Ci segnalano i nostri contatti un video che sta girando su molte bacheche, “spunte blu” comprese. Video che arriva da molto lontano, da un account X (all’epoca Twitter) che lo postò nel 2021.
Il giochino è sempre lo stesso: il video è vero, i sottotitoli sono un falso grossolano, anzi l’opposto della traduzione corretta.
È una tecnica che abbiamo visto giusto ieri: video reali con didascalie e sottotitoli falsi e artefatti: nessuno dei bambini israeliani nel video ha detto di voler uccidere bambini palestinesi.
Il video appare già sottotitolato in un post X del 2021, rilanciato da molti e collegato al conflitto a Gaza in corso. Il fact checking fu già proposto nello stesso anno: il video è stato estrapolato, tagliato e munito di sottotitoli artefatti nel 2021, ma è stato girato nel 2016, in un reportage per dimostrare come la guerra abbia diviso anche le generazioni più giovani.
Laddove il falso sottotitolo dichiara che il bambino ritratto nell’immagine (di cui noi copriremo il viso, cortesia che l’account del 2021 e molti condivisori non gli hanno usato) ha dichiarato che quando vede un bambino arabo si sente
“arrabbiato e vuole ucciderlo”
Nel video reale il bambino dichiara di sentirsi invece
“spaventato perché ho paura che voglia uccidermi”
Cosa del tutto diversa, e coerente con l’orribile situazione di guerra che avvelena la civile convivenza tra popoli e anche solo tra bambini, che dovrebbero avere una vita innocente e si ritrovano invischiati nelle guerre degli adulti.
Proprio nel 2015 infatti un fatto di cronaca particolarmente crudele di cui abbiamo parlato in un precedente articolo aveva scosso l’opinione pubblica.
Due cuginetti palestinesi, di 13 e 15 anni erano andati in un insediamento israeliano armati, e il 15enne aveva accoltellato gravemente un 13enne israeliano e ferito un adulto, venendo ucciso dalla polizia mentre il 13enne venne arrestato dopo essere stato colpito da una macchina.
Il 13enne, ora adulto, è ancora in carcere, ma eventi simili che in tutto il campo di ormai eterna battaglia hanno coinvolto anche bambini possono aver motivato una risposta basata sul “Io ho paura che un altro bambino mi uccida”.
Cosa agghiacciante e dolorosa, tristissima e nefanda, ma diversa da “Io voglio uccidere un altro bambino”.
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