Il legame tra il vaiolo delle scimmie e AstraZeneca è uno dei nuovi cavalli di battaglia del complottismo. E, ovviamente, una fake news.
Nasce tutto dal fatto che AstraZeneca, a differenza dei preparati Pfizer e Moderna, è un vaccino a vettore virale tradizionale. Ovvero un vaccino in cui un adenovirus reso incompetente alla replicazione (incapace di riprodursi) diventa vettore di una informazione genetica.
Usando la metafora immortalata dalla trasmissione per l’educazione dell’infanzia “Esplorando il Corpo Umano”, un virus incapace di replicarsi e di procurare danno viene esibito al sistema immunitario perché questi possa allenarsi con un “bersaglio” incapace di nuocere, arrivando quindi pronto all’appuntamento con la vera e propria infezione.
Tutto a posto ora? Il problema è che siccome il vettore usato è un Adenovirus degli scimpanzè, il mondo del complotto è andato in sollucchero. Dimenticando una serie di cose.
Ad esempio dimenticando che il nome “vaiolo delle scimmie” si riferisce alla scimmia e non allo scimpanzé, le cui differenze potrete esaminare a questo link, per cortesia del Jane Goddall Institute.
Ma soprattutto dimenticando che il vaiolo delle Scimmie è un Poxvirus, e non un Adenovirus.
Per essere precisi il Vaiolo delle Scimmie ha in comune col vaiolo umano l’origine dal vaiolo bovino, motivo per cui come insegnano ancora nelle scuole le origini dell’istituto stesso della vaccinazione nascono dalla scoperta che chi era stato infettato dal vaiolo bovino riceveva immunizzazione verso il vaiolo umano.
Parliamo quindi di un virus del tutto diverso, latore ipotetico di malattie del tutto diverse, peraltro anche inattivato, partendo da una traduzione che confonde scimmie e scimpanzé.
Possiamo quindi confermare che non esiste alcun legame tra il vaiolo delle scimmie e AstraZeneca
Anche di questo abbiamo parlato: ma lasciamo la parola alla Fondazione Veronesi
Il virus può trasmettersi da uomo a uomo ma con molta difficoltà. Le infezioni avvengono prevalentemente per contatto incidentale con animali infetti o con persone che hanno soggiornato in zone a rischio. Il contagio avviene per contatto diretto con le lesioni, con i fluidi corporei (in particolare con i rapporti sessuali) e con gli indumenti contaminati. Il virus può essere trasmesso anche tramite droplets nella fase acuta ma con un contatto ravvicinato e prolungato.
Sicuramente, non è il vaccino antiCOVID a trasmetterlo.
Potremmo essere di fronte al colpo di coda, se non la variante, della propaganda Russa vintage.
Già nel 2020, nel pieno della “battaglia dei vaccini”, fu fatta risalire alle “fonti Russe” una campagna denigratoria contro AstraZeneca, al verosimile scopo di spingere nell’opinione pubblica il rigetto per il prodotto inglese e un favoritismo per lo Sputnik Russo. Campagna basata sul definire Astrazeneca il “Vaccino delle Scimmie”.
E dal “vaccino delle scimmie” al “vaccino del vaiolo delle scimmie” il passo diventa assai breve.
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