Ricomincia con la Mystery Box di Amazon a 2 euro la rutilante saga del “lusso per tutti a soli due euro”. Un tipo di Phishing, una truffa online, basata sull’ingolosire gli avidi dichiarando di essere un rispettabile venditore che propone un affare ben poco rispettabile.
In questo caso, una “Mystery Box” stracolma di beni di lusso a soli 2 euro. Mystery box che a pari del LEGO Millennium Falcon a 2 euro, del drone MAVIC anch’esso a due euro e delle valige Samsonite a due euro “perché sequestrate alle Fonti Russe” semplicemente non vedrete mai.
La truffa è la stessa identica che abbiamo visto lo scorso agosto con un’unica aggiunta: anziché generici beni non reclamati, viene aggiunto l’effetto “sorpresa” delle Mystery Box.
Le Mystery Box esistono, ma non a due euro e non in queste modalità. Sono lo strumento di alcune ditte per vendere più oggetti in una forma simile ai “bustoni da edicola”, aggiungendo alla vendita un po’ di azzardo.
Sicuramente non esistono “Mystery Box di Amazon a 2 euro”, neppure con un iPhone.
Esiste un post che vi incita a condividere i link (che così si diffonderà) e conferire i vostri dati personali, tra cui anche quelli relativi ad account e carte di credito, per ottenere il dono.
Ovviamente quei dati non finiranno mai ad Amazon, ma in mano a soggetti terzi di cui non conoscete le intenzioni e che potranno usarli liberamente, con tutti i rischi del caso.
Siamo di fronte quindi all’ennesimo caso di Phishing: un soggetto si finge Amazon per carpire la vostra fiducia e spingervi quindi a fornire dati personali che altrimenti non dareste ad uno sconosciuto.
In questo caso punta alla vostra avidità: del resto Amazon è una multinazionale, vende molti prodotti e guadagna molti soldi, quindi ci sta che distrugga gli invenduti.
In questo caso leggendo tra i commenti del caso di Phishing possiamo trovare una cifra comune in tutte le persone che dichiarano di aver ricevuto la regalia: sono tutti account nati a settembre le cui uniche attività sono recensioni stereotipate e dichiarazioni di lode per il “donatore”.
Abbiamo già visto come ormai sia alla portata di chiunque creare dei bot, falsi account di persone “inesistenti ma credibili” a scopi commerciali e politici. Li abbiamo incontrati nella disinformatia post-Sovietica, sotto i panni dei giornalisti Vladimir e Irina e degli “immortali fratelli Sasha e Masha” e incarnati dal “Team Jorge“, organizzazione che dichiara (o millanta, ciò non è chiaro) di poter schierare una intera rete di Bot al servizio di chi paga.
In questo caso lo scopo della “rete di fantasmi” è irretire l’utente.
Semplice: a differenza della rete di bot, chi cade nelle truffe esiste. Avrà quindi dato nome, cognome, codice fiscale, carte di credito e dati di accesso ad Amazon e indirizzi email a perfetti sconosciuti, certamente non con le più nobili intenzioni che provvederanno a bloccarvi fuori da ogni account di posta o Amazon indicato dedicandosi a impadronirsi del suo contante.
Non gli resterà quindi che rivolgersi alla Polizia Postale, provvedendo a bloccare carte di credito e bloccare altresì tutti gli account prima che lo faccia il truffatore, altrimenti contattare i gestori.
Esiste un modo per ottenere i prodotti restituiti ad Amazon con prezzi modici, o quantomeno ridotti.
Comprare da Amazon Warehouse, il servizio apposito di Amazon che si occupa di rivendere prodotti restituiti e/o ricondizionati (testati e riparati professionalmente, quindi resi pari al nuovo in caso di eventuali danni) a prezzi scontati a seconda dell’offerta disponibile.
Amazon quindi non elargirà mai i prodotti usati o resi mediante anonimi messaggini con richieste di condivisione e dati personali, bensì li rimetterà in vendita su Amazon Warehouse, accessibile anche dal menù principale di ogni singolo prodotto (ove sia disponibile un reso in Warehouse).
Avrete notato che tutte queste truffe hanno qualcosa in comune: un sito del venditore ricreato, a volte quasi perfettamente, a volte meno.
Anziché cliccare sul link, andate “manualmente” sul portale di Amazon o di altro venditore a verificare. Se non trovate traccia della presunta offerta, semplicemente, essa non esiste.
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