No, non esiste una “verità sul Green Pass” che avrà i punti come la patente
Ci segnalano i nostri contatti un articolo chiamato la “verità sul Green Pass”, che dichiara che il Green Pass funzionerà come il “credito sociale cinese”, ovvero “avrà i punti con la patente”.
Leggendo l’articolo noterete una serie di cose. Non ci sono fonti, non ci sono prove. È tutto un confuso ammasso di insinuazioni, abusate citazioni a Black Mirror (serie che ha sostituito la saga di Matrix nel pantheon di chi vuole sembrare arguto e astuto dicendo cose che non hanno signficato) descritte come “La verità”.
Basta però esaminare il meccanismo del Green Pass, di cui abbiamo più volte parlato, per stabilire che la “verità sul Green Pass” proposta è una fake news.
No, non esiste una “verità sul Green Pass” che avrà i punti come la patente
Abbiamo già parlato di una serie di fake news complottiste per cui un protocollo segreto nella “via della Seta” avrebbe imposto al Governo Italiano di imporre il sistema di “crediti sociali” in Italia.
Fake news evoluta fino ad invocare scenari apocalittici legati al c.d. “Grande Reset”, la teoria secondo cui i Poteri Forti starebbero pianificando un Governo Mondiale dove tutti i cittadini sono spossessati di ogni avere e controllati con non meglio precisati “mezzi telematici”.
A parte il fatto che se avete una carta di identità in tasca il Governo sa già che faccia avete, e se avete un conto in banca può già compiere gli accertamenti del caso, e se avete un cellulare probabilmente avete già messo su Facebook tutto il resto e spontaneamente.
E a parte il fatto che in nessuna parte del Memorandum si citano i Crediti Sociali.
Crediti sociali funzionalmente, tecnicamente e fisicamente diversi dal Green Pass.
Affermare una comunanza di intenti è come dichiarare che siccome il tabaccaio sotto casa deve chiedere il documento a chi sospetta essere minorenne prima di vendergli tabacchi, il passo successivo è che il suddetto tabaccaio possa anche negargli le caramelle se va male a scuola.
Un “non sequitur”, quella fallacia in cui due fenomeni scollegati vengono artificiosamente uniti per rendere uno dei due odioso come l’altro.
Il funzionamento del Green Pass
Il Green Pass non è un “codice a barre” come indicato nell’articolo proposto, ma è semplicemente un sistema per cui una chiave, un codice, viene raffrontato ad una banca dati.
Di fatto è come mostrare la propria patente o altro documento, ma facendo in modo che chi la verifica possa solo riscontrare la presenza di un determinato requisito senza vedere il resto dei dati che non gli interessano.
Un sistema di “crediti sociali” postulerebbe una interconnessione tra sistemi che, nonostante l’articolo dichiari esistere, di fatto non c’è.
Basta consultare le FAQ del servizio: esiste un gateway, una piattaforma che consente il rilascio e la verifica di dati codificati e mai collegati, come inferito falsamente nel testo, a multe e simili, ed esiste un insieme di chiavi per cui il controllo locale raffronta l’esistenza di determinati requisiti relativi alla vaccinazione.
Tutto quello che si potrà ottenere da un esame del Green Pass sono i dati che possono essere riscontrati dai sorgenti stessi del sistema.
Non multe, non “crediti sociali”, non comportamenti.
Solo il minimo indispensabile relativo ai dati vaccinali, presentati in una forma che rende al verificatore noto solo se l’immunità o il tampone è presente o meno, a seconda dei casi richiesti.
Possiamo quindi escludere del tutto il fantasma del Credito Sociale o altre simili allarmistiche ricostruzioni.
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