“Nego il mio consenso al prolungamento dello Stato di Emergenza” – la Catena di S. Antonio su FB

di Shadow Ranger |

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“Nego il mio consenso al prolungamento dello Stato di Emergenza” – la Catena di S. Antonio su FB Bufale.net

“Nego il mio consenso al prolungamento dello Stato di Emergenza” è un esempio da manuale di pensiero magico, culto del cargo e bufala Voltron tutto assieme.

"Nego il mio consenso al prolungamento dello Stato di Emergenza"

“Nego il mio consenso al prolungamento dello Stato di Emergenza”

L’idea alla base di questa Catena di S. Antonio è la medesima alla base della dichiarazione su Facebook della Convenzione di Berna e dello Statuto di Roma, dell’autocertificazione contro le autocertificazioni di Fase 2 e le mascherine.

Sostanzialmente l’idea che, ripetendo talune ritualità, esse possano avere la qualsivoglia influenza nel reale. Ai tempi dell’autocertificazione contro le mascherine, ricordammo l’esistenza dei culti del cargo. Ovvero il momento storico in cui, quando gli Aborigeni del Nuovissimo Mondo si ritrovarono dinanzi ai soldati occidentali arrivati per i Conflitti mondiali, videro sostanzialmente omoni vestiti in modo bizzarro arrivare in mezzi volanti di forma strana e carri armati, pronti ad elargire sorridendo cioccolata e razioni alimentari a grandi e piccoli.

Impreparati ad un fenomeno a loro sconosciuto, le popolazioni locali decisero semplicemente che la cioccolata e il cibo venivano “dal cielo”, e che tutte le ritualità necessarie per gestire una base militare erano parte di un culto per evocare la divinità Jon Frumm (John from America, “John l’Americano, nome generico per i soldati) e che sarebbe bastato sostituire gli abiti sacerdotali con uniformi militari cucite a mano, gli idoli con radio a onde corte fatte di legno e stazioni di controllo e dipingere piste di atterraggio ovunque.

Così facendo, secondo il loro pensiero magico il Dio Frumm avrebbe deciso di far sbarcare i suoi seguaci anche da loro, portando cibo e ricchezza.

“Nego il mio consenso al prolungamento dello Stato di Emergenza, scrivetelo sul vostro profilo”

La base di questa bufala è lo stesso meccanismo.

Sullo Stato di Emergenza abbiamo già discusso: non spetta certo a noi lanciarci in valutazioni di opportunità, tecnica o meno.

Come ricorda Altalex

Ove non fosse prorogato lo stato di emergenza, cesserebbero di avere effetto 38 ordinanze fin qui emanate e i provvedimenti attuativi; cesserebbero inoltre le funzioni di coordinamento della Protezione civile, del Comitato tecnico scientifico, l’operatività del Commissario Straordinario (che si sta occupando, ad esempio, dei dispositivi di protezione e degli allestimenti per l’ordinato avvio dell’anno scolastico).

In altri termini, la cessazione dello stato di emergenza avrebbe comportato l’arresto del sistema di protezione e prevenzione costruito nei mesi scorsi.

Che evidentemente si è deciso voler prorogare sino al limite ultimo del 15 Ottobre 2020, quantomeno per parte espressamente indicata (vedi Altalex) delle misure di emergenza fornite fino al momento.

Il che non significa che si possa derogare alle misure stabilite mediante uno Stato su Facebook.

Cosa che ha esattamente lo stesso senso di impedire a qualcuno di ricondividere i tuoi status pubblici millantando una fantomatica applicazione della lex mercatoria, o autocertificarsi immune alle leggi.

Tanto varrebbe a questo punto sognare in grande e attribuirsi la licenza di uccidere dell’Agente 007, per gli amici James Bond, o altre facoltà superumane.

Per l’ultima volta vi spieghiamo che l’elemento principale di una azione performativa è l’autorità cogente.

A casa mia posso imporre delle regole valide per la mia famiglia, purché esse non contrastino con le regole dell’ordinamento. Posso ad esempio chiedere ai miei figli di astenersi dal fumo o, quantomeno, di non fumare a tavola mentre gli altri congiunti non fumatori stanno mangiando.

Farebbe parte del mio diritto all’educazione, ed avrei la cogenza in quanto educatore per poterlo fare.

In quanto ristoratore posso decidere liberamente quali cibi servire nel mio menù e quali no, purché non siano le carni di qualche bestia di cui il commercio è vietato.

In quanto legislatore posso emanare delle norme, e chiederne la loro applicazione.

Ma uno status su Facebook non ha alcuna facoltà performatima.

Non introduce alcuna sensibile alterazione del reale. Si situa a metà tra il delirio di onnipotenza e il complottismo.

Riassumendo

Potete scrivere sul vostro profilo che negate il consenso allo stato di emergenza.

Potete anche scrivere che vi arrogate il diritto ad andare a scippare le vecchie davanti alle Poste e disconoscete l’autorità di quelli che verranno ad arrestarvi, che vi arrogate il diritto di servire carne di leone, panda e gatto nel vostro ristorante.

Se vi gira, potete anche invocare fantomatiche convenzioni per impedire a chi condivide i vostri status pubblici di farlo: questo non significa che ciò che scrivete avrà mai possibilità di avverarsi.

 

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