NON CONDIVIDERE “Questa è la faccia del mostro che massacrava di botte tutti i giorni il suo cane con ferocia”

Il popolo del web si è scatenato, in questi giorni, per dare la caccia a un uomo che, secondo la rete, sarebbe l’assassino di Victor, un rottweiler morto a Sassari. Il 10 ottobre 2018, infatti, La Nuova Sardegna pubblicava un articolo su un cane che, colpevole di aver morso il bambino dei vicini alla gamba, è stato poi ucciso dal suo stesso padrone.

Come riporta l’agenzia Ansa, Victor era scappato dal cancello della villetta del suo padrone mentre, di fronte alla sua abitazione, transitava una vicina con il proprio passeggino. Il cane ha puntato il passeggino e, nonostante la donna avesse tentato di proteggerlo, è riuscito a mordere il bambino afferrandolo per un polpaccio. In quel momento è intervenuto il padre del piccolo per tentare di liberare il figlio dalla morsa dell’animale, ma Victor si è accanito di nuovo.

In quel momento è intervenuto il padrone del cane.

Da questo momento si parla di testimoni che avrebbero visto l’uomo percuotere prima il cane con un bastone, poi strangolarlo con il collare.

L’11 ottobre La Nuova Sardegna pubblica un aggiornamento in cui riporta maggiori dettagli forniti dalla mamma del piccolo di tre anni:

Il proprietario ha tirato via il cane, si è allontanato una ventina di metri, e l’ha fatto sdraiare di lato, come quando lo puniva picchiandolo con il bastone. Ho visto che aveva le mani sul suo collo. Poi il cane non si è più mosso.

Ciò che emerge, secondo le parole della mamma, è un padrone violento e brutale, che per addestrare il suo cane ricorreva spesso alla violenza. L’animale – scrive La Nuova Sardegna viveva in uno spazio di 35 mq e non lo si sentiva mai abbaiare né lamentarsi, bensì era possibile sentire che spesso grattava sul muro. Il padrone lo picchiava con un bastone e le botte facevano un suono assordante. Il cane, ormai, sembrava talmente abituato alle punizioni che non reagiva più.

E anche quando lo ha ucciso, il cane è rimasto immobile, sdraiato, senza reagire. Subendo la morte come la solita punizione.

La foto del corpo senza vita di Victor adagiato sul ciglio della strada ha fatto il giro del web.

Il corpo di Victor sulla strada Serra Secca – Prunizzedda / La Nuova Sardegna

Si parla, dunque, di un cane incattivito dai maltrattamenti subiti dal suo padrone. La Nuova Sardegna, infatti, descrive l’animale come una «pistola carica». L’uomo rischia una denuncia per incauta custodia del cane, lesioni e uccisione di animale. Dopo l’arrivo della Polizia locale, un veterinario ASL ha constatato la morte per soffocamento.

Tuttavia, a fare il giro del web non è solamente la foto del povero Victor o la notizia della sua morte, bensì una serie di screenshot in cui vengono messi alla gogna il nome del presunto padrone di Victor, il suo volto e si grida al mostro pur non trovando il suo nome in alcun organo di stampa.

L’opera di pubblico linciaggio è perpetrata da un profilo Facebook che abbiamo archiviato in previsione di future indagini da parte degli inquirenti con i quali collaboreremo.

SASSARI:
VICTOR UN ALTRO ANGELO
TUTTA ITALIA DEVE SAPERE!!
GUARDATELO BENE!!
SI CHIAMA PIETRO DONATI
QUESTA E’ LA FACCIA DEL MOSTRO CHE MASSACRAVA DI BOTTE TUTTI I GIORNI IL SUO CANE CON FEROCIA
E L’HA STROZZATO INERME A MANI NUDE !
POTREBBE FARLO CON CHIUNQUE.
DEVE GIRARE DAPPERTUTTO!!
Mi sono sentita male solo leggendo l’articolo.
Il post riporta l’articolo de La Nuova Sardegna come fonte, ma nell’articolo non sono riportate le generalità del padrone di Victor. In assenza di riscontri siamo di fronte all’ennesima caccia all’uomo che vi avevamo illustrato in una guida che potrebbe concludersi con un gravissimo errore della rete e una serie di problemi per la persona colpita dall’hate-bombing. Sul profilo di questa persona, infatti, è già iniziata una violentissima sassaiola di insulti e minacce. Ciò che accade, in pratica, l’ignorare completamente quanta responsabilità ci sia dietro ogni cosa che viene pubblicata su Facebook. Ne abbiamo parlato in questo articolo, nel quale si spiegava quali profili legali avesse una bufala.
In poche parole: non esistendo prove che attestino che quel nome e quel volto appartengano al padrone di Victor, diffondere un post del genere vi mette di fronte al rischio di essere incriminati per diffamazione. Non esistono riscontri che i quotidiani riportino, dunque potreste seriamente compromettere l’esistenza di una persona. In questi giorni la stessa gogna è perpetrata contro una donna sconosciuta, ma che la rete accusa di rubare i bambini all’uscita delle scuole. Fate attenzione a ciò che pubblicate e condividete: usate la testa e non la pancia. Se non sei sicuro non condividere e attendi notizie da chi di dovere.

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