Ci sono tanti modi per fare facile clickbait: uno dei tanti è spettacolarizzare una notizia presente, arrivando così a “Nordafricano sventra ragazzino”.
Il meccanismo è facile e collaudato, e Giovannino Guareschi, autore di tanti personaggi tra cui Don Camillo e Peppone e versioni romanzate della sua famiglia, ne parlava già nel Dopoguerra, descrivendo divertito un immaginario raccontino in cui il suo datore di lavoro, direttore di una testata giornalistica, gli suggeriva di “ritoccare” un piccolo editoriale sui bambini e l’Epifania dal titolo La calza sotto il camino in Aiuto! Sbudellano la vecchia e il sangue scorre per le scale rosso e fumante come vino brulè!, inserendo nel racconto del bambino Gigetto che aspetta la Befana un interludio in cui una vecchia viene massacrata da anonimi assassini che ne spargono sangue e budella in giro terrorizzando il piccolo (convinto che abbiano “sbudellato la Befana”), ed un lieto fine in cui Gigetto riceve i suoi doni rassicurandosi sulla fine della Befana.
Perché, gli diceva l’editore
“Ma che inventare! Tu non precisare località: figurati se stanotte in tutta Milano non sgozzano una vecchia.”
Non tutte le manipolazioni sono però così palesi: a volte basta seplicemente spingere qualche dettaglio che hai già, anticipare l’opera della magistratura e, specialmente di fronte ad un crimine, riempire i vuoti in modo creativo con quello che il pubblico medio vole farsi sentire dire.
In questo caso, “nordafricano sventra ragazzino”, titolone che, al pari di “Sbudellano la vecchia”, ha quel carico di violenza che attira e riflette le paure di un uditorio in cerca di mostri “di importazione” per non vedere i mostri che ha in casa.
La notizia corretta la troverete sulle testate nazionali, che, giustamente, al momento non possono che riportare quanto detto da entrambe le parti in causa, essendovi un procedimento in corso.
Abbiamo da un lato un diciassettenne in ospedale con una ferita da taglio guaribile con prognosi di 30 gg (quindi, non sventrato, ma comunque vittima di una grave aggressione) che riferisce, con la testimonianza dei suoi amici, di essere stato aggredito da M. E., marocchino, per questioni di droga.
Da un lato abbiamo M.E., che riferisce di essere stato a sua volta aggredito mentre entrava in un locale gay ed essere stato violentemente spintonato, iniziano così una rissa nella quale M.E. ha comunque reagito in modo senz’altro eccessivo abbrancando una bottiglia rotta ed usandola come arma impropria.
Persino il virgolettato attribuito ad M.E. in calce al titolo “nordafricano sventra ragazzino” è un falso: in quanto lo stesso ha definito la rissa una “aggressione omofoba”, e mai ha usato la parola “razzismo” anche solo per sbaglio.
Per le attribuzioni di responsabilità, non potremo che aspettare la magistratura: al momento, M.E. è imputato e indagato per tentato omicidio.
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