NESSUNA FONTE Un carabiniere “senza infamia e senza lode” scrive a Ilaria Cucchi

Ancora sul caso Cucchi e ancora sulla complessa vicenda delle dichiarazioni di Stefano circa il rapporto con i famigliari e con la sorella, Ilaria.

Ilaria Cucchi / PourFemme

In questi giorni i social sono invasi da una lettera che circola come copia-incolla di bacheca in bacheca, fino ad arrivare ai principali siti di disinformazione nella forma di articolo, ma senza la citazione di una fonte autorevole che conferisca autenticità allo scritto dell’anonimo carabiniere. Stiamo parlando di Mag24 e TgNews24.

Riportiamo il testo a seguire:

Cara sig.ra Ilaria Cucchi, sono un carabiniere senza infamia e senza lode, un onesto lavoratore, e volevo dirle che poche parole si possono trovare per commentare questa assurda tragedia, stante che quanto accaduto a suo fratello è qualcosa di aberrante, atroce, ingiusto, qualcosa che non avrebbe mai dovuto succedere. Lei non ha mollato fino alla fine e grazie alla sua caparbietà ora giustizia è stata fatta. Chi ha pestato e ucciso Stefano non era evidentemente degno di portare la divisa che indossava. Ma questi soggetti non devono pagare solo per Cucchi, per Lei e per i suoi famigliari, ma devono pagare per tutti quegli UOMINIi che dentro quella DIVISA ci mettono l’anima, il CUORE, il SUDORE e molto spesso ci rimettono la loro stessa VITA, per il bene di tutti e ciò per POCHI SOLDI. Perchè il loro è un SACRIFICIO quotidiano che non puó e non deve essere INFANGATO DA 4 DELINQUENTI.

Suo fratello meritava di più, meritava assistenza, aiuto, comprensione, meritava di tentare l’ennesimo percorso di recupero e non certo di morire in questo modo.

Cara sig.ra Ilaria Cucchi, non dimentichi però che quando suo fratello è stato arrestato ed a sua madre è stato chiesto di nominare un avvocato di fiducia, in risposta, al telefono, sono volati solo insulti nei confronti di Stefano, e sua MADRE aggiunse che NON AVREBBE SPESO ALTRI SOLDI PER QUEL DELINQUENTE DI SUO FIGLIO E CHE AVREBBE DOVUTO FARE AVANTI IL BARBONE PER STRADA. Cara sig.ra Ilaria Cucchi, non dimentichi CHE FU LEI A NON FAR VEDERE I NIPOTI A STEFANO DA BEN 2 ANNI, CERTO PER PROTEGGERLI DA LUI, DAL SUO STATO DI TOSSICODIPENDENZA, da suo FRATELLO CHE FREQUENTAVA AMBIENTI LOSCHI ED FU SEMPRE LEI CHE NON LO VOLLE PIU’ NELLA SUA VITA ED ANCHE TUTTA LA SUA FAMIGLIA LO EMARGINÒ E ABBANDONÒ.

RIMASE COSÌ SOLO E PERDUTO COME UN CANE RANDAGIO.

Mi preme però osservare che dalla terribile morte di suo fratello Lei è riuscita comunque a costruirsi un personaggio mediatico, conseguendo anche un giusto rimborso di un milione di euro (somma che certo non la ripaga di quanto sofferto e perduto). Vorrei dirle che ha ottenuto una vittoria insperata, incredibilmente grande e giusta e grazie a lei verranno perseguiti dei delinquenti che non meritavano di vestire la divisa che indossavano. La “pulizia” andava fatta (anche per i fiancheggiatori) ed era sacrosanta. Dispiace però un’unica cosa, ovvero che la stessa caparbietà che ha dimostrato nella ricerca dei colpevoli, non l’ha sfoderata quando c’era da aiutare Stefano; Lei se ne disinteressò ed ora invece, da candidata per il PD, ora suo fratello è diventato la persona più cara che avesse mai avuto al mondo! Un eroe! Una perdita immensa! No sig. ra Ilaria, Stefano non era un eroe, gli eroi son altri, era solo un ragazzo che meritava di essere compreso e aiutato, anche se si era perduto.

Forse sarebbe stato meglio dimostrarsi caparbia anche nei tragici momenti della dipendenza, quando era un ragazzo allo sbando e finì nelle mani dei suoi aguzzini, ovvero preoccuparsi di lui prima di tutto ciò, prima che tutto diventasse “troppo tardi”! Stefano aveva tanto bisogno della sua grande caparbietà!!!! Ma ormai è troppo tardi per tutti! Da questa vicenda ne usciamo sconfitti tutti quanti, tutta la nostra società, Lei compresa. Da par mio spero di continuare a servire il mio paese nel miglior modo possibile: la morte di Stefano ha insegnato a me e ad altri tante cose, per non errare di nuovo in futuro. Spero che tale insegnamento abbia raggiunto anche Lei!

FIRMATO: UN CARABINIERE QUALUNQUE

Stefano Cucchi / TPI

Partendo dalla parte più facile per la nostra analisi possiamo dire che, trattandosi di un copia-incolla, non è possibile confermare se l’autore di tale lettera sia un carabiniere. L’assenza di fonti, riferimenti e dati potrebbe rivelare che dietro queste parole vi sia un comune utente, non appartenente all’Arma, che diffonde il proprio pensiero sul caso di Stefano Cucchi cercando autorevolezza sotto le mentite spoglie di un carabiniere. Non è possibile stabilirlo, dunque l’autore di questo messaggio potrebbe essere sia un carabiniere che una persona qualsiasi, che lancia in rete un messaggio nello stile “è per un mio amico”.

Per un approfondimento sulle catene social vi rimandiamo alla nostra guida utile.

Veniamo, ora, alle parti della “lettera” evidenziate in grassetto.

La madre di Stefano: “Non spenderò altri soldi per quel delinquente”

Dobbiamo tornare, a più riprese, allo scontro tra Silvia Cirocchi e Ilaria Cucchi di cui avevamo parlato in un articolo del 18 ottobre 2018. Il 13 ottobre 2018 Silvia Cirocchi – compagna di Gianni Alemanno – si rivolgeva a Ilaria Cucchi in un post pubblicato sul suo profilo Facebook. Notiamo che il contenuto della “lettera” del carabiniere di cui stiamo parlando è oltremodo simile al post scritto dalla Cirocchi, che vi riportiamo nuovamente:

Vorrei dire a Ilaria Cucchi che quanto accaduto a suo fratello è qualcosa di aberrante, qualcosa che non doveva succedere, ma purtoppo è successo. Non ha mollato e giustizia è stata fatta. Chi ha pestato Stefano non era degno di portare la divisa. E deve pagare. Ma non deve pagare solo per la Cucchi e i suoi famigliari, deve pagare per tutti quegli uomini che dentro quella divisa ci mettono cuore sudore e vita. Per quattro soldi. Perchè (sic!) il loro è un sacrificio quotidiano che non puó (sic!) essere infangato.

Vorrei dire ad Ilaria Cucchi di non dimenticare che c’è sostanziale differenza tra chi ha subito un’ingiustizia (lo so è riduttivo definirla così) e un eroe. Perchè (sic!) quello che è accaduto a Stefano mai sarebbe dovuto accadere, ma non si puó (sic!) trasformare uno drogato e spacciatore in un eroe. Questo non si puó (sic!) proprio fare.

Vorrei dire ad Ilaria Cucchi che quando al fratello serviva un avvocato sua madre disse che “non avrebbero speso altri soldi per quel delinquente del figlio, che poteva andare a fare il barbone per strada”.

Vorrei dire ad Ilaria Cucchi che era lei a non far vedere i nipoti a suo fratello da due anni. Era lei che non lo voleva più nella sua vita.

(secondo quanto affermava Mandolini nelle intercettazioni telefoniche)

Vorrei dire a Ilaria Cucchi che dalla terribile morte del fratello è riuscita a costruirsi un personaggio, ha attenuto (sic!) un rimborso non di pochi spicci (e mai sarà sufficiente per ció che è successo), e si mormora già di una candidatura politica molto prossima.

Vorrei dire a Ilaria Cucchi che ha ottenuto una vittoria insperata, incredibilente (sic!) grande e giusta.

Vorrei dire a Ilaria Cucchi di non renderla una pagliacciata.

Abbiamo evidenziato in grassetto i due punti cruciali del messaggio di Silvia Cirocchi, ovvero le dichiarazioni della madre di Stefano e l’abbandono del geometra romano da parte della sorella Ilaria, che da due anni non gli consentiva di vedere i suoi nipotini.

Ancora una volta, dunque, dobbiamo tornare al 2015, quando il 17 luglio il maresciallo Roberto Mandolini telefonò a Rosaria Staropoli, consulente del SAP di Vibo Valentia. Mandolini era già indagato per falsa testimonianza (AdnKronos) e dalle

intercettazioni di quell’occasione era emerso che riferì che la madre di Cucchi, al momento dell’arresto del figlio, disse di voler rifiutare di scegliere un avvocato di fiducia. Lo disse Mandolini, dunque non si parla di materiale registrato direttamente dalla famiglia Cucchi.

Ilaria Cucchi impediva a Stefano di vedere i nipoti

Ancora, nell’intercettazione è possibile sentire Mandolini mentre racconta che Stefano gli riferì di non vedere i nipotini da due anni. Anche in questo caso si tratta di dichiarazioni arrivate da Mandolini, impossibili da verificare in quanto non provengono dalla famiglia Cucchi. Le dichiarazioni catturate nelle intercettazioni si aggiunsero agli atti presentati durante l’inchiesta bis. Silvia Cirocchi prima e il “carabiniere qualunque” poi, dunque, riportano affermazioni di Mandolini che però vennero smentite da Ilaria Cucchi prima in un post dell’1 febbraio 2016 in cui mostrava la famiglia riunita per il natale 2008, poi in una risposta al post della Cirocchi:

Cara Silvia Cirocchi evidentemente tu parli senza nessuna cognizione di causa.

  1. Nessuno ha voluto mai fare di mio fratello un eroe, tantomeno io che ho sempre sostenuto che non lo fosse.
  2. Mia madre non ha mai detto la frase che citi ma le è attribuita da Mandolini, che ha testimoniato il falso nel primo processo ed è imputato nell’attuale.
  3. I suoi nipoti, che conservano un bellissimo ricordo di lui, come è agli atti del processo e come è apparso in tutte le televisioni, li vedeva eccome ed ogni giorno, fino all’ultimo.
  4. Mio fratello non può essere definito uno spacciatore perché non è mai stato processato e condannato per questo.
  5. Mi dirai tutto questo in tribunale.

Visto che sei così convinta di ciò che dici mandami via Messenger il tuo indirizzo così posso fare a meno di querelarti e disturbare la polizia postale che ha di meglio da fare. Ti faccio la causa civile e devolverò per opere di bene il risarcimento che mi sarà da te dovuto.

Visto che hai studiato giurisprudenza sono convinta che sai di che cosa sto parlando.

La famiglia Cucchi / Leonardo

Ilaria Cucchi candidata per il PD

L’ossessione dei viralizzatori per il Partito Democratico confonde il breve conto che Ilaria Cucchi aveva aperto con un’eventuale carriera politica. Per prima cosa: la sorella di Stefano Cucchi non si era candidata per il PD. Da un’analisi al vetriolo pubblicata da NeXt Quotidiano ricordiamo che Ilaria Cucchi si era candidata nel 2013 con Antonio Ingroia per Rivoluzione Civile e non venne eletta.

Nel 2016, poi, annunciò a L’Espresso di volersi candidare come sindaco di Roma. Stefano Fassina, anche pubblicamente, aveva accolto con entusiasmo la notizia e le aveva proposto un incontro. Fassina aveva lasciato il PD un anno prima (nel 2015) e nel 2016 puntava al Campidoglio con SEL e Sinistra Italiana. Alla fine Ilaria Cucchi non venne candidata, perché venne candidato Fassina. Dire che la Cucchi fosse candidata col PD è falso.

Conclusioni

Considerata la somiglianza tra la lettera del “carabiniere qualunque” e il post di Silvia Cirocchi, potremmo parlare di un’emulazione da parte di un anonimo, visto che nel primo caso non abbiamo alcun riferimento anagrafico. Parliamo, dunque, di nessuna fonte. In più, la lettera tocca due punti già chiariti: il rifiuto della madre di Stefano Cucchi di nominare un avvocato di fiducia e di Ilaria Cucchi di fargli vedere i due nipotini per due anni fanno parte delle dichiarazioni del maresciallo Mandolini emerse da un’intercettazione, ma non riscontrabili dalla famiglia Cucchi. A più riprese Ilaria Cucchi, infatti,

ha smentito le due ipotesi dimostrando anche, con una foto, che Stefano non era mai stato abbandonato. La foto risaliva al natale 2008. Cucchi è deceduto nel 2009, dunque la tesi che vede Ilaria Cucchi abbandonare il fratello nei due anni precedenti la morte risulta infondata.

Ricordiamo, infine, che Ilaria Cucchi non si è mai candidata col PD.

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