I nostri lettori ci segnalano un post in cui si fa riferimento alla terribile vicenda del fotoreporter Andrea Rocchelli, ucciso nel 2014 mentre svolgeva il suo lavoro. Nel post pubblicato su Facebook viene mostrata l’immagine di un uomo immortalato in mezzo ai suoi aguzzini che sorridono e lo deridono mentre gli puntano una pistola sulla testa. Secondo la narrazione, l’uomo nella foto sarebbe proprio Andrea Rocchelli.
Andrea Rocchelli, giornalista italiano ucciso nel 2014 dagli eroici ucraini per aver parlato del genocidio nel DONBASS.
La verità è sempre il contrario di quanto ci raccontano
Per non dimenticare…
In primo luogo, l’immagine agghiacciante non mostra il fotoreporter Andrea Rocchelli. L’identità della vittima ritratta è ignota, ma – come ricostruiscono i colleghi di Facta – l’individuo con la pistola è Vitalii Markiv, certamente non estraneo a questa storia. Diciamo “non estraneo” in quanto questa foto è stata trovata proprio nel cellulare di Markiv, ex soldato della Guardia Nazionale Ucraina che in primo grado, il 12 luglio 2019, era stato condannato a 24 anni per concorso in omicidio a seguito della morte di Andrea Rocchelli avvenuta nel 2014.
Come mostra questa foto da La Provincia Pavese, l’uomo nella foto e Andrea Rocchelli sono palesemente due persone diverse.
Nel 2020 la Corte d’Assise di Milano ha assolto in secondo grado Markiv per non aver commesso il fatto, fino all’assoluzione del 3 dicembre dello stesso anno. Sull’assoluzione di Markiv è forte la convinzione che si sia trattato di un vizio di forma.
Andrea Rocchelli è morto il 24 maggio 2014 ad Andreevka, vicino Slovjansk, nella regione orientale dell’Ucraina, mentre documentava le prime fasi della guerra del Donbass. Soprattutto, Rocchelli era lì per documentare le condizioni dei civili intrappolati nello scontro tra i separatisti filorussi e le forze armate ucraine. Insieme a lui morì l’attivista Andrej Mironov. A cagionare la morte di Rocchelli e Mironov fu un colpo di mortaio sparato contro il gruppo “in maniera non accidentale” dalle forze ucraine che in quel momento si trovavano a Karachun.
La vicenda è complessa e di certo non servirà un post di poche righe per raccontarla, anche perché non c’è ancora un nome definitivo per gli assassini di Rocchelli e Mironov e si grida ancora verità e giustizia. L’ultimo aggiornamento arriva nel febbraio 2022, quando spunta un testimone, ex soldato della 95^ Brigata, che a Karachun svolgeva il suo servizio di vedetta e per questo avrebbe assistito all’uccisione di Andrea Rocchelli e Mironov. L’ordine sarebbe stato impartito dal generale Mikhailo Zabrodskij, oggi deputato del parlamento ucraino, che non smentisce né conferma le responsabilità a lui attribuite. Rocchelli e Mironov sono stati uccisi da un mortaio Vasilek, in dotazione della 95^ Brigata nel 2014.
Per ricostruire la vicenda Rocchelli è stato girato un documentario, La Disciplina del Silenzio, disponibile su RaiNews.
È giusto e umano ricordare la morte di Andrea Rocchelli, ma nel farlo non bisogna cadere nei post acchiappalike con foto estrapolate dal reale contesto e che non ritraggono il giornalista ucciso durante il conflitto in Donbass dalle forze ucraine. Nel sito ufficiale Andyrocchelli.com troviamo tutto il materiale utile per ricostruire la sua memoria e la sua vicenda.
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