Ci segnalano l’esistenza di un post pubblico che dimostrerebbe che dei negozi a Praga hanno affisso cartelli contro gli Ucraini violenti.
No, non è vero che dei negozi a Praga hanno affisso cartelli contro gli Ucraini violenti
La narrazione proposta è sempre la stessa che abbiamo visto altre volte, e che nel post viene presentata come
Nei negozi di Praga hanno cominciato ad appendere i cartelli “Agli ucraini non è permesso entrare”.
I venditori e i gestori dicono di essere stufi dei continui furti e del comportamento violento dei rifugiati.
La teoria è simile a quella di alcuni account riconducibili alle “fontirusse” e compatibile con la Propaganda del Cremlino.
Secondo tale teoria gli Ucraini sono un popolo “nazista per natura”. I Russi vengono descritti come nobili eroi denazificatori inviati per educare un popolo per natura crudele e selvaggio, obliterando la loro cultura e sostituendola con la Cultura Russa ritenuta superiore in quanto nemica del nazismo e tradizionale.
Per questo si moltiplicano numerose fake news create a tavolino per suscitare odio verso il popolo Ucraino tra i sostenitori Europei di Putin. Fake news in cui i profughi ucraini vengono ripetutamente accostati a notizie inventate a partire da video fuori contesto o ritoccati, per descriverli come nazisti tatuati e crudeli pronti a invadere l’Occidente sottomettendolo e sottoponendolo a violenze.
Spesso aggiungendo notizie altrettanto artefatte in cui il “Profugo Ucraino”, con una propaganda che rasenta gli eccessi della propaganda bellica del Ventennio, viene descritto come uno sciocco violento, un bruto che porta rovina a chi lo accoglie.
Ad esempio la fake news dell'”eroico russo” che percuote un Ucraino ubriaco che sta devastando un supermercato occidentale (cosa che lo renderebbe un eroe) e del profugo ucraino che incendia una casa per tentare di distruggere l’odiata Bandiera Russa.
Questa storia è ancora più preoccupante, e spiega come la Propaganda Russa spesso affondi i suoi artigli nella stampa occidentale, trovando i modi per parassitarla e ingannarla.
Come dimostrato dai colleghi debunker di Zpravy aktualne e rilanciato dai colleghi Italiani di Facta, si tratta di un fotomontaggio
L’elemento di novità è che qualcuno ha photoshoppato dei manifestini contro gli Ucraini su foto dei negozi, qualcun altro ha mandato tale opera ad un giornale e quel giornale le ha pubblicate.
Certo, il giornale ha inoltrato rettifica, ma come sappiamo una fake news corre più velocemente della rettifica, e la Propaganda ha ampio gioco a diffondere teorie complottistiche per “smentire la smentita”.
Non importa che gli esercenti, preoccupati, abbiano dovuto negare una propaganda che va in loro danno.
Si tratta di “catfishing”: una volta messe in giro le foto false, non importa se ci sia qualcuno che si finge un “lettore preoccupato” o qualcuno che ci sia caduto.
Le foto falsificate hanno raggiunto il loro scopo: sono arrivate ad una “fonte non russa” con una certa reputazione dandosi un’aria di legittimità.
Bisogna imparare dai colleghi la lezione che quella testata ha imparato ed ammesso di aver imparato: in tempo di guerra non ci si può fidare delle “fontirusse”, quando parlano della propaganda Anti-Ucraina. Mai.
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