NON CONDIVIDERE Serve urgentemente 0 RH Positivo o anche Negativo per bambino ricoverato al Pausilipon con leucemia fulminante
L’obbedienza passiva al “condividi” e “fai girare”, in questo caso, ha letteralmente narcotizzato le funzioni mentali. I nostri lettori ci segnalano un messaggio virale in circolazione in queste ore:
Serve urgentemente 0 RH positivo o anche negativo è il gruppo sanguigno di un bambino della de Amicis della 5 che è ricoverato al pausilipon per una leucemia fulminante. La mamma è una Mestra della de Amicis e ha chiesto di diffondere questo messaggio. Se qualcuno può donare aiutiamolo. Ieri mattina avevano solo una sacca di sangue e il bambino è gravissimo.
Info esatte:
Ospedale Pausillipon
Si può donare dal lunedì al sabato dalle 8 alle 11 (parcheggio gratuito per i donatori). Per info contattare dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 i volontari al numero *** ******* (sia chiamate che whatsapp). Per [nome del bambino].
Guardiamo oltre la pessima sintassi e la violenza brutale contro ogni minima accortezza della lingua italiana. Ci scrive una conoscente della madre di questo bambino e ci informa che la donna ha pubblicato una smentita sul proprio profilo Facebook. Decidiamo di contattarla.
La donna ci spiega che suo figlio – al quale facciamo tanti auguri – è realmente ricoverato all’ospedale Pausilipon per una leucemia, che però – ci dice – non è fulminante, non versa in gravissime condizioni e, soprattutto, non c’è urgenza di donare il sangue. Il bambino fa le trasfusioni e sì, ha bisogno di sangue, ma nelle misure normali come accade per altri bambini che versano nelle sue condizioni. Ci fa notare, inoltre, che la viralizzatrice – una donna – ha diffuso le generalità di suo figlio con l’aggravante di riportare notizie inesatte. Per questo la mamma, esasperata, intende denunciare. Lo comunica con un post su Facebook, per replicare all’inarrestabile catena:
Ieri mi segnalano che gira un post su Facebook con nome e cognome di mio figlio, in cui chiedono di precipitarsi al Pausilipon per donare il sangue, perché sarebbe in pericolo di vita e perché di sangue non ce n’è più. Inizio a cercare, le condivisioni sono centinaia, con l’aiuto delle mie amiche cerco di segnalare il post e informare chi ha condiviso, in buona vede ma cmq senza verificare la notizia, che il post deve essere rimosso perché viola la privacy di un minore e perché riporta dati inesatti (ringraziando il cielo aggiungo io!). Qualcuno si scusa, qualcuno rimuove, qualcuno fa finta di nulla… e poi arriva lei. La vincitrice. Un’insegnante che non ha nessuna intenzione di rimuovere il post perché ormai l’ha condiviso e ha una credibilità che non può essere infangata. “Posso giusto togliere il nome”, mi dice. Mi trovo a discutere per un’ora in modo surreale con questa persona facendole notare con tutta l’educazione possibile che non c’è nulla di cui discutere e che dovendo presentare denuncia alla polizia postale sarebbe stato meglio rimuoverlo subito. Mi sono anche resa disponibile a girarle un messaggio in cui l’ospedale invita tutti a donare “x tutti i bambini”. Perché questa è l’unica verità. E anche chi vuole compiere un gesto tanto nobile deve essere correttamente informato. Lei invece, in nome di questa credibilità, rende pubblica la nostra conversazione (educatissima da parte mia) con un commento irripetibile che alimenta ulteriori commenti offensivi e minacce indirizzate a me. Le amiche della signora hanno iniziato anche a scrivermi in privato. Ho scelto un paio di messaggi, quelli meno volgari e quindi condivisibili, e ho volutamente escluso quelli in cui mi auguravano di morire, solo per darvi un’idea di quanto odio gratuito c’è in giro (oltre all’ignoranza visto che le donazioni non sono ad personam). E lo condivido per esorcizzare la paura che ho di questo mondo, che non si ferma nemmeno di fronte al dolore. Vi chiedo di segnalare il post in questione se vi dovesse capitare di leggerlo, almeno finché la polizia postale non avrà provveduto a rimuoverlo.
«Tra l’altro io non sono una maestra di quella scuola», ci dice la mamma colpita dalla catena. Solamente il 21 settembre facevamo memoria su una bufala che ormai va per raggiungere il 10° anninversario. Per puro caso, si trattava di una catena che invitava tutti a donare il sangue per un bambino affetto da leucemia fulminante. Eppure, la stessa AVIS aveva ricordato – e lo fa anche la madre del bambino di cui parliamo in questa analisi – che le donazioni si fanno per gruppo sanguigno, non selezionando il ricevente. Insomma, se si va a donare il sangue è fuori discussione che si possa decidere a chi donarlo.
Succede, dunque, che pur di fronte alla smentita della diretta interessata, il risultato sia un’insistenza malata e operata anche con violenza verbale e minacce.
Fermate questa catena e smettete di condividere qualunque cosa. Ricordate che siete e siamo tutti responsabili di quanto pubblicate / pubblichiamo su Facebook.
Il bambino protagonista del messaggio virale è affetto sì da leucemia, ma non fulminante e soprattutto non c’è un’emergenza di sangue.
EDIT 25 settembre, ore 10
La madre del bambino ci fa notare che lo stesso staff dell’ospedale Pausilipon ha pubblicato un chiarimento e una smentita sul caso:
Nonostante smentite e appelli a non condividere, Voce di Napoli ha pubblicato un articolo con lo stesso appello il 24 settembre (ieri), alle 18:36, senza verificare le fonti.
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