La storia del presunto incremento di miocarditi al Niguarda è la storia di come nascono tutte le fake news. Ovvero del fatto che la condivisione di una notizia rivelatasi poi falsa sopravvive sempre al fact checking. Il nostro lavoro è la proverbiale fatica di Sisifo: possiamo impegnarci per sottoporre una notizia a verifica, possiamo chiedervi di condividere il fact checking e saremo coperti di insulti. Ma la bufala riceverà sempre un numero di correzioni superiore alla smentita.
Possiamo passare ora a parlare della genesi della fake news delle miocarditi, arrivata su Facebook ma partita da lontano.
Succede che in data due maggio un account Twitter pubblica un post critico contro Burioni, basato sulla storia di una “migliore amica” con figlia piccola che si sarebbe recata all’ospedale con la figlia malata per sentirsi dire da una “dottoressa” che
“abbiamo il reparto pieno di miocarditi e pericarditi da vaccino con situazioni anche gravi. è stato un bene che non l’abbia fatto, si sarebbe ritrovata il sistema immunitario indebolito e poteva andare molto peggio”
Va da sé che tutte le leggende metropolitane, antenate delle fake news, cominciano con “mi ha detto mio cugino”. Ovvero c’è sempre un “appello alla autorità”. Tutte le leggende metropolitane nascono quando un amico o un parente o altra “persona del popolo” dichiara di ricevere in confidenza da una “persona importante” una notizia importante che i divulgatori riportano al popolo.
Va da sé che l’onere della prova spetta a chi vuol far valere il fatto: dire che “mio cugino mi ha detto che in un posto succede questo e quello e una dottoressa fa questo e quello” non vi esime dall’essere responsabili della diffusione della notizia stessa.
E tutte le storie hanno in comune lo stesso elemento: c’è chi dice di aver parlato l’Undici Settembre con un “arabo gentile” che gli ha detto di non andare a New York, c’è chi dice di aver parlato con “piloti di scie chimiche” e altri personaggi.
Ma nessuno vi saprà fare mai nomi e cognomi di tali personaggi. L’Ospedale Niguarda stesso ha contattato l’utente chiedendo gli estremi della dottoressa e ritenendo l’esistenza del dialogo poco probabile.
L’onere della prova spettava infatti ai condivisori originali: che si sono ritirati dal dialogo dichiarando di aver riportato un fatto detto da altri.
Vi prego di immaginare una cosa: un tizio vi ferma per strada vi dice
“Pedofilo! Un caro amico mi ha detto che tuo figlio è un pedofilo e quindi siete una famiglia di pedofili, perché non mi dimostri che il mio amico mente pedofilo?”
A questo punto voi decidete di denunciare il tizio. Il tizio in tribunale dichiara
“Vostro onore, io sono innocente! Io sono portavoce di un caro amico di cui non intendo fare il nome, se c’è un colpevole dovete cercare l’anonimo di cui io riportavo solo le parole dando del pedofilo a quest’uomo e suo figlio, perché riportavo parole altrui”
In realtà correttamente, anche se non legalmente, moralmente e socialmente siamo gli unici responsabili di ciò che diciamo, e le nostre affermazioni sono inveritiere senza prova.
Quello che è provato è che il presunto “allarme miocardite tra i giovani” è una nota fakenews diffusa agli esordi della Pandemia in ambito novax.
Non c’è un incremento di miocarditi al Niguarda, circostanza inizialmente diffusa su Twitter e pubblicamente smentita dalla struttura.
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