In un modo di grottesche fake news contro i vaccini, un rude risveglio attende novax e notutto di tutto il mondo: il Nobel per la medicina agli scopritori della tecnologia a mRNA dei vaccini, Karikò e Weissman.
Secondo la fondazione Nobel, la loro scoperta ha modificato radicalmente la comprensione di come la molecola di RNA messaggero interagisce con il sistema immunitario, arrivando ad ottenere “con una rapidità senza precedenti, un vaccino diretto contro una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni”.
Siamo di fronte ad un evento più volte unico nella storia: la tecnologia dei vaccini a mRNA ha consentito di avere vaccini affidabili ad un anno dall’inizio della Pandemia, e il comitato del Nobel si è discostato dall’abitudine di premiare scoperte risalenti nel tempo arrivando ad una recente, del 2005, il cui frutto però l’abbiamo raccolto in questi ultimi anni.
Non parliamo del resto di due mestieranti: come ci ricorda ANSA, Katalin Karikó è nata nel 1955 in Ungheria, a Szolnok ed ha completato gli studi di dottorato nell’Università di Szeged doe ha proseguito gli studi fino al 1985, per poi trasferirsi negli Stati Uniti, presso la Temple University di Philadelphia e poi nella University of Health Science a Bethesda. Nel 1989 aveva lavorato all’Università della Pennsylvania, dove è rimasta fino al 2013. Per poi passare al privato, diventando vicepresidente dell’azienda BioNTech Rna Pharmaceuticals.
Weissman, 64 anni, è nato nel 1959 negli Stati Uniti, a Lexington (Massachusetts). Dopo il dottorato all’Università di Boston, nel 1987, ha lavorato nel Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School e poi nei National Institutes of Health. Dal 1997 Weissman lavora alla Perelman School of Medicine nell’Università della Pennsylvania.
Ed è stato dagli anni ’90 in poi che hanno cominciato lo sviluppo della teoria che, nel 2005, li avrebbe portati a ritenere che fosse possibile attivare il sistema immunitario umano mediante l’uso di vaccini ad mRNA.
I due “Eroi dell’anno” di Time (2021) aggiungono quindi alla loro impressionante faretra di premi e onori anche l’ultimo premio, il Nobel, e l’apprezzamento della comunità scientifica mondiale oltre la gratitudine del genere umano.
Quantomeno quella parte munita di riconoscenza e intelligenza.
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