Non esiste alcuna maledizione di Tutankhamon: ovviamente, le maledizioni come tutti sanno non esistono. Ma non esiste alcun bassorilievo vergato da mano egizia per terrorizzare i tombaroli con la suddetta maledizione, ed è questa la falsa credenza.
Ancora una volta si tratta di un virgolettato inventato, pratica in cui il giornalismo indulgeva anche nei secoli passati.
In realtà i testi di esecrazione, ovvero le “maledizioni” vergate per iscritto per terrorizzare i tombaroli erano presenti nella cultura egiziana, ma abbastanza rare nelle tombe: perlopiù venivano vergati su tavolette e statue di argilla infrante e sparse per augurare il male ai propri nemici.
Semplicemente, l’ipotesi stessa di un drappello di tombaroli pronti a calare nelle tombe era ritenuta poco probabile dagli egizi contemporanei dei defunti più famosi. Testi di esecrazione compaiono spesso nelle tombe dell’Antico Regno, per diventare meno comuni nei secoli successivi ancorché più brutali, spesso invocando l’intervento di divinità crudeli come Sekhmet, “Colei che percuote”.
La presunta maledizione di Tutankhamon avrebbe dovuto essere uno di questi testi di esecrazione, che secondo il Daily Express del 1922 recitava
“Quelli che entrano nella sacra tomba verranno toccati dalle ali della morte”
Il virgolettato non è contenuto nella tomba. La frase più simile nella tomba non è un testo di esecrazione, bensì una frase attribuita al dio Anubi che si impegna solennemente a “Proteggere i defunti e impedire alla sabbia di entrare nella camera segreta”.
Il presunto testo di esecrazione nasce accanto alla “maledizione di Tutankhamon”, diffusa da scrittori come Arthur Conan Doyle, l’autore di Sherlock Holmes che distrusse la sua amicizia con l’illusionista Harry Houdini proprio per le sue credenze complottiste e dalla poetessa e scrittrice Marie Corelli, autrice di testi legati al mondo dell’occulto.
La seconda si spinse a dichiarare che la morte di Lord Carnavon, legata ad una puntura di zanzara infetta, fosse un chiaro caso di “noncielodikeno” insuando che i Poteri Forti avessero (ovviamente) inventato la cosa per nascondere la terrificante maledizione.
Si diffuse negli anni la teoria che 26 persone coinvolte nella scoperta fossero state uccise e maledette: ma solo sei di loro morirono nei dieci anni dall’apertura della tomba, e il primo scopritore Howard Carter visse per altri diciassette anni.
Le potenziali ispirazioni per il mito giornalistico nascono dai citati “testi di esecrazione” e dal romanzo La Mummia (1828) di Jane Loudon Webb, ispiratore dell’intero genere delle “Mummie Reincarnate”, bizzarro incrocio ante-litteram tra il genere steampunk e i film cinematografici sulle mummie in cui la mummia di Cheope torna in vita nel futuro steampunk del XXIImo secolo per impartire lezioni filosofiche e di morale ad un’umanità che non è stata in grado di conservare il progresso spirituale mentre inseguiva quello tecnologico ed economico.
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