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No Green Pass: la questura smentisce il giallo del presunto poliziotto infiltrato

La questura smentisce il giallo del presunto poliziotto infiltrato: questa una delle notizie della giornata, nata da indiscrezioni rilanciate sui social.

Il caso è evidente, e a questo punto un probabile caso di pareidolia, il fenomeno psicologico e umano per cui la mente è naturalmente portata a “colmare i vuoti”, sostanzialmente vedendo quello che vuole vedere in informazioni sensibili incomplete e contraddittorie.

In questo caso, un contraddittorio individuo dal doppio ruolo: a volte un agente della DIGOS incaricato di percuotere i manifestanti, a volte un manifestante pronto a soffiare sul fuoco della violenza, distruggere cose e percuotere manifestanti.

Dalla questura filtra l’indiscrezione che le indagini sono in corso ma al momento non esiste alcun riscontro sul poliziotto infiltrato.

Risolve il caso la questura stessa, confermando peraltro che uno dei presunti agenti il cui nome è stato divulgato in Rete come probabile responsabile semplicemente non poteva essere l’interprete principale del giallo del presunto poliziotto infiltrato perché era da tutt’altra parte in quel momento.

Cosa che avrebbe postulato non solo capacità mimetiche superiori, ma anche il dono della bilocazione, tipico dei Santi nella narrazione religiosa e degli “slasher” (gli assassini dei film dell’orrore sovrannaturale) nella narrazione cinematografica.

AGGIORNAMENTO: Nel pomeriggio dell’11 Ottobre si è consegnato spontaneamente in Procura un agente in borghese confessando di essere l’uomo ritratto nel video. Non il soggetto indicato sui Social, soggetto che, al contrario, ha sporto denuncia per le voci al suo riguardo.

“Il poliziotto sarà segnalato all’Autorità Giudiziaria che ne valuterà l’operato. Nella giornata ieri è circolato un post sui canali social che riconduceva tali condotte ad un dirigente della Polizia di Stato, il quale è invece risultato del tutto estraneo ai fatti. L’autore del post è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di diffamazione e calunnia”.

Informa la Questura di Roma.

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