington Post conferma i dettagli della vicenda.
È salvo il piccolo Yamato Tanooka, il bimbo giapponese di 7 anni scomparso per una settimana tra i monti dell’isola di Hokkaido, nel nord del Paese, dopo essere stato lasciato solo per pochi minuti dai genitori per punizione. Il bambino – riferiscono BBC e Guardian – è in condizioni relativamente buone ed è stato trovato nel territorio del Comune di Shikabe, nell’isola di Hokkaido, dalle squadre di soccorso che lo stavano cercando. Per sei giorni ha camminato, scalato una montagna di 1000 metri, sfidato orsi e serpenti, resistito alla fame e alla sete. Fino a farsi ritrovare, sano e salvo, in una caserma abbandonata.
Yamato si era rifugiato in un hangar usato dall’esercito giapponese per le esercitazioni, a 7 km da dove era scomparso. Il bambino è stato rifocillato con pane e polpette di riso e portato in ospedale. Il piccolo non aveva con sé né acqua né cibo. La foresta è popolata di orsi e in questi giorni era stata investita da forti piogge, con temperature scese fino a 7 gradi.
Si temeva che il piccolo fosse stato sbranato da un orso o che fosse morto di stenti. E invece, completamente solo, Yamato è riuscito a scalare una montagna alta 1000 metri e rifugiarsi in un hangar a circa 7 chilometri dal luogo dove era stato abbandonato e venerdì mattina è stato trovato da un militare. “Era lì, vestito con la maglietta nera i calzoncini blu e le scarpe da ginnastica rosse della segnalazione e si è identificato da solo”, ha detto il soldato. “Mi ha detto che era affamato e gli ho dato la mia razione: pane, palline di riso e acqua”. Yamato era in buona salute, solo un po’ disidratato e con qualche graffio. Ai soccorritori ha detto di aver camminato per le montagne fino a che ha trovato la baracca.
I genitori inizialmente avevano detto che si era perso mentre raccoglievano verdure selvatiche. In seguito avevano ammesso di averlo abbandonato per punizione, perché aveva lanciato pietre ad auto e persone. Quando erano tornati a prenderlo, non lo avevano più trovato. Il padre ha chiesto pubblicamente scusa per un gesto che voleva solo essere una punizione simbolica. L’uomo sabato 28 maggio aveva abbandonato il figlio Yamato in un bosco, nell’isola settentrionale di Hokkaido, per punirlo di essersi comportato male, e quando era tornato a prenderlo non l’aveva più trovato. All’inizio aveva raccontato alla polizia che il piccolo si era perso mentre con la famiglia cercava verdure selvatiche, poi aveva ammesso la verità.
“Il mio atto eccessivo ha costretto mio figlio ad avere un tempo doloroso”, ha detto Takayuki Tanooka alla stampa davanti all’ospedale di Hakodate, dove il figlio Yamato è stato ricoverato per controlli. “Mi scuso profondamente con le persone della sua scuola, con le persone delle operazioni di ricerca, e con tutti quanti per aver creato problemi”. Il padre ha ringraziato le squadre di ricerca (oltre 200 persone) e ha detto di aver allevato suo figlio “pieno d’amore fino ad oggi, e continuerò a fare così”. Ora secondo la polizia i genitori potrebbero essere indagati per negligenza.
È fortunatamente evidente quanto accaduto: i genitori, per esercitare una discutibile punizione, hanno abbandonato nei boschi, una settimana fa, il loro figliolo.
Scoperti, hanno fornito versioni divergenti: inizialmente hanno millantato lo smarrimento casuale del piccolo, per poi dichiarare di averlo voluto punire per aver lanciato sassi (a seconda dell’intervistatore, contro un fiume, o contro persone), salvo poi chiedere pubblicamente perdono per l’insano gesto ed aiuto per ritrovare il bambino, ormai dato per morto.
Il piccolo invece si è salvato: entrato in zona militare, si è rifugiato in un hangar abbandonato e poi ha chiesto ad un soldato gentile cibo ed acqua, raccontandogli la sua storia. Il milite, stupefatto, ha prestato il primo soccorso ed ha allertato soccorritori ed ospedale per le prime cure.
A parte gli effetti della denutrizione, della stanchezza e qualche graffio, il piccolo Yamato Tanooka è salvo, ed i suoi genitori rischiano una pesante incriminazione per quanto accaduto, nonostante le loro “scuse”.
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