Credevamo di essercene liberati, ma la bufala sulla richiesta di amicizia di F. Bonomi, pericoloso hacker affamato di account pronto a impossessarsi di tutti i nostri dati ritorna anche nel 2020, che non è il titolo di un brano dei Timoria ma una cifra che si aggiunge a tutti gli anni in cui ci siamo spesi per togliere dalla testa di tutti questa storia senza fondamento.
Sono passati 3 anni dal 2017, quando già ci trovavamo a smentire una notizia infondata su un presunto hacker, una bufala tramandata di chat in chat di cui nessuno aveva prova, ma tutti contribuivano a diffondere nel nome del “non si sa mai” nella buona fede di averla ricevuta da un contatto fidato. Tante testate si erano spese per fermare questo fenomeno, da Giornalettismo a Optimagazine, ma la condivisione compulsiva ancora oggi non ha soluzione di resa.
Dì a tutti i contatti della tua lista di Messenger di non accettare la richiesta di amicizia di F********** Bonomi Lui ha una foto con un cane. È un hacker e ha collegato il sistema al tuo account di Facebook. Se uno dei tuoi contatti lo accetta, verrai attaccato anche tu, quindi assicurati che tutti i tuoi amici lo conoscano. Inoltralo come ricevuto.
Tieni premuto il dito sul messaggio. In basso al centro si presenterà l’icona di “inoltra”. Clicca sopra e si presenterà la lista dei tuoi contatti. Clicca sul nome, invia. Grazie.
Sbagliato. Tutto sbagliato, e soprattutto vi ricordiamo che la stessa formula veniva utilizzata per raccontare la favoletta di altri hacker, come Carradori, Batacchi e altri ancora. Nessuna di queste presunte persone è stata perseguita e nessuna testata ha mai riportato questo pericolo del web in quanto non esiste alcuno di questi casi. Lo stesso team de Una vita da social, su Facebook, metteva in guardia da questa bufala già nel 2017:
“Va be’, ma che male c’è?”, dicono ancora tantissimi utenti. C’è tanto di male, perché i nomi associati a questi presunti hacker appartengono a omonimi che spesso hanno avuto non pochi problemi sui propri profili, raggiunti da persone inferocite pronte a riempire le loro bacheche di frasi ingiuriose e minacce, nel tipico atteggiamento della caccia all’uomo di cui vi abbiamo presentato i pericoli in questa guida utile.
Non è tutto. Ricordate sempre che chiunque è responsabile del proprio atteggiamento sui social, e diffondere informazioni su un soggetto sconosciuto sulla semplice base di ciò che si legge da una comune catena di Sant’Antonio inoltrata da un proprio contatto può degenerare in un reato di diffamazione. Ne abbiamo parlato nella nostra guida sui profili legali della bufala, che potete leggere a questo indirizzo.
Per farla più semplice: se diffondete un messaggio in cui accusate una persona di un reato senza averne le prove questa persona può denunciarvi. Per vivere sui social bisogna fare ricorso alla testa, non alla pancia. Pubblicate ciò di cui siete sicuri al 100%, se proprio volete pubblicare qualcosa. Se avete anche un minimo dubbio non avete il diritto di diffondere informazioni. Mai.
Se ricevete un messaggio che vi mette in guardia su una richiesta d’amicizia di F. Bonomi avvisate il mittente di ciò che sta rischiando (la denuncia per diffamazione) e ignorate il contenuto, fermate la catena per sempre.
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