Nell’Argentina di Milei sarà possibile vendere i bambini? La questione è strana e controversa, e parte da una lunga storia. Storia che ha come molte un punto di inizio: fino ad oggi in Argentina il rapimento e compravendita di minori e adolescenti non era un titolo di reato autonomo.
Strano ma vero, la punibilità era legata ad altre fattispecie, come la tratta di minori che i senatori radicali Carolina Losada e Eduardo Horacio Galaretto hanno cercato di estendere e sviluppare.
Il testo previgente aveva una pena minima di tre anni, la proposta parla di pene “4 a 10 anni per chi accoglie e consegna un minore dietro compenso , promessa di punizione o qualsiasi altro tipo di corrispettivo , se da ciò non deriva un delitto più severamente punito”.
Delitto tra quelli introdotti negli articoli successivi, con la pena della reclusione da ” da 5 a 15 anni per chiunque agevola , promuove o media in qualsiasi modo delitti connessi alla soppressione e all’assunzione dello stato civile e dell’identità “, sempre nel caso in cui il fatto non rientri tra i reati soggetti a pena più severa.
Ulteriori aggravanti aumentano ulteriormente la sanzione per professionisti coinvolti, ma un emendamento proposto dal Senatore Juan Carlos Pagotto, del medesimo partito di Milei, ha proposto (enfasi su proposto) di introdurre una scriminante per le famiglie “in difficoltà”
È l’ha fatto in un modo completamente irrituale, sanzionato dallo stessso Parlamento, ovvero approfittando del tempo concesso per leggere la proposta di leggere per leggere invece ad alta voce la sua proposta di emendamento.
Una proposta, che come anticipato, escludeva la punibilità per il “genitore che consegna il figlio in stato di bisogno”, adducendo che a dir suo ci sono famiglie che hanno compiuto questa colpa e senza una scriminante gli altri figli sarebbero privati dei genitori e che per quanto si rendeva conto che la sua eccezione proposta era “odiosa”, la riteneva necessaria.
La proposta originale dei senatori radicali prevedeva, a onor del vero, esenzioni della pena in “situazione di vulnerabilità, ignoranza o con facoltà mentali alterate” , ad eccezione di “quei casi in cui antecedenti relativi agli articoli compresi in questo Capo siano indicati.”
Ma la controproposta di Pagotto ha suscitato un accanito dibattito: la proposta tornerò il 10 Luglio, con le associazioni per la tutela dei minori sul piede di guerra, perché lo “stato di bisogno” non diventi una scriminante e la scusante (l’atto è comunque vietato, ma si distingue chi ha voluto commettere un crimine da chi è stato costretto a commetterlo, punendo chi ha costretto) non lo depotenzi.
Milei dichiarò al riguardo
“Se avessi un figlio non lo venderei , ma ripeto , non è di questo che parla oggi la società argentina . Forse tra 200 anni , cosa ne so? “
Aprendosi già nel 2022 ad una evoluzione culturale che evidentemente (e oseremmo dire: fortunatamente) non sembra essere ammessa facilmente.
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