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Nel Signore degli Anelli Russo Sauron è buono (e all’Ovest sono malvagi)

Nel Signore degli Anelli Russo Sauron è buono (e all’Ovest sono malvagi). Mentre il mondo riscopre Tolkien grazie alla miniserie Amazon Prime “Gli anelli del Potere”, ambientata nella Seconda Era, ci tocca fare antologia per scoprire un altro romanzo russo.

Un’altra ardita reinterpretazione di una proprietà intellettuale occidentale che si staglia suo malgrado come una tetra profezia sul conflitto in corso.

Laddove “Gli Anelli del Potere” mostra quella Seconda Era in cui Sauron si aggirava nell’ombra, seminando caos e zizzania tra i Popoli Liberi per poi sedurli sotto le vesti di Annatar, il munifico “Signore dei Doni” e usare quei regali per renderli schiavi e divisi, il “Signore degli Anelli Russo” mostra Sauron come un eroe e un liberatore.

Nel Signore degli Anelli Russo Sauron è buono (e all’Ovest sono malvagi)

Le metafore si sprecano. Le coincidenze diventano tali e tante da fare un chiasso tale da eclissare l’intervento di Melkor nella Prima Sinfonia di Eru Iluvatar.

Nel Signore degli Anelli Russo Sauron è buono (e all’Ovest sono malvagi)

Se volessimo cercare un livello metaforico, potremmo dichiarare che l’Annatar moderno è Putin. Il “Signore dei Doni” che dopo essersi proposto per anni come portatore di gas e utilità all’improvviso ha deciso di usare il North Stream come arma per creare dissenso e incatenare l’Europa alla sua volontà.

Ma quanto gas ci vorrà per tenere acceso l’occhio di Sauron a Monte Fato?

Ma un livello metaforico lo cercò Kirill Yeskov, biologo e Paleontologo che nel 1999 si lanciò nel compito di riscrivere il Signore degli Anelli dagli occhi di Sauron, chiamando la sua opera “L’Ultimo portatore dell’Anello”.

Il risultato probabilmente avrebbe suscitato nella combattiva giovane Galadriel di “Gli anelli del Potere” un moto di ira e stizza tale da porre fine al conflitto in Ucraina invadendo Mosca per chiedere una formale ritrattazione delle cronache.

Nell’opera Russa Sauron non ha secondi fini. “Annatar il Portatore di Doni” non ha creato quindi gli anelli e gli altri prodigi che ha donato agli Elfi, Nani e Uomini della Terra di Mezzo “Per irretirli e per trovarli, per ghermirli e nel Buio incatenarli, nella Terra di Mordor dove cala la Tenebra”.

Bensì il Sauron Russo si sentiva davvero “Annatar il Portatore di Doni”. Il sovrano di una terra di progresso e scienza vilificati e umiliati dall’Alleanza dei popoli di un Arda presentata come antesignana di quella che sarebbe diventata la descrizione della NATO nelle attuali “fonti russe”

La Compagnia dell’Anello come la NATO

Nella nuova “Compagnia dell’Anello” Gandalf è un sanguinario guerrafondaio venuto in Arda apposta per incitare i Popoli della Terra di Mezzo a vilificare e cancellare la cultura di Mordor. Aragorn è niente più che un crudele e bullo Re Fantoccio, servitore e foraggiato da Valinor (se vi stanno per venire in mente le fake news su Zelensky Presidente Fantoccio eletto dagli USA per nascondere i biolabs, è un ottimo momento) per uccidere Boromir e prendere il controllo di Gondor e gli Elfi corrompono i giovani coi loro “costumi dell’Ovest” per renderli fiacchi e imbelli.

Persino i Nazgul, gli “Spettri dell’Anello” in questa versione sono i buoni. Sono un gruppo di scienziati che con l’aiuto di Sauron hanno creato l’Unico Anello per distrarre gli “Eserciti dell’Ovest” e consentire a Mordor di difendersi.

Nella ricostruzione dell'”Ultimo Portatore” infatti Mordor è un’avanzato regno di pace e scienza (laddove nell’opera di Tolkien, ricordiamo, Saruman veniva descritto servire Sauron pervertendo il progresso in corruzione e giochi di potere tali da minacciare la pacifica Contea distruggendone e sfregiandone la natura) sull’orlo di raggiungere la Rivoluzione Industriale.

Obiettivo che Gandalf e gli Elfi non possono ovviamente consentire. Nel mondo dell’Ultimo Portatore persino gli Orchi non sono le creature bestiali al servizio di Sauron dell’originale. “Orchi” diventa l’insulto razziale che l’Alleanza dell’Ovest rivolge al popolo di Mordor in supremo segno di discriminazione e ribrezzo.

Ironicamente anche questo elemento diventa un curioso presagio del fatto che in Ucraina i soldati russi vengono spesso chiamati “Orchi”, con riferimento probabile alle atrocità riferite nel conflitto.

Il Popolo di Mordor organizza così un piano per invadere il Lothlorien, il regno di Galadriel, per separare per sempre “il mondo della magia” (una versione corrotta di Valinor, la terra fatata di origine degli Elfi) e la Terra di Mezzo, consentendo così agli uomini di evolvere liberi. Una serie di eventi che coinvolgono l'”orco” Tzerlag e il medico Haladdin, col raro “dono” di agire in modo istintivo e imprevedibile, a prova di ogni deduzione, magia e predizione comportano il parziale successo della missione: la magia viene per sempre cancellata dalla Terra di Mezzo, costringendo gli Elfi alla ritirata.

In compenso Aragorn è diventato Re e, nonostante in questa versione non abbia mai suo figlio Eldarion e quindi il trono torni ai Sovrintendenti di Gondor mediante Faramir, riesce nel suo scopo di portare ricchezza a Gondor (strappandola con la forza a Mordor) e riscrivere la storia in modo che gli “orchi di Mordor” siano per sempre odiati, vilificati e disprezzati dagli Uomini dell’Ovest.

Questo non vi ricorda nulla?

Le reazioni, la “profezia”, le interpretazioni

Una feroce critica anti-NATO non era esclusa dallo stesso Eskov, che dichiarò a VICE come

“A quanto ne so, Tolkien stesso ha sempre smentito che Il signore degli anelli fosse un pamphlet politico mascherato,” mi ha detto Eskov quando l’ho contattato via email, mentre si trovava in Tasmania per una spedizione di ricerca. “Allo stesso tempo, però, il libro è stato scritto in piena guerra fredda, e leggendo la trama è difficile credergli del tutto.”

Dando quindi un seguito alla teoria (quantomeno perplessa, ci sia consentito di dire) per cui Sauron sia identificabile con Stalin, Mordor e i suoi alleati col Patto di Varsavia e la Compagnia dell’Anello con la NATO.

Sempre per VICE l’autore dichiarò che

“Non avevo alcuna intenzione di scrivere un’opera politica. The Last Ringbearer è di fatto un’opera politica solo nel senso che invita a guardare con occhio critico le versioni ufficiali della storia. Ma la mia intenzione è una cosa, il modo in cui i lettori hanno accolto il libro è un’altra,” mi ha detto Eskov. “Per molti, il mio libro è diventato un’apologia dell’Unione Sovietica, che dopo aver perso la guerra fredda è stata trasformata nel male assoluto dalla propaganda occidentale. Qualche anno fa dei giovani russi hanno provato a farne un film e hanno spinto all’estremo questa visione—vestendo i personaggi in tuta mimetica e armando gli orchi con gli AK47 e gli elfi con gli M16. Un giornalista sudafricano mi ha chiesto se la guerriglia di Mordor non volesse in realtà evocare la resistenza boera agli inglesi. Ovviamente io non intendevo niente del genere quando ho scritto il libro, ma penso che un testo una volta pubblicato trascenda l’interpretazione dell’autore.”

Gli Eredi di Tolkien va detto non l’hanno veramente presa bene, dichiarando di non essere mai stati contattati per l’imprimatur sull’opera e che comunque non possono mettersi ad approvare progetti amatoriali e dei fan perché “se ne approvi uno, dovrai aprire la diga ed approvarli tutti”.

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