Ci segnalano i nostri contatti una catena di S. Antonio contro l’uso delle c.d. “Mascherine” tra i sistemi di protezione personali, titolata nessuno può obbligare all’uso della mascherina.
Fiumi di parole sono stati scritti sulle mascherine, e su come, fatto noto purtroppo a poche persone, sono un decente presidio sanitario purché accompagnate ad altre misure non meno, se non ancora più essenziali, come il rispetto della distanza droplet di un metro circa e una corretta igiene personale che preveda lavarsi frequentemente le mani (in ogni caso dopo aver manipolato oggetti al di fuori della nostra igiene domestica) ed evitare di portarsele agli occhi o alla bocca.
Comunque, conosciamo bene i nostri polli, e sappiamo bene che la mascherina è obbligatoria nei luoghi chiusi e nelle situazioni nelle quali il distanziamento sociale è altrimenti impossibile, salvo più stringenti ordinanze regionali che comunque dovreste consultare caso per caso.
E abbiamo visto che era prevista tra le precauzioni anche nella California del 1920, ai tempi dell’Influenza Spagnola.
Eppure, ci è pervenuto un lungo elenco di ragioni… inefficaci
Sapete cos’è altro un presidio chirurgico o un trattamento sanitario?
I vaccini.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Ricordate quella parte dell’articolo 32 Cost e della Convenzione di Oviedo che nessun antivaccinista legge mai?
Strana la vita: ora non la leggono neppure i Novaxx
Eh no… di questo ne abbiamo già parlato ai tempi in cui orde di bravi cittadini esibivano con belluina brutalità il loro presunto diritto a togliere il velo alle donne islamiche incontrate nella via.
A parte che il TUPS non esiste, il TULPS prevede anche esso una clausola di uscita
tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto
E l’articolo 5 della legge 152/75 (la legge “Reale”, nata nel periodo delle contestazioni e del terrorismo) sanziona
qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo
Eh beh, miei piccoli condivisori di contenuti virali da tastiera, siamo in una caspita di Pandemia diffusa di una malattia elevatamente contagiosa per la quale non esistono ancora terapie efficaci e vaccini.
Quale altro giustificato motivo volete?
Infatti già dicemmo che il velo islamico, nonché quello delle suore, sono un giustificato motivo. Figurarsi il rischio concreto di beccarsi malattie a random.
Il brano continua sciorinando le disposizioni di legge relative alla tutela della salute e insinuando il rischio di cancro e patologie respiratorie.
Ricalcando parola per parola il testo di una bufala che avevamo già affrontato, e che ora vi mettiamo qui in collegamento e la leggete.
Vediamo: secondo l’autore di questo testi medici ed infermieri devono esibire un segno di schiavitù?
I tecnici di laboratorio, che specialmente quando lavorano ad equipaggiamento sensibile, sono tuoi schiavi?
Se io chiedo ad un tecnico di recuperare dati dal mio disco fisso (operazione che va fatta indossando equipaggiamento protettivo e contenitivo) o vado dal dentista che quindi già in tempi pre-pandemici doveva indossare mascherina e altri presidi per evitare di contaminarsi col contenuto delle mie mandibole non sempre in stato perfetto e/o per evitare di contaminare me, gli sto imponendo un atto di schiavitù?
Se ho al contrario deciso di diventare medico, posso presentarmi in sala operatoria in jeans e maglietta perché non voglio essere schiavizzato, magari starnutendo in un paziente a cuore aperto come Mister Bean che perde le caramelle in un uomo che cerca di salvare?
Non capiamo quando il principio che
I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici [97, 98, 103, 113] sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti (1). In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.
Sia mai stato messo in discussione
Infatti si parla di equilibrio. Compressione ed equilibrio tra valori diversi.
Ad esempio, non potevamo andare avanti a DPCM all’infinito, ed infatti si è tornati allo strumento del Decreto Legge ed alla parlamentarizzazione della crisi sanitaria, dal punto di vista burocratico.
Dal punto di vista tecnico, ogni libertà finisce dove comincia quella di un altro, ma il confine è mutevole e non fisso.
Ad esempio la legge mi impedisce di esercitare il mio vigore fisico percuotendo qualcuno, ma se entrambi ci iscrivessimo ad una palestra con sport di lotta come la boxe e le arti marziali, potremmo gioiosamente percuoterci esercitando contemporaneamente il nostro diritto a crescere in salute e forza fisica infliggendoci il rischio di piccoli danni alla stessa.
Ad esempio io ho il diritto ad avere proprietà, ovviamente, ma in caso di pubblica necessità potrei trovarmi a vedere espropriato un fondo necessario per costruire una strada nevralgica per il bene di tutta la città, ricevendo una idonea mercede economica.
L’esempio potrebbe andare avanti all’infinito: ci basterà ricordare che anche per i vaccini obbligatori vi è generale consenso sul fatto se sono obbligatori tu non possa portare un bambino non vaccinato laddove ve ne sono altri che potrebbero subire lesione della loro salute per una tua scelta.
In questo caso, laddove è possibile il distanziamento, lo si fa anche senza mascherina, che diviene obbligatoria quando questo non è possibile, dato che la generale esigenza del Mondo di uscire dalla Pandemia al più presto comprime il “diritto” di rischiare di beccarsi il COVID e distribuirlo in giro come un dono poco gradito.
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