Nerone mandava i cristiani a morire al Colosseo e i suoi concittadini organizzavano orge?
Nerone mandava i cristiani a morire al Colosseo e i suoi concittadini organizzavano orge: questo è quello che anni di film di di Maciste e Peplum ci hanno insegnato. Ma questo corrisponde davvero a verità?
Ovviamente no, almeno non come pensate: c’era confusione anche all’epoca, e per lo stesso motivo di ora. Ovvero anche all’epoca c’era una sotterranea guerra ibrida. Se volevi combattere un nemico, lo facevi controllando l’informazione: se controllavi l’informazione, controllavi la società.
Partiamo dalla più facile
Nerone mandava i cristiani a morire al Colosseo
L’Anfiteatro Flavio, per gli amici il Colosseo, fu inaugurato intorno all’80 d.C.
Fu costruito sotto Vespasiano e inaugurato sotto Tito: Nerone era morto nel 68 d.C., dodici anni prima.
Ma anche volendo considerare la locuzione in senso lato, ovvero con Nerone che organizzava ludi gladiatori negli anfiteatri, abbiamo testimonianze di esecuzioni nell’Anfiteatro di Nerone successive al rogo di Roma del 64 d.C.
L’aneddotica dell’epoca, quella divulgata ancora oggi, è che Nerone abbia incolpato i cristiani del rogo di Roma per distogliere l’attenzione da se stesso e ordinato pubbliche esecuzioni dei presunti colpevoli.
Attualmente il testo di riferimento sono gli Annali di Tacito, secondo cui in un rimpallo di responsabilità basato sul noncielodikeno le colpe del Rogo di Roma del 64 d.C. furono attribuite a seconda della parte che avevi preso a Nerone o i Cristiani.
Coloro che credevano nella colpa di Nerone evidenziavano come negli ultimi anni di vita Nerone fosse sostanzialmente un autorecluso timoroso di ogni forma di tradimento o minaccia (e data l’attitudine dei pretoriani nel tradire gli imperatori, possiamo ritenerla comprensibile) e come la costruzione della Domus Aurea sia sembrta al popolo prova che Nerone volesse semplicemente “sbarazzarsi della vecchia Roma” per far posto alla sua visione edile, se non addirittura descrivendo Nerone come un folle che voleva vedere una città ardere.
Coloro che invece credevano nella colpa dei Cristiani citavano le acredini tra il Cristianesimo delle origini e i culti preesistenti.
Fattostà che Tacito stesso ci restiuisce l’immagine di un Nerone che non era neppure presente nell’Urbe ma era ad Anzio (escludendo quindi fosse “a suonare la Lira” all’Esquilino o al Palatino) e tornò per presidere soccorsi e ricostruzione, ma anche di Nerone che ordinò esecuzioni di Cristiani in quanto potenziali colpevoli.
E quindi?
Quindi sappiamo di contrasti tra Nerone e il Cristianesimo, ma le fonti della persecuzione, ovvero Tacito e Svetonio erano successive alla morte di Nerone e Tertulliano addirittura un apologeta cristiano.
In un tutti contro tutti a tema complotto il Senato Romano aveva interesse a definire Nerone un povero pazzo per esautorarlo dal potere, Nerone aveva interesse a puntare il dito contro i Cristiani descrivendoli come “Giudei Sediziosi” responsabili di ogni complotto e i Cristiani avevano ogni interesse a puntare il dito contro Nerone e il Senato stesso fino a descrivere Nerone cone il prototipo dell’Anticristo.
È indubbio che sotto Nerone e in tempi successivi vi furono persecuzioni Cristiane, che ovviamente non potevano accadere al Colosseo, che non esisteva, e avvennero in forme più modeste e non negli stravaganti modi descritti nel mito con Nerone pronto ad organizzare ludi gladiatori, vistose torture e pubblici spettacoli.
Però accaddero.
E le orge?
Andiamo ora avanti nel tempo: gli attriti divennero acredini, e presto il Cristianesimo riuscì a prevalere. A questo punto bisognava trarre una decisa cesura ripetto al passato.
Il Cristianesimo era bene, carità, temperanza, continenza e generosità. Quindi i pagani dovevano essere viziosi orchi che torturavano i cristiani e si davano alle “orge pagane” esibendo una sessualità sfrenata e senza alcun controllo.
In realtà gli autori cristiani stavano solo ricambiando un “favore”: se come abbiamo visto Svetonio e Tacito amavano descrivere il “Cresto” come un “giudeo sedizioso” a capo di una fazione di ribelli sediziosi non dissimili dai bizzarri guerriglieri del film comico Brian di Nazareth, c’era chi si spingeva oltre dichiarando che nelle catacombe succedeva di tutto, compreso il cannibalismo, la fellatio ai primi sacerdoti cristiani come parte del culto e tutta una serie di pratiche sessuali.
L’apologetica Cristiana rigirò il tutto con un colossale “no tu”, ribadendo che siccome tecnicamente il Cristianesimo era pace, amore e continenza quelli che facevano le orge erano sicuramente i Pagani, specialmente quelli che li perseguitavano, che in quanto tale dovevano essere i più cattivoni di tutti.
In realtà nessuna delle due fazioni si dedicava ad orge in modo particolare, ed anzi ai tempi di Roma Antica la sessualità era una cosa privata. Decisamente privata.
Da un lato la cultura Grecoromana non aveva tabù (almeno come i nostri) verso la nudità e l’omosessualità: virile non era l’uomo che si accoppiava con una donna, ma l’uomo che in una relazione aveva il ruolo attivo, e la stessa persona poteva, fluidamente, passare da un ruolo passivo ad un ruolo attivo con l’accrescere dell’esperienza.
Dall’altro lato, in una società dove pudicizia e fedeltà erano considerati valori essenziali nessun romano sano di mente avrebbe portato la moglie ad un’orgia per uno scambio di coppie, considerando la cosa un’offesa gravissima alla sua stessa dignità.
Abbiamo raffigurazioni di vasi ed opere d’arte con persone ignude, assai probabilmente l’assenza di tabù sulla nudità si traduceva in persone meno vestite di quanto potremmo immaginare ma la società romana era quanto di più lontano dal festival di orge dei Peplum.
Per secoli Cristiani e Pagani si accusarono reciprocamente di darsi ai piaceri più voluttuosi e sfrenati: con la vittoria del Cristianesimo, il “Pagano come schiavo dei suoi impulsi sessuali” fu consegnato all’Arte prima, al Cinema dopo.
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