La foto della “signora Prokopenko che fa il saluto romano” rientra in un filone che abbiamo già visto. Un filone basato sulle fake news. Prendi un personaggio che vuoi accusare di cose, cerca la foto di qualcuno che gli somigli passabilmente ritratto in atteggiamenti sconvenienti.
Fatto questo, inventa una corrispondenza inesistente tra i due personaggi.
Succederà che a questo punto qualcuno ti crederà. Crederà ad esempio che la nonna di Obama era Eva Braun perché la nonna di Obama aveva due braccia, due occhi, un naso e i capelli. Oppure che la moglie di Zelensky fosse presente ad un raduno neonazista in America dove era stata avvistata una donna bionda.
Ma possiamo anche imbatterci in persone che credono seriamente che Olena Kurilo, vittima dei bomardamenti russi, abbia mutato le sue fattezze con un trucco che rasenta la metamorfosi per far sfigurare i poveri Russi.
Il trucco anche in questo caso è sempre quello: prendi la foto di un soggetto terzo che non c’entra col soggetto che vuoi attaccare, lancia una didascalia rabbiosa e aspetta chi cade all’amo.
Il riferimento è, ovviamente, al Papa che riceve le mogli dei soldati all’acciaieria Azovstal. Per varie vicende di cui abbiamo accennato qui e qui trasformati dalla Propaganda Russia nella prova di un improbabile complotto della NATO, dei nazisti, degli omosessuali e degli ebrei per invadere la Russia con l’ideologia nazista, l’omosessualità e il dominio dei Poteri Forti.
Come dimostra una brevissima ricerca su TinEye, motore di ricerca per immagini, ci sono occorrenze registrate sin dal 2015 di questa immagine come “Polish Girls White Pride”, ovvero ragazze polacche al White Pride, raduno nazista.
Una variante della bufala era già stata infatti censita, ed è stato possibile arrivarci usando quella chiave di ricerca da un portale di fact checking Finlandese nel 2015.
Quella Finlandia che, ricordiamo, ha investito moltissimo nel debunking e nel fact checking diventando uno dei pochi stati impermeabili alle bufale e ha attirato l’odio del Cremlino per la sua volontà di aderire alla NATO (e un collegamento tra la sconfitta delle fake news e le decisioni politiche della nazione può essere facilmente identificato).
Secondo i colleghi Finlandesi siamo di fronte ad un caso da manuale di trolling filorusso.
Una analisi dei “metadati”, la “firma” che i programmi di fotoritocco inseriscono nelle foto per capire ad esempio il luogo di salvataggio (in caso di foto scattate da macchine digitali e cellulari coincidente col luogo dello scatto) dimostrò all’epoca che si trattava di una foto polacca, coi metadati che la indicavano come salvata (quindi modificata) in Russia e diffusa dal’agenzia di stampa Sputnik (coinvolta nel pacchetto di sanzioni contro i diffusori di propaganda) come una foto scattata in Ucraina.
I metadati non mentono: soprattutto, non mente il fatto che della foto siano state all’epoca diffuse varianti ancora più grottesche dove, nello stile della propaganda bellica, il Photoshop arricchiva le immagini di dettagli grotteschi come svastiche e improbabili bende da pirata.
Grossomodo le stesse che nei “graffiti novax” che accusano gli esponenti della campagna vaccinale di “nazismo” istoriano i loro volti, esibendo un ulteriore punto di contatto tra le metodologie postSovietiche e dei gruppi Novax.
Ovviamente, sia la foto “modificata” che la foto “liscia” erano state riassemblate dalla propaganda Russa per essere rivolte all’Occidente.
La didascalia dell’epoca, successiva alla Guerra di Crimea, recitava infatti
“Incontriamo il nuovo paese Europeo: l’Ucraina”
Nello stile di bufale, riacceso in questi giorni, per cui ai cittadini Europei attratti da Putin veniva indicata l’Ucraina come un paese nazista, invitandoli quindi alla ribellione ed al dissenso verso i loro governi in nome del loro nuovo “idolo”.
Filone di bufale che abbiamo visto nel video fake dell'”Immigrato Ucraino che minaccia gli Italiani dicendogli loro chi comanda” (diffuso dall’account del direttore di Roscosmos) e nella “Lettera di Putin ai cittadini del mondo“. Quest’ultimo improbabile e grottesco apologo dove un Putin immaginario si scaglia contro il Nazismo incitando i cittadini europei alla sottomissione di fatto alla Russia e a farsi “Quinte colonne” contro Europa e NATO, con accenti anche assai puerili va detto.
Come i colleghi di Open hanno avuto poi modo di ricostruire, anche la foto diffusa da Sputnik con le alterazioni che abbiamo visto è in realtà una “foto reperita dal web”.
Colleghi di Open che hanno censito anche varianti con toni ancora più rabbiosi e ingiuriosi verso la Prokopenko, incompatibili con la natura di bufala ma compatibili coi metodi della Propaganda.
Foto che scopriamo tratte da un meme del 2010 in Lingua Russa, titolato “La Speranza dell’Europa”.
Anche qui, possiamo riconoscere un filone tipico della propaganda del Cremlino, quella che sostanzialmente recepisce e incoraggia gli umori dei diffusori seriali di fake news Russi e, anziché combattere le fake, sceglie quelle più idonee per rendere l’informazione locale il loro megafono di elezione.
L’abbiamo già visto con le grottesche bufale sull’Acciaieria Azovstal, che dapprima secondo le chat dei novax, poi secondo “fonti russe ufficiali” è diventata un biolaboratorio dove si ricercano virus, vaccini, ma anche soldati geneticamente e fisicamente potenziati e stregoni come gli orchi di Warcraft in grado di potenziare soldati ed armamenti con la magia.
Quindi qualcuno dalle parti di Sputnik (fatto evidenziato dai colleghi Finalndesi) si è imbattuto in un meme anti-Europeo del 2011 (reperito dai colleghi di Open) ed ha anziché deciso di sottoporlo a fact checking, aggiustarlo in una forma che sembrasse verosimile fornendo un contesto.
Cosa che abbiamo visto anche per i fatti di Bucha, dove spesso portali di “fact checking” in realtà sposano la versione favorevole al Cremlino di ogni fatto, a prescindere dalla sua veridicità e spesso scopriamo che i “colleghi filo-Putiniani” non hanno neppure il buon gusto di esistere.
Sostituiti invece da nomi e storie inventati di improbabili personaggi, spesso assistiti da volti generati con algoritmo GAN in computer Graphics.
Dall’unione di questi elementi possiamo notare come la donna nella foto sia una donna Polacca ritratta nel 2010.
Contando un’età per la Prokopenko di 27 anni, e contando che la donna nella foto, per essere lei, avrebbe dovuto averne quindici, semplicemente il calcolo non torna.
Questo a parte il fatto che, evidentemente i volti di entrambe le donne sono del tutto diversi, e oltre ad un invecchiamento di dodici anni un simile mutamento non sarebbe giustificabile.
Se non forse, con la magia nera di Mariupol.
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