No, il Parlamento Europeo non ha detto che il 5G accelera la pandemia del COVID-19
Secondo un articolo pubblicato il 25 marzo 2020 su OasiSana il Parlamento Europeo avrebbe detto che il 5G accelera la pandemia del COVID-19. Gli autori attribuiscono tale teoria a Klaus Buchner, fisico e parlamentare del gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea. In poche parole Wuhan, città dalla quale è partita la pandemia, sarebbe stata la prima ad esser stata esposta alle frequenze 5G. OasiSana precisa che il 5G non ha originato la pandemia, ma secondo il Parlamento Europeo ne avrebbe accelerato la diffusione.
Sul Coronavirus e sul 5G
Andiamo per ordine. Delle associazioni tra COVID-19 e 5G abbiamo parlato tanto e se volete fare un ripasso vi invitiamo a frugare nel nostro archivio a questo indirizzo. Sostenere una teoria può essere legittimo, ma portarla avanti distorcendo attribuzioni e manipolando le informazioni – azioni che i complottisti attribuiscono, invece, ai poteri forti – non rende giustizia all’idea nel senso più nobile del termine.
L’OMS è intervenuta più volte sul tema. Troviamo, infatti, la correlazione tra COVID-19 e 5G tra i miti da sfatare sulla pandemia elencati in questo documento e riassunta in questa infografica. Se vogliamo citare un esempio, gli stessi complottisti che si dicono liberi da ogni condizionamento mediatico riprendono a oltranza la notizia degli uccelli morti a causa del 5G (ecco un articolo), ma non sono in grado di dimostrare quanto affermano.
In poche parole: il mondo scientifico ha sempre smentito a più riprese tale correlazione, ma c’è una consistente fetta di utenza che insiste nel volerlo sostenere. Sostenere, però, non significa dimostrare.
Il Parlamento Europeo smentisce la correlazione tra COVID-19 e 5G
OasiSana attribuisce al parlamentare UE Klaus Buchner queste parole:
Esistono prove scientifiche chiare che la diffusione di virus è accelerata dalle radiazioni elettromagnetiche. In particolare, il 5G è un accelerante della pandemia di Coronavirus.
Come riportano anche i colleghi di FactaNews in un articolo pubblicato il 12 maggio 2020, addirittura il Parlamento Europeo aveva smentito tale correlazione. Troviamo riferimento in questo documento di cui vi riportiamo un estratto:
Non esiste alcun collegamento tra il 5G e la Covid-19. Il coronavirus è un virus che si diffonde da una persona all’altra attraverso goccioline emesse attraverso gli starnuti, la tosse o il respiro. Il 5G è la nuova generazione di tecnologia delle reti mobili trasmessa su onde radio non ionizzanti. Non vi sono prove che il 5G sia nocivo per la salute umana. Il focolaio di coronavirus manifestatosi nella città cinese di Wuhan non è collegato al 5G e si ritiene che abbia avuto origine in un mercato all’ingrosso di prodotti ittici.
Per approfondire ulteriormente vi invitiamo alla lettura di questo fact-check pubblicato dall’AFP il 7 aprile 2020. La domanda, a questo punto, sorge legittima: se il Parlamento Europeo smentisce la correlazione tra COVID-19 e 5G, perché gli si attribuisce il contrario? Soprattutto: qual è il ruolo di Klaus Buchner?
Era solo un’interrogazione parlamentare
Il Parlamento Europeo, lo ribadiamo (e ribadiamo anche il riferimento), ha smentito la correlazione tra COVID-19 e 5G e non sostiene affatto che il 5G abbia accelerato la diffusione della pandemia. Piuttosto tale correlazione compare all’interno di un’interrogazione parlamentare presentata proprio da Klaus Buchner il 24 aprile 2020. La troviamo a questo indirizzo. “La diffusione delle infezioni virali è probabilmente accelerata dall’esposizione alle onde a radiofrequenza”, dunque Buchner non prende posizione sull’argomento, anzi, chiede chiarimenti.
Dunque il Parlamento Europeo avrebbe detto che il 5G accelera la pandemia del COVID-19? No, e tale attribuzione è da considerarsi disinformazione in quanto ripropone un’interrogazione parlamentare come una dichiarazione ufficiale, per servire il complottismo.
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