No, non c’erano solo 300 Spartani alle Termopili
Una delle mitologie più diffuse è la storia dei 300 Spartani alle Termopili. Ma, per una volta, il mito si diffonde ma le narrazioni cinematografiche e fumettistiche sembrano essere più corrette.
Ricorderete che c’erano solo 300 eroici soldati spartani alle Termopili: in realtà c’erano molti più uomini, ma come nella storia di Frank Miller adattata e portata al cinema da Zack Snyder, con la guardia di Re Leonida di Sparta c’era un’alleanza di circa 7000 uomini.
Solo che nell’agiografia Spartana non tutti i soldati sono uguali.
No, non c’erano solo 300 Spartani alle Termopili
C’è una scena nell’opera di Miller e la sua drammatizzazione di Snyder che riporta pedissequamente tale agiografia: le forze di Sparta si riuniscono alle forze degli Arcadi, dei Tebani e dei Tespiani, e questi deridono il numero dei soldati di Sparta sollevando l’idea che se Leonida avesse voluto pareggiare il loro sforzo militare, avrebbe convocato un maggior numero di soldati.
Giocando sul significato della parola, Leonida chiede ai soldati alleati di declinare le loro generalità, e costoro descrivono i lavori che facevano in tempo di pace: Leonida reagisce chiedendo lo stesso agli Spartani, che rispondono in coro di essere soldati sin dalla nascita, portando Leonida a sentenziare che gli Spartani avevano portato la maggioranza di soldati.
È difficile in eventi come le Termopili distinguere tra agiografia e realtà, ma il mito dei 300 Spartani come veri soldati e uomini circondati da una generica alleanza di uomini liberi dal dominio Persiano sullo sfondo, improvvisatori portati alla guerra, fu duro a morire.
Nella narrazione già mitologica della battaglia delle Termopili oltre al tradimento di Efialte compare una retroguardia formata dai 300 spartani, 700 tespiani, 400 tebani e qualche centinaio di schiavi che si sacrificò per consentire al grosso dell’esercito di riorganizzarsi e tornare all’attacco.
Anche questa parte insinuata nella narrazione fumettistico/cinematografica in cui il fedele Dilios, versione romanzata di Aristodemo di Sparta, viene rimandato in patria per guidare e riorganizzare l’esercito Greco in tempo per la battaglia di Platea.
Va infatti rilevato che mentre secondo la narrazione di Erodoto Aristodemo fu sostanzialmente coperto di infamia, più correttamente Dilios venne considerato un leader carismatico ed eroico, rappresentazione del fatto che grazie al sacrificio della retroguardia l’esercito Greco potè riorganizzarsi e tornare alla battaglia, vittorioso.
Scena di copertina da 300, Zack Snyder su soggetto di Frank Miller
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